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Contro il Leverkusen tante ombre e qualche (piccola) luce

  • Marco Innocenti
  • 5 ago 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Scusate il disagio. Stiamo lavorando per voi. C’è questo cartello appeso sula porta dello spogliatoio della Fiorentina di Paulo Sousa perché, anche ieri contro il Bayer Leverkusen, la squadra viola ha dimostrato ampiamente di essere un vero e proprio cantiere aperto.

Rispetto alla gara contro il Celta, sicuramente ci sono stati molti passi in avanti, anche se il ritorno alla difesa a tre ha palesato le solite, ben note ormai, amnesie difensive specialmente sugli esterni.

La partenza a razzo, aggressiva dei tedeschi ha spiazzato la Fiorentina, che ci ha messo un buon 15-20′ prima di entrare davvero in partita. Tanto è bastato però per ritrovarsi sotto di un gol, preso anche stavolta per una copertura non ottimale su una palla persa, va detto piuttosto malamente, da Federico Chiesa. Il giovane gioiellino viola stavolta non ha brillato, messo da Sousa nel ruolo di trequartista. Anzi, è stato richiamato in panchina dopo appena mezz’ora e al suo posto si è rivisto un Mati Fernandez che pareva ormai sparito dai radar del tecnico lusitano.

Nella mezz’ora finale del primo tempo, poi, la Fiorentina è sembrata squadra in palla, ben organizzata e capace di far male al Bayer da un momento all’altro ma il gol del pareggio non è arrivato. Zarate, ancora una volta, è sembrato il più pronto ed anche Vecino ha dimostrato di essere in fase di recupero rispetto alle precedenti uscite. Ennesima bocciatura invece per Babacar, che per larghi tratti della gara è sembrato avulso dal gioco viola come spesso è accaduto anche lo scorso anno.

Nella ripresa, poco e nulla fino al 2-0 tedesco poi la risposta viola con Rossi e Kalinic lesti a dimostrare a tutti che la loro coesistenza non solo è possibile ma è anche portatrice di ottime cose per la Fiorentina. Splendida la combinazione dei due attaccanti in occasione della rete che sembrava aver riaperto il match. Peccato per la solita amnesia difensiva, tre minuti dopo, che ha riportato il Bayer a +2.

A quel punto, però, si è palesata la lacuna più preoccupante: la tenuta. Fisica o mentale? Difficile a dirsi. Quel che è certo è che la Fiorentina, da qui in poi, ha mollato e ha rischiato di subire l’onta di un tracollo che, a onor del vero, sarebbe stato anche ingiusto visti i 90′ delle due squadre.

In conclusione, quindi, c’è ancora tanto da lavorare. Il Bayer era avversario assolutamente di rango, visto che naviga stabilmente nelle acque perigliose dell’altissima classifica teutonica e, di conseguenza, in quelle ancor più infestate di squali della Champions League. Non dimentichiamoci che il valore attuale della Fiorentina non è la coppa dalle grandi orecchie, ma piuttosto la meno luccicante Europa League…

Sousa lavora col materiale a disposizione ma speriamo davvero che Pantaleo Corvino abbia qualche asso nella manica per una difesa che da troppo tempo aspetta i rinforzi necessari.


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