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Brutta, brutta, brutta...

  • Marco Innocenti
  • 20 ago 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Una Fiorentina troppo brutta per essere vera, quella vista stasera allo Juventus Stadium. Al cospetto dei campioni d'Italia in carica, la squadra viola semplicemente... non gioca, se non che per una quindicina di minuti nella parte centrale del secondo tempo. Per il resto, quasi nulla.

E allora, non resta che sperare che siano state le gambe ancora imballate per le fatiche della preparazione. Oppure la forza di un avversario che, anche quest'anno, si presenta ai blocchi di partenza come la squadra da battere e non potrebbe essere altrimenti se ti puoi permettere di tenere in panca il capocannoniere Higuain, per poi mandarlo in campo a metà ripresa e vederlo segnare il gol della vittoria. Oppure ancora l'assenza di Borja Valero, a rendere vuoto e senza idee il centrocampo viola.

A tenere a galla le speranze, peraltro piuttosto sbiadite, della Fiorentina ci ha provato per tutta la partita il solito Nikola Kalinic. Note liete? Nessuna, al massimo qualcuna meno negativa delle altre. Detto dell'attaccante croato, l'unico altro ad alzarsi un po' sopra il grigiore collettivo è stato Federico Chiesa, rimasto negli spogliatoi dopo l'intervallo presumibilmente per un colpo alla schiena rimediato da Dani Alves in piena area di rigore viola. Mezzo tempo abbastanza positivo anche per Sanchez. L'esordio in viola del colombiano può essere ascritto alle pochissime note positive del match.

Per il resto, non c'è quasi nulla da salvare. Ilicic che vaga per il campo quasi senza una meta, Bernardeschi in evidente ritardo di preparazione, Tello ancora troppo innamorato del pallone e del dribbling, per non parlare della difesa. Poco coperta dal centrocampo, la retroguardia viola balla paurosamente ogni qual volta la Juve attacca in velocità.

Un discorso a parte lo merita la prova offerta da Tatarusanu. Il portiere rumeno ingaggia un suo duello personale con il buonsenso e soprattutto con i piedi dritti, calciando almeno sei o sette rinvii, uno in fila all'altro, direttamente in fallo laterale andando sempre a cercare Marcos Alonso, con una pervicacia pari solo alla sua imprecisione. Una comica, se non fosse che quello è il nostro portiere.

Adesso, comunque, gettiamoci il tutto dietro le spalle. Ormai questo esordio da incubo è andato in archivio e basta. Domenica c'è la prima al Franchi, arriva il Chievo e bisognerà non trasformare la festa per i 90 anni della Fiorentina in un festino triste e amaro.


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