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Il mio regno per un portiere. Ma che sappia il fatto suo, please

  • Marco Innocenti
  • 22 ago 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Tatarusanu, Lezzerini, Dragowski, Satalino. Sono i quattro petali di una margherita che in questi due giorni post-Juve i tifosi viola hanno sfogliato a più non posso. La storia della Fiorentina è costellata di grandi portieri, da Costagliola a Sarti, da Albertosi a Superchi, per poi passare a Toldo e Frey. E oggi, proprio alla soglia dei 90 anni, la viola si ritrova con un parco portieri che, anziché garantire sicurezza e tranquillità, sparge a grandi mani dubbi e incertezza.

Iniziamo da Tatarusanu, che parte da titolare ma che non gode certo della fiducia della piazza. Di errori, il buon Ciprian, ne ha fatti a bizzeffe anche a Torino. Senza scomodare la sua uscita incerta sul secondo gol, basta andarsi a rivedere i rinvii sbagliati a ripetizione nel corso del primo tempo. Che i piedi non siano proprio il suo forte lo si era capito già lo scorso anno ma quanto visto sabato ha rasentato l'incredibile. Ok voler cercare disperatamente Marcos Alonso ma se dentro gli scarpini c'è un piedino vellutato quanto quello di un giocatore del campionato Uisp, forse è meglio pensare a qualche alternativa. Sparala nel mezzo, Ciprian! Battute a parte, Tatarusanu non si sente più sicuro dei suoi mezzi e i risultati si vedono, eccome.

Lezzerini sarebbe il suo sostituto naturale, ma Sousa per il momento non vuole destabilizzare ancor di più il suo portiere titolare, degradandolo sul campo. Senza contare che il giovane Lezze sarebbe ovviamente una scommessa e non sempre le scommesse vanno a buon fine, specialmente quando si parla di giovani e ancor di più in un ruolo psicologicamente difficile come quello del portiere, solo contro tutti. Facile però pensare che qualche esperimento possa esserci, anche solo per dare modo a Lezzerini di saggiare il campo nelle partite che contano, facendogli prendere confidenza con i meccanismo di una difesa che ha visto davanti a sé solo nelle prime gare del pre-campionato.

Su Dragowski invece il discorso è del tutto diverso. Il portiere polacco è stato uno dei primi acquisti del secondo governo Corvino e questo lascia presagire che la dirigenza viola creda fermamente in lui. Ancora non ci è stato concesso di saggiarne le qualità, visto che i minuti giocati sono stati pochissimi ma di lui si dice un gran bene. Certo, sarebbe un peccato che per far crescere l'ultimo arrivato si sacrificassero Lezzerini e, alla fine, anche Satalino.

Ed eccoci, appunto, al più giovane: Giacomo Satalino. Convocato quasi a sorpresa nel febbraio scorso per la trasferta londinese di Coppa contro il Tottenham, anche a causa di un Sepe in vena di sfoghi social, Giacomino si è ritrovato catapultato dai pali degli Allievi Nazionali e dalla panchina della Primavera, a fare da secondo a Tatarusanu in Europa League. Ha appena spento le 17 candeline, lui è sicuramente il futuro della porta viola, ma adesso bisogna guardare al presente. E' l'ultimo nelle gerarchie di Paulo Sousa, ma per adesso è anche giusto che sia così.


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