Proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno?
- Marco Innocenti
- 2 set 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Che quello appena concluso dalla Fiorentina sia stato un mercato che non infiamma la piazza, beh, par alquanto scontato. Il 95% dei nomi arrivati sono degli emeriti sconosciuti agli occhi dei non addetti ai lavori e il restante 5% è conosciuto più per il cognome che porta che per altro (Hagi docet). Tutti gli operatori di mercato, pochi esclusi, bocciano l'operato di Corvino, anzi della società, dando al dg viola l'alibi (giusto peraltro) di aver messo in pratica quanto chiesto dalla proprietà, in termini di abbattimento del monte ingaggi e di reset di una rosa mastodontica e zavorrata da inutili e inutilizzabili scarti di macellazione.
A rinfocolare questo clima da pace armata ci ha messo del suo, sicuramente, la proprietà, sempre piuttosto lontana dai colori viola. Il bilancio prima di tutto è stato il mantra trasmesso al buon Pantaleo che, novello Garibaldi, ha obbedito, cercando di fare di necessità virtù. Come "spazzino", il voto per lui non può essere che un bel 9, visto che ci ha liberato di tante, troppe zavorre, prima fra tutte quella del paracarren tedesco (a proposito, non dovevamo perderlo a un euro? Mah...). Se davvero, come dice Corvino, il mercato è stato condotto di comune accordo con Paulo Sousa, che ha accettato la filosofia da spending review imposta dalla società, se davvero insomma è stato condiviso tutto o quasi, allora c'è da sperare che tecnico e dg abbiano avuto l'occhio lungo. Solo Olivera sarebbe arrivato con un blitz che è tutta farina del sacco di Corvino ma non c'era tempo per valutare e concordare, dopo la partenza di Alonso.
In questo senso, però, credo sia giusto che tutti facciano un passo indietro ed ammettano la propria ignoranza: molti dei giocatori arrivati quest'estate sono dei perfetti carneade per il tifoso italiano e dare un giudizio sulle loro qualità, ad oggi, è pressoché impossibile. quante volte abbiamo sentito paragonare, dopo tre buone partite, un giovane a qualche mostro sacro? "E' il nuovo Pirlo", "E' il Rui Costa del futuro" e via così. Ma di questi non ci si ricorda quasi mai, chissà perché.
Vedendo la gara contro il Chievo, ad esempio, Milic mi è sembrato un buon giocatore, solo ancora un po' spaesato nei movimenti della squadra senza palla. Sanchez, poi, è parso subito all'altezza del compito che Sousa gli richiederà, calandosi nel centrocampo viola con la personalità di un veterano. Per non parlare di Federico Chiesa, sul quale non ci vuole una Cassandra per capire che potrà recitare un ruolo da protagonista in questa Fiorentina. E gli altri, direte voi? Non li conosciamo, se non per qualche filmato rubacchiato su youtube, quindi... come diceva quel proverbio... ah si, meglio tacere e sembrare stupidi che aprire bocca e darne la certezza. Purtroppo però questa è una massima che, nel commentare il calcio, in pochi osservano ormai.
Non dimentichiamoci poi che, nel finale della scorsa stagione, tutti abbiamo accusato la Fiorentina di non avere ricambi sufficienti per sostenere lo sforzo di una tripla competizione, anzi, solo doppia vista l'eliminazione precoce in Coppa Italia. Oggi i ricambi ci sono e sicuramente sono utilizzabili o, quanto meno, presentabili in campo. Non hanno insomma la forma del sedere stampata ormai sulla panchina, dove lo scorso anno qualcuno aveva messo radici, o peggio ancora in infermeria. Per informazioni, suonare Koné o Benalouane.
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