In Italia, la moviola è uguale per tutti. O forse no?
- Marco Innocenti
- 26 set 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Una Fiorentina sicuramente in crescita, che anche ieri sera ha rischiato di perdere in una partita che avrebbe di certo meritato di vincere. Più di quanto lo avrebbe meritato un Milan che di montelliano, almeno al Franchi, non ha avuto proprio nulla. Catenaccio e contropiede per l'Aeroplanino, che per la prima mezz'ora di gioco ha visto la palla solo col binocolo. La Fiorentina, dal canto suo, stavolta le occasioni per far gol le ha anche create, fallendole è vero, ma almeno le ha create.

Anche ieri sera però è stato tutto un rincorrersi di moviolisti dal grilletto facile, pronti a far vedere e rivedere il fallo di Tomovic su Luiz Adriano all'ultimo secondo etichettandolo come l'ennesima ruberia di un Fiorentina incredibilmente favorita dagli arbitri in quest'inizio di campionato. Per poi scoprire che? Che Tomovic commette fallo? Assolutamente si. Che meritava il rosso? Anche. Che era rigore? Ma proprio per niente. Il contatto avviene fuori area e non di un paio di centimetri come qualcuno ha detto. Detto questo, la Fiorentina è stata sicuramente fortunata perché in altre occasioni, con l'azione così veloce e l'arbitro così lontano, il Milano si sarebbe visto accordare (ingiustamente) il rigore.
Alla fine, però, tutti a discutere, a disquisire, ad emettere sentenze su... nulla. Perché se l'arbitro avesse visto a dovere il fallo di Tomovic avrebbe espulso il giocatore e la Fiorentina avrebbe giocato 7-8 secondi in dieci e forse non ci sarebbe nemmeno stato il tempo per battere il calcio di punizione. Allora però, se di moviola vogliam parlare, che dire dell'abbraccio di Paletta su Kalinic al 17' del primo tempo? O del giallo che Orsato non estrae all'indirizzo di Bacca quando questi blocca il pallone ben prima che l'arbitro interrompa il gioco? Stesso metro di giudizio - dirà qualcuno - adottato qualche minuto prima per Salcedo che, ingenuamente, raccoglie con le mani un pallone fermo sulla linea dell'out, credendolo uscito. La differenza però è piuttosto netta: mentre il giocatore viola crede infatti che il pallone sia uscito, quello del Milan decide, sua sponte, di fermare il gioco ben prima del fischio dell'arbitro per permettere i soccorsi ad un proprio compagno rimasto a terra. Insomma, non è proprio la stessa cosa. E allora forse Paulo Sousa non ha davvero tutti i torti a dire che, in Italia, la moviola non è uguale per tutti.
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