E se Sousa avesse imparato la lezione dello scorso anno? Speriamo...
- Marco Innocenti
- 3 ott 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Domenica pomeriggio. TI guardi la partita. Tutta, fino in fondo. Come se fosse una specie di bibitone ammazza-calorie dal sapore vagamente stantio. L'arbitro fischia la fine e tu ti alzi convinto di voler mandare tutti a fare... una bella gita. Poi però, ecco un barlume di lucidità e decidi di fare come i monaci buddisti: meditare, prima di parlare o, nel mio caso, scrivere. Si, perché a volte sparare commenti senza aver sedimentato la frustrazione non è cosa saggia. E nel calcio, in particolare, non lo è quasi mai.
La Fiorentina vista a Torino gioca a fari spenti, in un grigiore quasi totale. Sembra quasi chele gambe non siano in grado di viaggiare alla velocità che la testa richiede loro. Ma cominciamo dalle note liete: i nuovi arrivati. Promossi anche ieri gli arrivi del mercato estivo, da Salcedo a Milic, passando per l'inesauribile Sanchez, un giocatore che se fosse arrivato a Firenze qualche anno fa... ma che comunque ci serviva proprio come il pane. L'esterno croato, invece, ha ancora qualche lacuna da colmare ma per il lavoro di copertura che Sousa chiede ai suoi esterni sembra davvero molto sul pezzo. Poi c'è El Titan che anche ieri ha dimostrato di poter essere l'uomo giusto per la difesa viola. L'attacco del Torino - diciamocelo - non ha fatto certo cose strabilianti, ma lui si è sempre destreggiato bene e senza affanni.

Chi manca clamorosamente all'appello sono piuttosto i vecchi. Ilicic anche ieri non pervenuto, Borja Valero ha sempre un tempo di gioco in più del dovuto (e chi mi conosce sa quanto mi faccia male al cuore scrivere una cosa del genere) mentre per Kalinic bisogna capire dove finiscano le sue di colpe e dove comincino quelle dell'allenatore, intese come scelta del modulo a una sola punta. Ci sarebbe da mettere nel calderone anche Astori, che ieri sul primo gol è stato molto ma molto indeciso, lasciando Iago Falque libero di entrare in area e tirare senza quasi opposizione.
Il Torino, ieri pomeriggio, non ha poi fatto questa gran partita, nel più puro stile calcistico del suo tecnico che, a Firenze, credo abbia fatto vedere un calcio talmente mediocre che, in quei tempi bui, il parcheggio dell'Ikea era pieno all'inverosimile di gente che "piuttosto che andare a vedere la Fiorentina...". Siamo stati capaci però di farci infilare su due episodi senza dare mai la sensazione di poterne venir fuori. Eppure questo Torino quando lo abbiamo attaccato è anche andato in difficoltà. E attenzione, non ho scritto "in crisi" ma "in difficoltà", c'è una bella differenza.
Come dicevo, però, questo commento arriva dopo ore e ore si meditazione Zen, attraverso la quale credo di essere arrivato a una conclusione, visto che questa squadra, nei suoi titolari, è la stessa dello scorso anno e che i nuovi arrivi hanno sicuramente alzato il livello delle secondo linee, vero tallone d'Achille della viola 2015/16. Io la butto lì, come un petardo la notte di Capodanno: e se a pesare sulle gambe dei nostri fosse una preparazione del tutto differente da quella fatta lo scorso anno?

Mi spiego meglio: un anno fa partimmo alla grande, freschi come roselline di maggio, con un gioco spumeggiante e una capacità di pressare l'avversario che a Firenze non la si vedeva dai tempi... ma chi se lo ricorda da quando? Poi da gennaio-febbraio sappiamo tutti com'è andata, però. E se quel Paulo Sousa che in tanti oggi criticano e mettono sul banco degli imputati, invece, abbia scelto di imboccare una strada diversa, quest'anno? E se, come a me sembra di vedere, la nostra forma fisica stia piano piano crescendo? Dopo la sosta ci attendono tre gare sulla carta abbordabili, nelle quali ad esempio Kalinic potrebbe ritrovare il gol con una certa continuità. E se in queste 3 partite facessimo 9 punti?
Io ci credo e, da tifoso, spero che ci credano anche tanti altri che come me amano questa maglia. Sono fermamente convinto che Paulo Sousa abbia imparato la lezione dello scorso anno ma c'è una cosa della quale sono ancora più convinto: che l'idea che la Fiorentina opaca di quest'inizio di campionato sia figlia della scelta precisa del tecnico di fare un dispetto alla proprietà (e se drizzate le orecchie sentirete sicuramente qualcuno che la sventola), sia un po' come la corazzata Potëmkin: una cagata pazzesca!
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