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Sousa vara il 4-3-1-2: esperimento riuscito. Ma lui ne è convinto?

  • Marco Innocenti
  • 21 ott 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Ammettiamolo, quando abbiamo letto la formazione anti-Slovan, ieri sera, tutti abbiamo avuto un sussulto: Sousa aveva scelto di mettere in campo la Fiorentina con il 4-3-1-2, sorprendendo ancora una volta un po' tutti, anche se ormai lo sappiamo, se c'è una qualità che al tecnico viola proprio non manca è la fantasia tattica o, per dirla come si usa fare oggi, la duttilità.

Difesa a quattro, con Gonzalo e Astori colonne portanti centrali, Tomovic e Maxi Olivera sulle fasce laterali. Davanti a loro Badelj a fare da schermo, con Vecino da una parte e Cristoforo dall'altra. Poi Borja ad agire alle spalle di Babacar e Kalinic. La Fiorentina sembra subito rianimata dalla decisione del proprio tecnico: i reparti appaiono molto meno scollati del solito e, là davanti, i movimenti delle due punte offrono alternative significative alla manovra, tenendo sotto pressione la difesa avversaria. Borja agisce almeno quindici metri più avanti, andando a pressare sulla linea degli attaccanti nella prima fase di non possesso, ritrovandosi così molto più vicino a Baba e Kalinic quando la Fiorentina recupera palla.

Anche lo spesso bistrattato Tomovic sembra più sicuro del fatto suo. Insomma, la Fiorentina sembra molto ma molto più equilibrata e i risultati si vedono. Arrivano due gol ma arriva soprattutto la sensazione di una squadra che regge l'urto degli avversari e sa far male quando riparte. Tutto quello che finora non si era visto nella Fiorentina di quest'inizio di stagione.

Poi però, all'inizio del secondo tempo, succede qualcosa e Paulo Sousa decide di richiamare in panchina Nikola Kalinic e Cristoforo, mandando in campo Tello e Bernardeschi, cambiando così fisionomia alla squadra, che torna ad un centrocampo a cinque vista la presenza dei due esterni. E qui iniziano i problemi per i viola. L'azione d'attacco diventa quasi inesistente, con Babacar che sperimenta la solitudine dei numeri nove che di solito spetta a Kalinic, in campionato. La Fiorentina, da pungente e piacevole, diventa brutta quasi quanto i capelli mechati di Leo Messi e tutto si complica. Almeno fino al gol del 3-1 di Babacar, che personalmente penso sarebbe da proporre nelle Scuole Calcio di tutto il Regno come esempio di contropiede perfetto. E non a caso ad orchestrarlo è Borja Valero...

Quello che resta da capire, in sostanza, è solo una cosa: l'uscita dal campo di Kalinic in avvio di ripresa, è stata dettata dalla volontà dell'allenatore di risparmiarlo in vista del Cagliari, oppure è stata una scelta tattica per riportare la squadra a quello schema che l'allenatore portoghese ritiene sia il più adatto alla viola? Perché a noi questo 4-3-1-2 è sembrato proprio azzeccato e sarebbe un peccato non vederlo riproposto nelle prossime uscite, magari anche in campionato dove alla Fiorentina manca sempre lo spunto dalla cintola in su. Insomma, fateci capire se anche per Sousa l'esperimento tattico può considerarsi riuscito oppure no.


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