Sousa e il rebus (forse risolto?) degli esterni viola: una rivoluzione che parte dalla difesa

Che il vero male della Fiorentina fosse la scarsa resa dei suoi esterni, in fondo, lo si era capito proprio tutti. Tello e Bernardeschi non incidevano mai a dovere, preoccupati più di dare copertura alla difesa che di assistere la o le punte in fase d'attacco. Così come proprio tutti si era ormai capito che, nella testa di Sousa, il modulo ideale prevede l'impiego a tutto campo degli esterni, che devono sapere correre lungo tutta la fascia di competenza. Ma purtroppo i nostri, di esterni, non hanno queste caratteristiche.

La mossa di passare alla difesa a quattro, il buon Paulino l'aveva capita fin dall'inizio, tant'è che già nel ritiro di Moena aveva sperimentato questa soluzione tattica, per poi accantonarla in corso d'opera. Ora però è tornata in auge e, visti i risultati, con 8 gol segnati in due sole partite tra Liberec e Cagliari, difficile pensare che venga tanto presto abbandonata per tornare a tre dietro. La sterilità offensiva è stata spazzata via tutta d'un colpo, grazie soprattutto al fatto che la nuova posizione in campo degli esterni viola permette una maggior copertura del campo in fase d'attacco, costringendo le difese avversarie ad allargarsi di più, creando così spazi più che invitanti per Kalinic o per chi gli gioca a rimorchio.

Da non sottovalutare, poi, anche la posizione di Ilicic. Giocando qualche metro dietro alla prima punta i suoi spazi aumentano e, ritrovandosi spesso tra le linee, può attirare su di sé uno dei due centrali di difesa avversari, liberando ancora più spazio per la prima punta. Che la Fiorentina abbia finalmente trovata la quadratura del proprio cerchio? Forse è ancora presto per dirlo ma intanto qualche certezza in più l'abbiamo. Di sicuro.