La pioggia che annacqua anche le idee (un po' a tutti)
- Marco Innocenti
- 27 ott 2016
- Tempo di lettura: 3 min

Sono bastati tre giorni alla Fiorentina per scendere dalle stelle e sprofondare nelle stalle. Dalla quaterna rifilata al Cagliari, con un Bernardeschi a dir poco scintillante, al grigiore da nebbia in val Padana visto ieri al Franchi contro il modesto, modestissimo Crotone. La squadra di Nicola ha fatto la partita che voleva fare e che aveva preparato: ben chiusi dietro e ripartenze rapide a provare a far male, tattica sempre efficacissima quando ti ritrovi davanti la Fiorentina di questi tempi. Si, perché la squadra di Paulo Sousa soffre tremendamente quando deve cercarsi gli spazi, non ha un gioco abbastanza rapido e la transizione di palla da parte soprattutto dei suoi centrocampisti è sempre troppo (ma troppo) lenta per pensare di impensierire anche la difesa più perforata del campionato.

Dopo la pioggia di ieri sera sul Franchi, oggi a piovere sono soprattutto le critiche, i "Della Valle vattene", i "vergogna", i "Via Sousa" e compagnia bella. Premesso che l'incazzatura di un tifoso che ha preso l'acqua per più di due ore va sempre rispettata, io ieri in campo non ho visto né Della Valle né Sousa ma piuttosto undici giocatori che, piuttosto che provare a rischiare un passaggio filtrante in verticale, preferivano appoggiarsi all'indietro, su Gonzalo e Astori, lasciando a loro l'impostazione. E poi, rivedendoti la partita, scopri che forse il meno peggio di tutti è stato Ilicic, che almeno ci è andato vicino al gol.
Ma a che serve avere centrocampisti dai piedi buoni se poi, alla prova del nove, nessuno di loro vuole assumersi la responsabilità di accendere la luce? A che serve avere uno dei talenti più cristallini del nostro calcio (Bernardeschi), se poi quando serve lui si estrania completamente dall'azione? Alzi la mano chi, nel secondo tempo, gli ha visto giocare un pallone! Facile adesso sparare a zero su Sousa per l'esclusione di Kalinic, l'attaccante più in palla dopo il tris in quel di Cagliari, ma un allenatore deve anche saper fare delle scelte per far riprendere fiato ai suoi giocatori. C'era anche da non far perdere contatto col campo a Babacar, che nelle ultime uscite era parso in netta crescita. E quale occasione migliore per farlo se non una gara interna con l'ultima della classe, capace di prendere più di due gol a partita finora? Perché, se qualcuno se lo fosse dimenticato, la Fiorentina da qui a Natale giocherà ogni tre-quattro giorni e non è pensabile che Kalinic (che peraltro giocherà anche con la propria Nazionale), sostenga un ritmo del genere fino a gennaio.
Diciamocelo, la scelta di Sousa di tenere a riposo Kalinic era condivisibile, visto l'avversario che avevi davanti ieri sera. Il problema, semmai, è che la Fiorentina non ha rischiato mai il passaggio difficile ma potenzialmente vincente, non ha accelerato mai le operazioni se non dopo il gol del pareggio. Io, magari mi sbaglierò, ma fino alla sospensione, avevo visto una Fiorentina che, seppur senza brillare, aveva già creato almeno due o tre pericoli, trovando però le ottime risposte di Cordaz su altrettanti tiri da fuori. Poi però il diluvio ha annacquato le idee dei viola.

A proposito di portieri, poi, l'ultima notazione spetta di diritto a Ciprian Tatarusanu e la sua papera, anzi, vista l'acqua di ieri, sarebbe meglio chiamarla paperella. Gonzalo ci mette del suo nel non coprire a dovere il portiere ma lui, il buon rumeno, non perde occasione per ridare voce ai suoi contestatori. Se il Crotone sogna per un'oretta buona la sua prima storica vittoria in Serie A e la Fiorentina va vicinissima a una figuraccia di dimensioni epocali, beh, il merito è in buona parte suo. Poi i suoi compagni gli danno una mano con una prestazione da calcio parrocchiale ma a dare il la alla serataccia ci pensa proprio lui.
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