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Sousa, la squadra, la società: scatta la ricerca di "un colpevole"

  • Marco Innocenti
  • 7 nov 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Chi avrebbe mai pensato, all'intervallo di Fiorentina-Samp, di vedere alla fine della partita la viola uscire dal campo accompagnata dai fischi (non sommersa, intendiamoci) del proprio pubblico? Nessuno, siamo onesti. La Fiorentina vista nei primi 45' minuti aveva davvero convinto e l'1-0 stava di certo stretto ma poi, negli spogliatoi, è successo qualcosa che ha cambiato il corso della partita, qualcosa che va ben al di là dei meriti della Sampdoria e di Giampaolo che con l'inserimento di Praet al posto di Linetty ha contribuito a spostare il baricentro del proprio gioco, ma non ha certo preso in mano le redini della partita.

Nel primo tempo, Sousa sceglie di tenere in mano il pallino del gioco, il suo dirimpettaio Giampaolo lo asseconda in questa scelta e la Fiorentina, ogni volta che si presenta dalle parti di Puggioni, crea grattacapi alla difesa avversaria. Bernardeschi molto alto, quasi sulla linea di Kalinic, e un Tello pasticcione ma comunque sempre nel vivo dell'azione, sono le chiavi di volta, sempre ben supportati l'uno da Milic e l'altro da Tomovic che, alle loro spalle, spingono molto essendo liberi o quasi da compiti di copertura, vista la poca vena creativa del centrocampo blucerchiato.

Il vantaggio della Fiorentina è meritato, così come sarebbe meritato anche il raddoppio che però non arriva. I viola vanno negli spogliatoi tra gli applausi e la soddisfazione del "Franchi" per la buona prova offerta e tutti pregustano un secondo tempo della stessa intensità, dato che per adesso la Sampdoria non sembra proprio pervenuta. E invece... invece accade quello che nessuno si aspettava. La Fiorentina torna in campo meno propositiva. Milic e Tomovic restano più bloccati dietro, Bernardeschi e Tello non incidono più e il centrocampo viola sembra perdere progressivamente il confronto con quello della Samp.

Che questa si stata la scelta del tecnico viola appare abbastanza evidente. Molto meno evidente, però, è capire se ciò possa essere un errore o meno. O meglio, alla luce di come sono andate le cose è stato di certo un errore, ma forse, in quel momento della gara, la decisione di coprirsi un po', aspettando che la Samp concedesse qualche spazio per sfruttarlo e colpire, non era proprio del tutto peregrina. Prima del pareggio di Muriel, la Fiorentina ha avuto almeno tre occasioni per raddoppiare e non ha saputo sfruttarle, sbagliando proprio sul più bello. Se fosse arrivato il 2-0 oggi staremmo commentando tutta un'altra partita, questo deve essere chiaro anche ai più strenui detrattori del Sousa-pensiero.

E' anche vero però che la Fiorentina, fino all'intervallo, stava giocando davvero una buona partita. Allora, perché decidere di cambiare? Perché decidere di alleggerire la pressione su una difesa come quella blucerchiata che tutto è meno che un reparto di fenomeni? Perché rinunciare alla pressione costante (anche se confusionaria) di due esterni alti molto propositivi che avevano tenuto sempre arretrati Sala e Regini?

Adesso, con ancora in corpo la bile per altri due punti letteralmente gettati al vento, sarebbe facile andare in cerca di un capro espiatorio, di qualcuno al quale addossare tutte le colpe di questo pareggio: le scelte di Sousa? Esoneriamolo seduta stante. Gli errori in attacco di Tello e Ilicic? In tribuna fino a Pasqua. L'ingenuità di Gonzalo che si perde Muriel in area di rigore? Niente rinnovo e spediamo a rinforzare gli argini dell'Arno con i sacchi di sabbia, così capisce cosa significa proteggere qualcosa. Il mercato low-cost della società? Siano cacciati i Della Valle, se ne cancelli anche il nome dagli almanacchi e si affidi la Fiorentina a... già... a chi? Vabbé, ma questa è tutta un'altra storia.


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