Fabio Maistro, un'altra "pianticella" che cresce bene
- Marco Innocenti
- 15 dic 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Capita, alle volte, che scorri la lista dei convocati per una gara di campionato o di Coppa e quasi non ci fai caso, poi il cervello improvvisamente si riattiva ed ecco che ti balza all'occhio un nome che attira la tua attenzione. E' questo quello che è successo probabilmente a molti di noi ieri pomeriggio, quando la Fiorentina ha ufficializzato la lista dei convocati di Paulo Sousa per la sfida di questa sera al Ferraris e il nome "fuori posto" era ovviamente quello di Fabio Maistro.
Diciott'anni compiuti ad aprile, Maistro è l'ennesimo giovane talento viola che trova spazio in prima squadra nella gestione Sousa, andando a infoltire quella schiera di "pianticelle" come le chiama Corvino che col tempo dovranno dimostrare di valere la fiducia della Fiorentina e del suo tecnico. Originario di Porto Tolle, un comune disteso proprio sul delta del Po, il giovane Fabio è anche lui figlio d'arte: babbo Lorenzo, infatti, ha appeso gli scarpini al chiodo all'età di 42 anni, dopo aver calcato per decenni i campi di Promozione, Eccellenza e Serie D. Le categorie non saranno quelle toccate dall'altro padre eccellente di casa viola, Enrico Chiesa, ma, si sa, il calcio è il calcio a qualsiasi livello. Centrocampista dal destro formidabile, abilissimo nei calci piazzati, quest'anno Maistro ha trovato meno spazio del previsto nella Primavera di Guidi per la concorrenza con Hagi ma Sousa, da un paio di mesi, lo aveva messo nel suo mirino, aggregandolo in diverse occasioni agli allenamenti della prima squadra. Adesso, ecco la convocazione, un premio che conferma la grande attenzione del portoghese al settore giovanile viola.

Chiesa, infatti, sta per diventare uno dei punti fermi della formazione titolare, a discapito probabilmente di un Tello ancora alla ricerca della condizione (e della convinzione) migliore. Babbo Enrico lo tiene costantemente d'occhio, mantenendo i piedi del figlio ben piantati per terra e la testa sgombra di pericolosi grilli. Su Federico però le previsioni erano davvero facili. A nessuno era sfuggito il fatto che, già dal ritiro di Moena, il suo calcio sembrava più quello di un veterano della Serie A che di un giovane esordiente. Corsa, spinta, inserimenti, personalità, tecnica e chi più ne ha più ne metta. Alla fine, tenerlo fuori ora sarebbe davvero un delitto mortale.

Discorso diverso invece per il terzo figlio "di cotanto padre": Ianis Hagi. Il rumeno ha già messo in mostra tutte le proprie qualità, ritagliandosi un posto di rilievo nella Primavera di Guidi ma adesso deve riuscire a fare il vero salto di qualità per convincere proprio tutti che le sue potenzialità sono destinate a sbocciare, facendo di lui un giocatore vero, pronto per il calcio italiano. Sousa gli ha già fatto assaporare il clima della prima squadra ma, giustamente, lo sta anche centellinando per permettergli di crescere ancora senza sentire addosso pressioni inadeguate e insostenibili alla sua età.
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