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Sousa: «Noi e il Napoli, due idee di gioco analoghe: possesso, palleggio e verticalizzazione»

  • Marco Innocenti
  • 23 gen 2017
  • Tempo di lettura: 5 min

Consueta conferenza stampa pre-partita per Paulo Sousa in vista della sfida di domani sera al "San Paolo" contro il Napoli di Maurizio Sarri.

DOMANDA: Quando lei arrivò a Firenze, con molta umiltà disse che le faceva piacere confrontarsi con colleghi così preparati come quelli che avrebbe incontrato nella Serie A. Lei cosa pensa di aver assorbito dal calcio italiano?

SOUSA: «Io ho detto e lo dico ancora che i miei colleghi mi fanno sempre pensare alle dinamiche utili a scavalcare le capacità tattiche difensive che le squadre cercano sempre di avere contro di noi. Per questo è una continua ricerca, un continuo modo di passare ai nostri giocatori diverse dinamiche oltre alla concentrazione e l’intensità che noi dobbiamo avere per aggiungere sempre qualcosa nelle nostre partite».

D: La Fiorentina è stata la squadra che fino ad oggi ha messo più in difficoltà il Napoli.

S: «Il Napoli è una squadra e una società che da anni lotta per vincere scudetto e restare a competere a livelli di Champions. Quest'anno ha preso decisioni importanti nei suoi rinforzi, differenziando la qualità dei suoi giocatori, specie a centrocampo, e per questo può ottenere grande versatilità nelle proprie scelte. Ha avuto difficoltà con la punta e l’ha sbloccata in questo mercato. Quindi è una squadra con alte possibilità di competere ai massimi livelli sia in campionato che in Champions».

D: Il gruppo è stato fondamentale per tornare ad avere una classifica più consone. Rispetto ad altri gruppi da lei gestiti nella sua carriera cosa vuole dire di quello su cui sta lavorando attualmente?

S: «Io ho avuto la fortuna e l’ho anche cercata lavorando con coerenza, sia come persona che come allenatore, in quello che faccio e in come mi propongo, di raggiungere sempre un'alta fiducia da parte dei miei giocatori. Questo è un gruppo splendido e mi ha sempre dimostrato voglia e gioia di allenarsi, cercando sempre di crescere. In tutte le realtà dove sono stato continuo a sentire diversi gocatori e ho un rapporto che cerco di sviluppare con il massimo della coerenza, principalmente con me stesso».

D: Secondo alcuni, questa partita sarebbe più importante per la Fiorentina che per il Napoli. Lei cosa ne pensa?

S: «Credo che è importante superare sempre noi stessi, cercando il massimo delle vittorie in ogni competizione. Il Napoli ha qualità e versatilità e sono sicuro che loro la vedano esattamente come noi e vogliano vincere ogni partita. Sarà una bella gara, come lo è stata sia lo scorso anno che quest'anno. Speriamo solo che i risultati siano migliori di quelli avuti contro di loro fino ad oggi».

D: Dal mercato finora sono arrivate solo notizie positive. Lei si aspettava di riuscire a trattenere i pezzi importanti o pensava che alla fine qualcuno se ne sarebbe andato?

S: «Il mio messaggio è sempre lo stesso: non mi aspetto nulla. Sono stato molto chiaro, anche con voi, fin dall'inizio. Prima con il presidente e poi con il direttore, che ha chiesto la mia analisi della squadra. Nella prima riunione fatta a Lisbona, gli ho detto quelli che sarebbero i punti importanti per alzare il livello di questa squadra, poi tocca a lui e alla società prendere le decisioni. Il mio compito è quello di allenare».

D: Dopo il 3-3 al Franchi, vorrebbe rivedere la stessa Fiore di quella sera o c'è qualcosa che vorrebbe vedere di diverso?

S: «Sono delle gare che non si riescono a ripetere, specie dal punto di vista della qualità di gioco. Le grandi squadre devono vincere anche non giocando sempre ai livelli ottimali, che noi abbiamo già presentato. Anche essendo una squadra che si propone sempre di avere il controllo del gioco e di creare sempre più dei nostri avversari, dobbiamo saper essere cinici per fare più gol dei nostri avversari. Certo, in certe gare creiamo di più ma quando creiamo dobbiamo segnare per vincere».

D: Situazioni diverse, quelle di Kalinic e Chiesa. Da allenatore, però, ha un consiglio per entrambi su come gestire questo momento della loro carriera?

S: «No, io credo che a nessuno dei due servano dei consigli. Sono due ragazzi che amano giocare a calcio e stanno concentrati a mille sulla Fiorentina. Stanno dandoci il meglio che hanno per farci vincere le gare e devono solo continuare così».

D: Lei aveva subito speso parole importanti per Chiesa. C’è un altro giovane, magari della Primavera, per il quale oggi si sente di usare quelle stesse parole?

S: «Ci sono diversi fattori che condizionano gli spazi che i giovani possono avere nel corso di una stagione. Io però non voglio dire niente, perché non sarebbe giusto specialmente nei confronti del mio collega Federico Guidi».

D: Il caso Ilicic: paga solo l’esplosione di altri giocatori oppure lei vede in lui una flessione?

S: «Lui non ha iniziato questa stagione con la stessa efficacia dello scorso anno. Ha sempre presentato buoni numeri, sia nei tiri in porta che negli assist poi certo la convinzione e la determinazione, quando non ti riesce quello che ti prometti, piano piano rischiano di diminuire. Io come leader devo prendere delle decisioni, in certi momenti, per vincere le partite mantenendo determinati equilibri, cercando di essere il più coerente possibile con tutti e cercando di avere tutti ai migliori livelli per aiutarci a vincere. Lui sta mancando in questo momento dal suo miglior livello. Quest'anno ha preso più i pali che la porta e questi alla fine sono punti importanti. Comunque Ilicic è un giocatore sempre molto importante per noi».

D: Domani sarà quasi come una finale?

S: «Nella testa dei giocatori, tutte le gare devono essere come delle finali».

D: Il ritorno di Giancarlo Antognoni cosa rappresenta per lei?

S: «Lui è un uomo di calcio, ha molte buone energie, è una persona straordinaria e sono contento di avere la possibilità di vivere molto più vicino, più di quanto fatto nei mesi precedenti da quando io sono qua».

D: Zarate che se ne va: è una sconfitta del giocatore oppure del suo staff?

«Al momento - interviene Luca Di Francesco, responsabile dell'Ufficio Stampa viola - Mauro Zarate è un giocatore della Fiorentina. Il resto potremo vederlo più avanti».

S: «Abbiamo già parlato di Zarate, solo che la memoria a volte è corta oppure qualcuno prova a mettere in mezzo sempre qualcos’altro».

D: A che livello è oggi Hagi? Si può pensare che possa sostituire Zarate?

S: «Hagi è un giocatore tecnicamente straordinario. Ha bisogno del suo tempo, specie in un campionato fisico e tattico come è la Serie A. Abbiamo bisogno di trovare l’equilibrio fra la sua crescita e l’importanza che ha la vittoria per la Fiorentina».

D: Tatarusanu o Sportello? C'è la possibilità di vedere in campo il nuovo arrivato?

S: «Ci sono tutte le possibilità. Abbiamo ancora oggi e domani, un po’ di ore insomma per decidere. Marco si sta allenando e noi stiamo cercando di fargli capire tutti quelli che sono i nostri schemi di gioco, facendogli capire al più presto quale sia la nostra idea di gioco».

D: In cosa deve essere brava la Fiorentina per battere il Napoli?

S: «Io credo che Napoli e Fiorentina siano due squadre che in modo diverso esprimono quello che è sempre stato il mio progetto di calcio, sia come giocatore che come allemnatore. Credo che ciò che Sarri presenta sia una delle migliori idee di gioco in assoluto. Mi piace molto e sono sicuro che domani sarà una partita in cui sia noi che loro ricercheremo il controllo del gioco, sia con la qualità che con il possesso. Dovremo cercare gli spazi per finalizzare e di conseguenza avere molto più di quello che avranno i nostri avversari. Questo, soprattutto nel palleggio, nel possesso e nel creare la nostra verticalizzazione per finalizzare più dei nostri avversari e per vincere la partita».


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