Corvino: «Mercato in entrata chiuso. In partenza solo Diks e Toledo»
- Marco Innocenti
- 30 gen 2017
- Tempo di lettura: 8 min

A margine della conferenza stampa di presentazione di Riccardo Saponara, il dg viola Pantaleo Corvino ha fatto il consueto punto finale sul calciomercato.
DOMANDA: Sportiello e Saponara sono acquisti interessantissimi ma i tifosi continuano a ripetere di che ci vorrebbero uno o addirittura due difensori e poi resta la questione irrisolta del terzino destro.
CORVINO: «io ho già riposto su questo. Tutto è migliorabile ma questi miglioramenti devi vedere quando li puoi fare e se li puoi fare. Nel mercato di gennaio è sempre difficile trovare difensori che possano essere superiori a quelli che abbiamo. Il mercato non li offre, non ne ho trovati e non li posso prendere però non è facile trovare singolarmente dei grandissimi difensori a cifre che possono essere prese in considerazione. A volte, poi, oltre che i singoli, conta anche il reparto, e quindi io sapendo che oggi abbiamo Gonzalo e Astori come titolari, in questa fase in cui avevamo l’obbligo di equilibrare valore e costo, ho ritenuto impossibile trovare difensori migliori. Ci siamo impegnati per trovare delle soluzioni funzionali e delle alternative sia per il presente che per il futuro. L'abbiamo fatto con un giovane come Salcedo e anche con De Maio che ha già 200 gare di esperienza. Penso però che non si debba lasciarsi condizionare dal pensiero che siano i singoli difensori a determinare le vittorie o le sconfitte. Noi abbiamo una filosofia di calcio per la quale ci si difende anche con il possesso palla. Penso però che qualsiasi difensore può avere dei problemi quando perdi il possesso palla e vieni attaccato. E’ logico che a volte le ripartenze degli avversari possano nuocere di più, ma non è che questa difficoltà dipenda dal valore dei singoli giocatori a nostra disposizione. Noi abbiamo questa filosofia e ne siamo convinti, però credo che non sia colpa di un singolo se perdi 1-0 a Napoli, come nemmeno che sia colpa del singolo se ieri hai preso 3 gol. Noi contro la Sampdoria abbiamo creato 10 palle gol e abbiamo pareggiato. Quindi non credo sia il caso di puntare il dito contro i difensori perché non è questo l’argomento che mi farebbe dire che, se avessimo ad esempio un Bonucci, potremmo davvero prendere meno gol. E’ logico che questa squadra, con questa filosofia di gioco che noi sposiamo in pieno, è più esposta a subire le ripartenze quando perdi palla».
D: Sousa ha detto di aver saputo di Saponara solo prima della conferenza stampa.
C: «Ma voi davvero pensate che il mio allenatore o io siamo dei bugiardi. Ho detto che Sousa l’ha saputo circa 8-10 giorni fa. Queste operazioni, prima io e Freitas valutiamo se sono realizzabili, poi ne parliamo con l’allenatore e quindi con la società. Lui si è detto subito contentissimo, l’aveva pensato pure lui come un calciatore importante, poi quando l’altro ieri gli ho detto che l'arrivo di Saponara si stava materializzando, lui è stato ancora più contento. E’ una trattativa che è durata più di questi 10 giorni poi però non vi deve sembrare sia una bugia solo per il fatto che voi non lo abbiate saputo per 10 giorni».

D: Su Badelj, il procuratore ha detto di nuovo che è venuto a Milano a cercare delle offerte. Pensate che ci sia una possibilità per giugno o può cambiare qualcosa già nelle ultime ore? C: «Io il procuratore di Badelj lo sentivo parlare quasi ogni giorno quando ero a Bologna. Ora, da quando sono qua, parla ogni 15 giorni e adesso parla una volta al mese. Questa cosa io non l’ho sentita e quindi non ne parlo».
D: La Roma sarebbe interessata…
C: «Chi vi ha detto che la Roma è interessata? Semmai parlatene con la Roma. Da noi non è venuto nessuno».
D: Caceres è stata un'idea reale? Se non dovesse concretizzarsi, ci spiegherebbe il perché? C: «Le nostre idee sono sempre di quelle che pensiamo di poter realizzare. Poi noi e voi siamo sulla stessa barca: subiamo situazioni in cui ci sono intermediari e procuratori che parlano con voi e magari non con noi. A volte le cose escono sulla stampa ma non hanno senso».

D: Su Gonzalo: nelle ultime settimane qualcosa si è mosso?
C: «Tutte le situazioni di mercato, sia in entrata che in uscita, partono da una trattativa. A volte si trova un punto d'incontro, altre volte no. Questa è una di quelle trattative in cui una delle parti ha pensato di fare una richiesta giusta, dall’altra parte è arrivata un'offerta giustissima, o meglio diciamo solo giusta, sennò sembra che siamo solo noi nel giusto...».
D: Con Sportello, Saponara, Berna, Astori, Chiesa si torna a un nucleo di italiani.
C: «La nostra idea con Carlos è quella di cercare di creare un nucleo importante di italiani, non per una forma di ostracismo verso le altre nazionalità, che non è giusto perché la qualità la devi prendere dove sta, in casa o fuori casa. Siamo arrivati qui che c’era solo Astori fra i titolari, ma noi stiamo cercando di allargare questo nucleo con Bernardeschi e Chiesa, che sono figli del nostro settore giovanile. Poi ora anche con Sportello e Saponara. In un calcio dove devi cercare di creare risorse tecniche, devi sempre cercare di allargare una base partendo da dei calciatori italiani, oltre che con calciatori stranieri. Questo è il nostro obiettivo».
D: I grandi club europei hanno in mente delle contromosse per fronteggiare questo nuovo mercato cinese che fa volare cifre pazze o lei pensa che ognuno possa spendere come vuole i propri soldi e va bene così.
C: «Il mercato cinese è un mercato dal quale tutti stiamo subendo un grande tsunami, che sta alterando molte situazioni. Dobbiamo essere pronti a subirlo e anche ad adattarci».
D: Ma se domani o stasera arrivasse uno che tirasse fuori 50 milioni, che farebbe con Kalinic?
C: «Kalinic ha trasmesso quelli che sono i valori che questa Fiorentina si sforza sempre di trasmettere, l’ha fatto da uomo vero e pensiamo che lui non torni indietro da queste decisioni. Anche perché per un calciatore di quasi 30 anni, io e Carlos pensiamo di aver messo una clausola adeguata. Anche perché non è stato comprato dal Real Madrid per 30 o 35 milioni».

D: Nessuno ci è nemmeno mai andato vicino?
C: «Non lo so, perché tutti sapevano che c’era una clausola di 50 milioni».
D: E' vero però che il giocatore aveva detto che avrebbe valutato di andarsene solo se la Fiorentina fosse stata soddisfatta?
C: «No, è un’altra delle cose che sento per la prima volta».
D: Lei ha detto che questa Fiorentina da 18 mesi segue una filosofia di gioco ben precisa. Qual è la situazione di Sousa: questa filosofia sarà seguita dalla Fiorentina anche senza di lui?
C: «Anche prima che arrivasse Sousa, quando c'era Montella, la filosofia di gioco della Fiorentina era quella di difendersi con il possesso della palla, poi quando non hai il possesso ci sono anche gli avversari che provano ad andare a fare gol. Io questa filosofia l’apprezzavo già con Montella, l’apprezzo oggi con Sousa, arrivando qui, e la difendo e sono certo che ha i suoi pro ma anche qualche contro. E il contro può essere proprio l’andare a creare qualche criticità in più ai difensori come singoli, che vengono presi nelle ripartenze degli avversari, ma di qua a dire che la colpa è dei singoli e che bisogna andare a comprare altri giocatori, ce ne passa. Io difendo quello che ho perché ne sono convinto, e penso che anche difensori dai nomi importantissimi avrebbero le stesse difficoltà che oggi hanno i nostri difensori. Questa filosofia mi estasiava con Montella e sono estasiato vedendola praticare oggi a Sousa. L’ho sposata e la difendiamo e siamo convinti che ci sono tantissimi pro e qualche contro. Non ci sono mai cose perfette».
D: Per Bernardeschi, c’è la possibilità che venga fissata una clausola anche per lui o si affronterà l’estate normalmente?
C: «Anche qui, spesso ho ribadito che la proprietà della Fiorentina non è un club che mette il cartellino "vendesi" e non l’ha mai fatto nella sua storia. Nel nostro club vige la regola che la qualità, se vuole restare, noi non la offriamo a nessuno. Quindi deve essere questa qualità a dirci che non è contenta e che dal nostro paradiso vuole andare in qualche purgatoio da qualche altra parte. Noi ci sentiamo in paradiso e pur sapendo che ci sono delle criticità, vogliamo difenderlo sempre. Se poi qualcuno vuole andarsene, noi valutiamo se è il caso di farlo o meno».
D: Qual è stato l'investimento per Saponara?
C: «Ci sono sempre i bilanci, che voi sapete analizzare bene. Adesso, andare a dire quale sia la cifra, non so se sia il caso. E’ stata comunque un’operazione intorno ai 9 milioni di euro».
D: La Fiorentina può ancora entrare in europa? E Chiesa già così protagonista l'ha sorpresa?
C: «Chiesa ha sorpreso più voi che noi. Noi l’abbiamo tesserato quando aveva 11-12 anni e l’abbiamo cresciuto. Qui c’è davvero quello che noi possiamo considerare come una delle nostre pianticelle: le abbiamo protette, messe a dimora, concimate e annaffiate. Devo dire che ci siamo anche dati una pacca sulle spalle, per averlo blindato prima che si consacrasse, segno che ci abbiamo creduto anche prima che lo vedessero gli altri. L’Europa? Ieri vincevamo 2-0 e devo dire che ho visto Simeone ammonito sul 2-0 per un fallo da dietro che meritava l’espulsione, poi due gol suoi ci hanno portato al pareggio. Ditemi quindi perché io non dovrei crederci? Visto che potevamo avere quei due punti in più che la squadra ha dimostrato di meritarsi sul campo. Dobbiamo crederci tutti perché quesa squadra ha nelle corde le potenzialità per farcela».
D: E' vero che anche Borja Valero ha rifiutato la Cina? E poi, Diks può partite?
C: «Il nostro mercato in entrata è chiuso. In uscita abbiamo qualche operazione minore da fare, calciatori che finora hanno giocato poco o niente e che magari se vorranno andare a giocare per dimostrare il loro valore, proveremo ad accontentare. Per Diks, stiamo prendendo in considerazione l'opportunità di lasciarlo partire e alla fine credo lo accontenteremo. Ha diverse richieste anche in italia e proprio stamani ci ha espresso il suo desiderio di andare in una squadra dove possa non avere ancora dificoltàf nell’inserimento come potrebbe accadere con allenatori che non lo conoscono. Quindi preferirebbe andare al Vitesse in prestito e continuare lì il suo percorso di crescita. Lo stiamo accontentando e quindi andrà al Vitesse. L’ultima operazione che ci resta da completare riguarda Toledo, che però è un giocatore in prestito. La sua società ci ha detto che stanno valutando una proposta dal Sudamerica. La proposta arrivata dal Las Palmas non l’hanno presa in considerazione e però noi stiamo lasciando a loro la scelta della società dove fargli proseguire il suo percorso di crescita. Altre operazioni in corso non ne abbiamo. Continueremo a lavorare per la Fiorentina del futuro, fuori dal campo per migliorarla sempre seguendo un nostro modello che a molti può piacere o no ma noi, dal giorno dopo la chiusura del mercato, dobbiamo pensare al nostro lavoro fuori dal campo, In campo c’è un allenatore che farà del suo meglio con questo gruppo che ha a disposizione. Borja e la Cina? Io certe cose le leggo da voi».
D: Intorno alla Fiorentina c’è un certo clima di diffidenza: l'acquisto di Saponara è un raggio di sole in questa nebbia. C’è la possibilità che la Fiorentina torni a fare ciò che lei e la proprietà avete realizzato nei tuoi primi 5 anni, anche perché dal prossimo anno il quarto posto significherà Champions. O ci dovremmo aspettare una Fiorentina che operi sul mercato con idee, intuizioni e che punti all’Euorpa League.
C: «Fare i proclami non è mai stato nei miei modi di fare né in quelli della proprietà, ma ci siamo sempre misurati su quelli che sono i contenuti di quello che avevamo in mente come idea generale. Noi vogliamo creare un modello che veda una Fiorentina miscelata tra esperienza e gioventù, che possa essere una squadra attrezzata per lottare per l'Europa. Vogliamo una Fiorentina competitiva, sapendo che sarà molto importante il lavoro che verrà fatto dentro e fuori dal campo. Ci sono squadre che partono più avanti di noi e sappiamo che le possiamo raggiungere solo attraverso il lavoro, dentro e fuori dal campo. A me piace sognare e far sognare i nostri tifosi. Attraverso il lavoro dentro e fuori dal campo, cercheremo di essere competitivi ma fare proclami non è nelle nostre prerogative. Quando abbiamo fatto questo siamo arrivati per due anni davanti a squadre come milan o Roma, proprio perché abbiamo messo in primo piano il lavoro e la qualità del lavoro stesso, sapendo che la nostra proprietà non è una proprietà che non fa investimenti».
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