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Sousa: «Il responsabile sono io e chiedo scusa ai tifosi. Berna? Volevo più mobilità»

  • marcinnocenti
  • 23 feb 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Difficile spiegare questo clamoroso 4-2 che sbatte la Fiorentina fuori dall'Europa League. Sousa ci prova in conferenza stampa, anche se dall'esterno dello stadio "Franchi" arriva chiaro l'eco della contestazione (civile, anzi civilissima!) dei tifosi viola.

DOMANDA: Mister, una delusione fortissima. Si sente di dire qualcosa ai tifosi?

SOUSA: «Capisco che siano delusi e arrabbiati e ne hanno tutta la ragione, non era certo il risultato che volevamo. Pronti via, ci hanno messo in difficoltà ma, andando avanti, siamo riusciti a mettere al meglio il risultato. Dopo perdere così, anche se contro una squadra di qualità, dispiace soprattutto per i ragazzi, perché loro ci mettono l’anima, cercano di fare le cose per bene, per vincere e per onorare la maglia e i tifosi».

D: Se la sente di chiedere scusa alla città? Pensa che la Fiorentina si sia fatta male da sola?

S: «Fatta male da sola proprio no, perché abbiamo davanti un avversario che ha la sua qualità e che ci ha creduto, specie dopo il rigore. Poi abbiamo preso 3 gol su calci piazzati e ci questo ha penalizzato tanto ma l'avversario è molto forte. Chiedo scusa da parte di tutto il gruppo, come leader, prima di tutto ai nostri tifosi e alla nostra città, perché noi lavoriamo per dar loro gioia ma stasera siamo tutti tristi».

D: Una sconfitta che brutta soprattutto nei modi: in questa sconfitta quante responsabilità ha l’allenatore, quante i giocatori e quante la società?

S: «Come primo sono sempre io il responsabile di tutto. Io cerco di migliorare me stesso per migliorare i miei ragazzi. Sappiamo che in certi momenti, certi giocatori sono un po’ più "naif" nel prendere certe decisioni. Ad esempio, su un angolo un 1 contro 1 deve essere un movimento capibile, specie quando hai una punta appostata fuori dall’area. Serve la capacità di capire il momento e prendere le giuste decisioni. Dobbiamo saperci adattare alle posizioni degli avversari. Però, ripeto, sono sempre io a prendermi per primo tutte le responsabilità».

D: Fiorentina fuori da tutto al 23 febbraio. Stagione fallimentare?

S: «Noi sappiamo che nella vita abbiamo le nostre difficoltà. E' l’unità che ci aiuta a superarle. Noi continuiamo a lavorare ma sia io che il direttore vi abbiamo sempre detto che i nostri obiettivi dipendevano anche dalla competitività degli avversari. Noi, in ogni gara, competiamo al massimo e a volte non raccogliamo sempre il massimo ma lavoriamo per fare il nostro meglio in ogni partita».

D: Lei pensa di rischiare il posto dopo questa serata? Pensa che sia stata la giornata più brutta come allenatore della Fiorentina?

S: «E’ stata sicuramente una delle giornate più difficili per me qui a Firenze. Ce ne sono state anche altre, però oggi è sicuramente una delle mie giornate più tristi. Se rischio? Come sempre. Nel nostro mestiere noi allenatori dobbiamo mettere tutte le energie in ciò che possiamo controllare. Poi se una società prende decisioni contrarie, dobbiamo solo accettarle».

D: Ci spiega il cambio di Bernardeschi? Non abbiamo capito la sua uscita. Poi magari non sarebbe cambiato nulla ma può spiegarcela?

S: «L'hai detto anche tu: non sarebbe cambiato nulla quindi ti contraddici anche tu stesso... Volevo più intensità, più mobilità. Abbiamo messo anche una punta in più, quindi ho voluto mettere in campo maggior freschezza per andare avanti e indietro, cercando con Ilicic di provare a portare avanti la squadra ma non è stato sufficiente».


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