top of page

Sousa: «In superiorità, serve più controllo sugli avversari. Ilicic e Berna? Si sono allenati poco»

  • Marco Innocenti
  • 4 mar 2017
  • Tempo di lettura: 6 min

Consueta conferenza stampa pre-partita per Paulo Sousa, in vista dell'impegno di domenica alle 12.30 in casa dell'Atalanta di Giampiero Gasperini.

DOMANDA: Domani c'è l'Atalanta, vera rivelazione del campionato. Che gara si aspetta e come ci arriva la sua Fiorentina?

SOUSA: «Credo che ci arrivi allo stesso modo in cui ci arriva tutte le settimane. Abbiamo preparato la partita per vincerla, con tutto l'entusiasmo necessario per vincerla. Non solo attraverso il nostro tipo di calcio ma anche con l’entusiasmo. Andremo sicuramente a incontrare una piazza con tanta allegria, meritatamente per quello che stanno facendo, quindi sono sicuro che questo ci dovrà dare ancor più gioia di esprimere la qualità del nostro calcio. Ci arriviamo come sempre, quindi, lavoriamo con la voglia di vincere, fieri di quello di buono che sappiamo fare e cercando di migliorare sempre quelli che sono stati i nostri errori, che ci sono costati diversi punti, sapendo che troviamo una squadra che sta facendo molto bene, che sta in un momento molto positivo e ha buona qualità. Complimenti quindi al mio collega e ai ragazzi che stanno facendo molto bene. Auguri anche per il loro futuro perché sono questi gli esempi che ci danno la voglia di arrivare a questi livelli».

D: Dal 2004 ad oggi, la Fiorentina non aveva mai preso 27 gol a questo punto della stagione. Come mai?

S: «Credo che i segni c'erano stati anche lo scorso anno, anche quando vincevamo. Non eravamo una squadra imbattibile, soffrivamo anche diverse situazioni. Solo che segnavamo più dei nostri avversari e riuscivamo a vincere molto più in fretta le partite. Mi ricordo che anche voi nella vostra analisi, prima di iniziare la stagione, avevate attese più basse di quelle che noi abbiamo raggiunto ma iniziavamo sempre bene le gare, andando in vantaggio anche di due gol. Poi, con la capacitò di palleggio, tenevamo il controllo fino alla fine. Ma subivamo. Avevamo anche delle difficoltà e appena è calato un po’ tutto l’entusiasmo, anche gli errori si sono maggiormente evidenziati. Vorrei andare anche più in profondità nella mia analisi ma non è questo il luogo né il momento. L'ho fatto con il direttore, guardando anche allo scorso anno, e gli ho detto quali erano le mie idee per migliorare, poi per il resto tocca al direttore stesso e alla società».

D: In queste ultime gare, la Fiorentina ha subito alcune rimonte clamorose: pensa che manchi quella leadership di cui lei ha spesso parlato in alcuni giocatori?

S: «Credo che mi conosciate già da tempo e sapete quanto io ritenga importante il tenere per me la mia analisi profonda sui miei giocatori, che per me sono sempre i migliori. Per il resto, devo essere io a direzionarli nel miglioramento. Già dalla partita con l’Empoli dello scorso anno, abbiamo parlato del carattere e quindi non ritengo che serva parlarne ancora. Noi cerchiamo di migliorarci di continuo».

D: Che sensazione ha su Ilicic e Bernardeschi? Ci saranno domani?

S: «Ilicic si è allenato ieri, Bernardeschi ancora no. Lui ha sempre dato la sua disponibilità e per questo io non l’ho mai commentato, perché è una questione sensibile quello che lui ha fatto anche come valore aggiunto per la società. Ha fatto due gare con dell infiltrazione per giocare e per un allenatore questa disponibilità è straordinaria, perché è il segno che ha voglia di aiutarci a vincere più possibile e per onorare la nostra maglia. Questa è leadership ma non è solo lui, anche già altri ma non devo essere io a dire queste cose».

D: Nel modo in cui la Fiorentina ha preso certi gol, si ha la sensazione che la squadra sia andata quasi nel terrore, con nessuno capace di spazzare via la palla.

S: «Molti dei gol che abbiamo preso vengono da palle inattive, ma non dalla prima giocata ma sempre dalla seconda. E’ un aspetto da migliorare, comunque».

D: La squadra adesso deve vincere il più possibile per provare ad agganciare un treno per l'Europa, difficile ma ancora possibile.

S: «Oggi è lo stesso che ieri, quando abbiamo iniziato questo campionato. La Fiorentina con me deve impegnarsi sempre per vincere ogni gara. Quindi non c'è nessuna differenza».

D: C’è la possibilità di vedere un maggior impiego di giocatori finora visti meno, anche per capire se possono dare il loro contributo per il futuro?

S: «Sui giovani, vi ho sempre detto che in tutte le squadre dove sono stato, per me non c’è mai stata differenza tra giovani e meno giovani ma solo fra chi può e chi non può aiutare la squadra. Da qui alla fine, cercherò di aiutarli ad avere più tempo. Penso ad esempio ad Hagi: sta sempre lavorando con noi, ha molta qualità e spero di potergli dare l’occasione che merita per mettere più minuti sul campo».

D: Si può dire che l'Atalanta sia il tipico esempio da prendere come riferimento come politica societaria?

S: «Non è da oggi. Credo che l'Atalanta abbia un percorso di diversi anni, di una filosofia calcistica e una cultura di società molto direzionata verso quello che stanno vivendo quest'anno. Poi ciclicamente può arrivare a questi traguardi».

D: Babacar come sta?

S: «Babacar, come tutti gli altri, ha la possibilità di scendere in campo dall’inizio o durante la gara. Lavora molto bene e sta crescendo anche tatticamente. Percepisce sempre meglio lo sviluppo del gioco e riesce anche a introdurla sul campo. Non pensa il calcio solo per se stesso ma migliora la capacità di giocarlo con gli altri».

D: Che effetto le ha fatto sentire dire da Chiesa che, per la crescita che lui ha avuto, la considera quasi un genio?

S: «Su Chiesa dico che se lo scorso anno non ha avuto lo spazio, dopo averlo visto giocare in Primavera e quest'anno dentro la ns rosa e dopo aver visto la sua qualità calcistica e umana, ora lui ha avuto la naturale opportunità di giocare stabilmente. Da quando ho scelto di fare l’allenatore ho scelto di lavorare per i miei giocatori, per farli crescere, per renderli sempre più intelligenti nel prendere le migliori decisioni e prendere una forma che dia loro la possibilità di affermarsi nel corso di tutta la loro carriera».

D: Esiste nel calcio la possibilità che una squadra giochi contro l’allenatore? Lei pensa che i suoi giocatori, al di là della facciata, remino tutti dalla sua parte e siano con lei?

S: «Io credo che quello che si vede sul campo sia la vera garanzia. Vengono tutti agli allenamenti predisposti per allenarsi, credono in quello che facciamo agli allenamenti, vogliono continuare a crescere, ci provano al massimo sul campo. Fino ad oggi hanno sempre mostrato questo quindi non vedo altre risposte».

D: Il suo futuro: anche lei crede che l’opzione per il prossimo anno non sarà esercitata dalla Fiorentina?

S: «Io credo che quest'analisi profonda non vada fatta adesso. Si farà di certo comunque, come vi dico sempre, per me è più importante focalizzarmi su quello che posso controllare, cioè gli allenamenti, cercare di fare il meglio per far crescere i miei ragazzi e per vincere ogni partita, scalando punto per punto».

D: Contro il Torino, nel primo tempo 2 gol e 4 occasioni clamorose. Nel secondo tempo 2 gol presi più il rigore fallito e Fiorentina in balia dell’avversario. Ma qual è la vera Fiorentina? Quella che batte la Juve in quel modo oppure quella vista contro il Borussia e nel secondo tempo contro il Toro?

S: «La vera Fiorentina che mi piace vedere è quella ambiziosa, che propone, che crea e che fa gol. Sappiamo che giochiamo la grande maggioranza delle partite con un controllo assoluto, creaimo sempre più dei nostri avversari, a volte siamo più efficaci che altre e questo ci dà la possibilità di vincere. Altre volte siamo meno concreti ma abbiamo la capacità di soffrire e portare a casa le vittorie. Altre volte no. L’errore o quello che siamo difensivamente non ci lascia vincere delle gare però io, anche cercando di nascondere quella che è la mia percezione chiara della mia rosa, l’ho analizzato con chi di diritto, il nostro direttore e i nostri presidenti, come ho fatto dal primo giorno, per essere molto più competitivo e fare passo in più. Io cerco di farlo giorno per giorno, lavorando per avere questa competitività pur consapevoli dei nostri limiti. Anche nel secondo tempo contro il Torino all’inizio abbiamo avuto diverse occasioni. Abbiamo però concesso delle palle inattive e anche con il nostro blocco con più giocatori dietro alla palla. Quando siamo in superiorità numerica, dobbiamo avere più controllo ugli avversari. Però sappiamo non da oggi che soffriamo, a volta riusciamo a risolvere, altre volte no. In un certo momento sembra che tu hai un momento positivo e questa difficoltà non si rivela, viene nascosta. Altre volte l'ambiente ti espone molto di più».


Comments


In evidenza
Più recenti
Ricerca per tags
Follow Us
  • Facebook Social Icon
  • Twitter Social Icon
  • Google+ Social Icon
  • Grey Facebook Icon
  • Grey Twitter Icon
  • Grey Instagram Icon

Facebook

Twitter

Instagram

Diventa amico...

Seguici...

Seguici...

© 2016 by Marco Innocenti. Proudly created with Wix.com

Per non perdere nemmeno una News 

RSS Feed
bottom of page