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Sousa: «La contestazione dei tifosi? Io parlo solo di calcio»

  • Marco Innocdenti
  • 7 mag 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

L'impressione è di un Sousa abbastanza contrariato nella sala stampa del Mapei Stadium di Reggio Emilia. Ecco il botta e risposta fra i giornalisti e il tecnico viola al termine di Sassuolo-Fiorentina.

DOMANDA: Di Francesco ha appena finito di dire che questi per lui sono due punti persi. Lei come la vede?

SOUSA: «Innanzitutto permettetemi di fare grandi complimenti alle ragazze della nostra squadra femminile che ieri hanno vinto lo scudetto. Tanti auguri per il prossimo futuro, che possano onorare sempre al meglio la nostra maglia. Venendo alla partita di oggi, abbiamo iniziato non benissimo poi però abbiamo cominciato ad essere noi stessi. Siamo stati condizionati in avvio dalla mancanza di mobilità di un giocatore importante come Badelj, cosa che non ci ha permesso di scavalcare la pressione dei nostri avversari. Poi quando è entrato Bernardeschi ha impiegato qualche minuto per entrare al meglio in partita. Poi abbiamo sbagliato un rigore e abbiamo creato mezze occasioni perché spesso fallivamo l'ultimo passaggio. Abbiamo segnato il secondo gol, in una gara che ci ha visto sempre in crescere, poi con l'inferiorità numerica abbiamo concesso molto più spazio ai nostri avversari ma era anche normale. Abbiamo provato comunque a vincerla, anche col cambio di Babacar e poi alla fine i ragazzi hanno preso quello che si meritavano. Che secondo me era molto di più in questa partita. Però alla fine abbiamo preso comunque questo punto».

D: La scelta di partire con Bernardeschi in panchina: aveva pensato di farlo partire titolare? Perché la linea di trequartisti della Fiorentina di oggi era piuttosto singolare...

S: «Abbiamo optato per Cristoforo perché spinge sempre e da tempo lavora molto bene. Abbiamo voluto aggiungere qualcosa in termini di fisicità visto che il nostro avversario ha grande fisicità in mezzo al campo. Poi lui ha una buona capacità di tirare da fuori e credo che lo abbiamo avuto abbastanza. All’inizio non tanto, perché ha sofferto di una mancanza di percezione del suo spazio senza palla rispetto al pivot dei nostri avversari, dandogli un po’ di spazio ma dopo abbiamo rettificato e abbiamo dominato finché siamo stati in superiorità».

D: Si ripetono le discussioni per battere i rigori. Ma non c'è una direttiva dalla panchina?

S: «Quante volte lo avete visto in stagione? Forse appena due. Sono diversi i rigoristi che hanno la capacità ma anche la maturità e la responsabilità di tirare e a me soddisfa il vedere questa voglia di prendersi la responsabilità da parte dei miei giocatori. Io non indico un rigorista, se è questo che volevate sapere, e in campo ci sono diversi giocatori che vengono lasciati liberi di prendono fra loro questa decisione».

D: Lei tempo fa arrivò a parlare di calcio citando Pessoa: c'è una frase che potrebbe sintetizzare questo suo biennio alla Fiorentina? E poi, che eredità lascia in Viola?

S: «Di questo parleremo a tempo debito. Non adesso».

D: ADV poco fa ha detto, così come fatto prima da Bernardeschi, che la squadra non si merita la contestazione da parte dei tifosi?

S: «Sono sentimenti che loro esprimono. Io devo pensare solo a parlare di calcio».


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