48 anni fa, quell'indimenticabile 11 maggio 1969
- Marco Innocenti
- 11 mag 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Superchi, Rogora, Mancin, Esposito, Ferrante, Brizi, Chiarugi, Merlo, Maraschi, De Sisti, Amarildo. E' questa la formazione di eroi che riportò lo scudetto a Firenze a distanza di 13 anni dal primo storico trionfo viola. A questi undici, poi, vanno aggiunti ovviamente tutti gli altri che scesero in campo in quella grande stagione, ma questi furono quelli che lo scudetto se lo andarono a cucire sul petto battendo proprio la Juventus, a Torino, l'11 maggio di esattamente 48 anni fa.
Primi fra tutti sicuramente Bruno "El Petisso" Pesaola, il tecnico appena arrivato sulla panchina viola subito vincente, e il presidente Baglini, che di quel trionfo fu il vero grande artefice in un'estate non proprio calma per la Fiorentina, con le due cessioni eccellenti di Albertosi al Cagliari e di Bertini all'Inter. Ma fu ovviamente anche il trionfo dei vari Bandoni, Cencetti, Danova, Mariani, Pirovano, Stanzial e Rizzo, subentrato quest'ultimo quell'11 maggio a poco più di dieci minuti dalla fine. Un ricordo incancellabile nella memoria di chi 48 anni fa c'era già, ma anche di chi se lo è solo sentito raccontare da amici e parenti, un giorno di festa per la Fiorentina e tutta Firenze.
Il calendario, o meglio, il destino beffardo, colloca il match point per la Fiorentina proprio alla penultima di campionato, sul campo della rivale di sempre: la Juventus. A dirigere la sfida fu chiamato Concetto Lo Bello e sugli spalti 15mila tifosi viola sono arrivati da Firenze con una grande speranza nel cuore. Il primo tempo vede una Fiorentina meno brillante del solito, sicuramente un po' contratta vista l posta in palio ma la Juventus, che quell'anno finirà quinta a dieci punti dalla vetta viola, non ha il peso specifico per impensierire seriamente la porta di un Superchi che, pur alla sua prima stagione da titolare, chiuderà il campionato con appena 17 reti al passivo in 30 gare.
Al ritorno in campo, si capisce subito che quella del secondo tempo sarà ben altra Fiorentina. Chiarugi continua a seminare il panico nella difesa bianconera e al 48' arriva il gol che sblocca la situazione. Centro dalla destra di Amarildo su punizione, palla che arriva quasi innocua fra le braccia del portiere Anzolin che però non trattiene, sul pallone si avventano Chiarugi e Maraschi e, alla fine, il tocco decisivo è della "Freccia di Ponsacco". Palla in rete e 1-0 per la Fiorentina. La gioia per quella rete fu tale che... qualcuno festeggiò anche sulla panchina della Juve. Quel giorno, infatti, seduto a guardare la partita dalla panchina, c'era anche Giuliano Sarti, portiere del primo scudetto con oltre 200 presenze con la maglia viola. Fu proprio lui a raccontare, durante la serata della Hall of Fame 2015, quello che accadde sulla panchina juventina al gol di Chiarugi. «Quando segnó la Fiorentina esultai. Heriberto Herrera [quell'anno allenatore della Juventus, ndr] mi chiese: "Ma che stai facendo? Hanno fatto gol loro, mica noi" ed io risposi: "Non possiamo più vincerlo noi lo scudetto. E' bene che lo vinca la mia Fiorentina”».
La Fiorentina inizia a giocare sulle ali dell'entusiasmo che, dalle tribune, sembra aver contagiato anche la squadra in campo. Al 68' infatti arriva il colpo del ko: Chiarugi scende palla al piede e poi serve sulla sua destra il solissimo Maraschi, che di destro incrocia sul palo lontano e batte Anzolin in uscita disperata. E' il 2-0 che scrive la parola fine sulla partita: la Fiorentina è campione d'Italia per la seconda volta nella sua storia.
La festa di Firenze è celebrata ovviamene anche dalle tv, tanto che la Fiorentina è ospite della popolarissima trasmissione "Canzonissima", condotta da Johnny Dorelli. E' il 6 dicembre del 1969 e nel collegamento da Coverciano, curato da Paolo Villaggio, sfilano i vari Superchi, Chiarugi, De Sisti, Ferrante, Brizi e, ovviamente, il tecnico Pesaola.
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