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Sousa a Sky: «Ho fatto di tutto per trasmettere il mio entusiasmo alla Fiorentina. Non solo ai miei

  • Marco Innocenti
  • 28 mag 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Finisce con il pareggio contro il Pescara l'avventura di Paulo Sousa sulla panchina della Fiorentina, dopo due anni iniziati con l'enusiasmo del girone d'andata dello scorso anno e conclusi, invece, con i cori e la lunga agonia di questo finale di stagione. Un addio scritto da tempo, che il tecnico portoghese rilegge così ai microfoni di Sky Sport:

«Quando sono arrivato alla Fiorentina, sapevo che la Serie A mi avrebbe aiutato a crescere. Mi sono confrontato con allenatori bravissimi e con rose di grande qualità. Oggi però non voglio fare analisi particolari a caldo, voglio prima riflettere bene. Ho visto una Fiorentina che sapeva di non essere imbattibile ma che ha lottato oltre ogni limite per cercare di vincere ogni gara. Oggi quindi, più di tutto, voglio dire grazie ai miei ragazzi, che tutti i giorni hanno messo una gran voglia di aiutarsi e di provare sempre a superarsi. Poi, voglio dire grazie a tutti coloro che nella mia quotidianità mi hanno aiutato a dare il mio massimo per portare più sempre più in alto la Fiorentina»

C'è una cosa che si porta via da Firenze? «L'orgoglio e la consapevolezza di aver dato il massimo di me stesso e di essere sempre stato accolto con il massimo della voglia di fare bene da tutti i mie giocatori per cercare di migliorarsi e di dare sempre il massimo».

Quest'anno troppi gol ma anche tanti punti conquistati contro le grandi. «Noi programmiamo sempre le nostre gare per vincere. Quest'analisi sintetica è vera ma ho visto però sempre dei ragazzi che hanno voluto, anche nei momenti di difficoltà, provare ad andare oltre i loro limiti».

Alla fine, forse, vi sono solo mancate una manciata di vittorie in più? «Credo che diverse partite dovevamo vincerle perché eravamo superiori ai nostri avversari, o almeno creare di più per vincerle rispetto a quanto fatto. Però credo anche che i ragazzi abbiamo sempre cercato di farlo e di dare il meglio di se stessi perché avevamo le qualità individuali e collettive per fare meglio in tante partite. poi però ci sono diversi fattori che condizionano una partita e una stagione. Ma questo lo approfondirò più tardi, non adesso a caldo».

La sensazione è che a gennaio dello scorso anno si sia spenta la passione, che il clima sia diventato di colpo gelido. «Io sono consapevole di aver dato tutto me stesso per la Fiorentina, non solo per i miei ragazzi ma per tutta la Fiorentina come io cerco di fare sempre. Ho dato tutto anche per cercare di fare quello potevo e che era nelle mie convinzioni per il miglioramento collettivo. E' evidente però che, anche avendo tanta passione per il calcio, non sono riuscito a trasmetterla e questo è molto importante, riuscire a trasmettere passione a tutti. E' qualcosa che io approfondirò per migliorare nel futuro».


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