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Caso Borja Valero: e se fosse tutta una grandissima fuffa?

  • Marco Innocenti
  • 19 giu 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Partiamo da un presupposto: non può esistere una città senza un Sindaco. Questo crediamo sia chiaro un po' a tutti. Da un paio di settimane a questa parte, però, tutta Firenze è scossa dalla prospettiva di veder partire il proprio primo cittadino. Non stiamo parlando di Dario Nardella, ovviamente, ma di Borja Valero che, sebbene abbia sempre ribadito a chiarissime lettere la propria intenzione di non andarsene da Firenze, è finito in uno strano vortice di mercato che lo vedrebbe in procinto di fare le valigie ed accasarsi all'Inter.

Il giocatore, in vacanza con la famiglia, non ha mai fatto mistero della sua ferma volontà di chiudere la propria carriera con la maglia della Fiorentina, della quale è non solo un leader indiscusso sia in campo che nello spogliatoio, ma anche il probabile capitano dopo la partenza di Gonzalo, in attesa che la fascia finisca sul braccio di Bernardeschi (a patto che, quel giorno, in viola ci sia ancora un Bernardeschi a cui affidarla...). Lui ha 32 anni ed un contratto in scadenza nel giugno 2019, quando la carta d'identità segnerà 34 primavere. Difficilmente si potrà pensare ad un ulteriore prolungamento. Ma tutto questo non è mai stato un problema: lui ha sempre detto che Firenze è la sua casa e che la Fiorentina è la sua squadra. Punto.

D'altro canto, la società non ha mai pensato realmente di metterlo sul mercato. Men che mai, crediamo, dopo una partenza dolorosa sia per i tifosi che per lo spogliatoio come quella di Gonzalo Rodriguez. Operazione ringiovanimento e italianizzazione va anche bene, ma guai a toccare troppi gioielli della corona tutti insieme e Borja, sicuramente, è uno di quelli più amati dall'intera piazza viola. Ma allora, chi sta davvero premendo per la sua partenza da Firenze?

Il principale indiziato è sicuramente il procuratore, Alejandro Camano. Il suo intento, nemmeno troppo nascosto, sarebbe quello di piazzare un ultimo trasferimento, con relativa percentuale a suo vantaggio, prima che Borja decida di smettere e quale destinazione migliore se non un club italiano, magari a caccia di qualche colpo di mercato anche a costi esorbitanti? Ed ecco quindi spuntare l'ipotesi Inter, società che rientra perfettamente nell'identikit appena tracciato. Sull'argomento cessione, fra l'altro, pare che tempo addietro ci sia stata anche una discussione fra il giocatore e lo stesso procuratore, discussione nella quale Borja Valero avrebbe ribadito la sua ferma volontà di non muoversi da Firenze e di rispettare fino in fondo il contratto in essere con la squadra viola.

In quest'ottica si inserirebbero perfettamente sia la mezza telenovela della scorsa estate con la Roma, sia la trattativa svelata dallo stesso giocatore con i cinesi a gennaio. Adesso gli attori sono cambiati e a corteggiare il todocampista spagnolo ci sarebbero le due milanesi, due squadre che, guarda caso, sembrano entrambe aver risorse da spendere sul mercato, anche andando al di là dei reali valori dei singoli giocatori presi in considerazione. Il tentativo dell'agente a questo punto sarebbe più che chiaro: prendere contatti con altre società e presentare al giocatore proposte d'accordo più vantaggiose rispetto al suo ingaggio attuale, che ricordiamo si attesta su 1,7 milioni a stagione. Nel contempo, però, bisogna anche prodigarsi nel creare destabilizzazione sulla piazza fiorentina, alimentando le voci di un suo imminente addio. E per questo ci sono i media, sempre affamati di presunti colpi di mercato da sbandierare ai quattro venti. Specialmente quelli a tiratura nazionale, molto sensibili alle notizie che prospettano un rafforzamento delle "solite note".

L'unica cosa certa, al momento, è che sulla scrivania di Pantaleo Corvino non sono pervenute offerte di sorta e che Borja e famiglia sono ancora tranquillamente in vacanza, dopo aver più volte ribadito la propria volontà di restare a Firenze, ereditando quella fascia lasciata da Gonzalo. C'è però solo una situazione che potrebbe far saltare il banco e cioè l'inevitabile rivolta a cui si assisterebbe in città all'annuncio di una partenza del proprio Sindaco. E in una situazione di già precario armistizio fra la società e la tifoseria, l'ultima cosa che servirebbe è una cessione percepita da tutti come l'ennesimo colpo ai sogni di rilancio.


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