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Antognoni: «Quando si ringiovanisce la rosa, normale che ci sia un po' di nervosismo nei tifosi»

  • Marco Innocenti
  • 9 lug 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Conferenza stampa di apertura ufficiale del ritiro 2017 e, davanti ai giornalisti della sala stampa, si presenta Giancarlo Antognoni, accompagnato dal sindaco di Moena Felicetti, dal direttore dell'Apt della Val di Fassa Weiss e dall'assessore al turismo di Moena Dalla Piccola.

Il primo a prendere la parola è il direttore Weiss. «Siamo molto soddisfatti della partnership con la Fiorentina e da parte degli operatori del turismo della Val di Fassa c'è piena fiducia che questa collaborazione possa andare avanti anche negli anni a venire. Al tavolo, qui accanto a me, abbiamo le persone che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto in questi anni e posso assicurarvi che c'è tutta la volontà di migliorare ancora. Un grazie alla società viola per aver messo a disposizione per questo momento di saluto un pezzo di storia della Fiorentina come Giancarlo Antognoni. Negli anni '80 io lavoravo all'estero e nell'82, nei giorni del Mundial spagnolo, è stato molto più facile per noi italiani che lavoravamo in giro per il mondo, perché godevamo di quella grande vittoria alla quale Giancarlo ha contribuito e per questo lo voglio ringraziare anche personalmente».

Il microfono è poi passato al sindaco di Moena Edoardo Felicetti. «Abbiamo preparato con grande entusiasmo il vostro arrivo, come ogni anno, per far sentire ben accetto tutto il popolo fiorentino. Sono anni che questa collaborazione va avanti e questo è un segno di grande valore perché ci siamo sempre trovati bene con tutti voi. Speriamo davvero che questo sodalizio possa continuare. Un grazie alla Provincia che ci dà una grossa mano e anche all'Apt e alla Monti Pallidi. Una bella novità di quest'anno è lo stand della ristorazione gestito da personale locale, quindi anche nel Village potrete assaggiare le nostre specialità culinarie».

«Torno davvero molto volentieri in ritiro - ha detto invece Giancarlo Antognoni - e una location così bella nella mia carriera non l'ho mai trovata. Ci auguriamo tutti che questo percorso con la città di Moena prosegua anche nei prossimi anni perché ci siamo trovati davvero molto bene, sotto ogni aspetto. In tutti questi anni ce la siamo sempre giocata fino alla fine, eccezion fatta forse solo per lo scorso anno. Purtroppo siamo arrivati ottavi e non abbiamo ottenuto il risultato che ci eravamo prefissati all'inizio. Speriamo il prossimo anno di riprendere come negli anni fatti in precedenza. Mi fa piacere essere qua in ritiro e penso di poter dire che, dopo aver presentato a Firenze le 4 maglie dei rioni del calcio storico, metterei Moena al quinto posto come "casa viola" perché ci siamo trovati sempre bene, grazie a voi e anche grazie alla stampa, alla fine, perché poi c'è sempre collaborazione reciproca, anche se qualche volta c'è qualche piccola ripicca. Ma fa parte del gioco. Tutti insieme cercheremo di proseguire questo discorso che per adesso è ancora solo teorico, ma speriamo che la squadra possa dimostrare sul campo tutto il proprio valore».

DOMANDA: Come vede la squadra e il clima che si sta creando intorno al nuovo tecnico Pioli?

ANTOGNONI: «Siamo un po' tutti in attesa di nuovi eventi ma i ragazzi presenti danno tutti il loro contributo. Ad oggi, la squadra è composta quasi solo da ragazzi della Primavera, con l'eccezione di Vecino, Cristoforo e Maxi. Pioli? L'ho visto sempre tranquillo».

D: Che effetto fa tornare in ritiro con questi colori? E poi, ha un messaggio di fiducia da trasmettere ai tifosi viola?

A: «E' stato un po' come tornare indietro nel tempo. Mi ha fatto grande piacere tornare alla Forentina ma è tutta un'altra cosa seguire la squadra e tornare in ritiro, anche per respirare l'aria buona di questo periodo, sebbene in questo momento ci siano un po' poca tranquillità intorno. Per il futuro, penso che la Fiorentina cercherà sempre di fare una squadra competitiva. Non posso dire adesso dove arriverà o non arriverà, ma sono partiti giocatori importanti e si cercherà di sostituirli degnamente. Forse andrà via anche qualche altro giocatore altrettanto importante ma verrà sostituito nel modo migliore. La volontà della società è quella di restare a lottare ad un certo livello. Non si può pensare di vincere il campionato, intendiamoci, ma sicuramente restare nei quartieri alti della classe».

D: I ritiri sono sicuramente molto diversi da prima, quando giocava lei. Con il mercato ancora così lungo, la squadra è ovviamente un cantiere aperto. Lei è stato però dirigente per 10 anni: ci sono stati altri momenti in cui magari si partiva con tante polemiche e nervosismo, penso ad esempio alla prima Fiorentina di Montella, e poi sul campo è arrivata la sorpresa dopo un'estate di depressione?

A: «Con il mercato di oggi, non si può fare un paragone con le mie stagioni da giocatore. Alle volte parti con tanta perplessità intorno e invece, piano piano, sopperisci a queste mancanze. Qualcosa di simile c'è stato, in precedenza, anche quando sono stato dirigente io, ma ora la Fiorentina ha intrapreso un percorso di ringiovanimento della squadra, sono partiti pezzi importanti come Ilicic, Borja e Gonzalo che hanno fatto benissimo a Firenze e sostituirli non è facile. Servono giocatori più giovani, ma penso che con un po' di pazienza si otterrà anche il risultato. Quando ci sono questi cambiamenti, è normale che ci siano delle perplessità specie nei tifosi. Chiaro che, se uno come Bernardeschi dovesse andare via, sarebbe un po' più difficile sostituirlo».

D: Lei è la vera grande bandiera della Fiorentina ma è possibile che non si riesca proprio a tenere un rapporto accettabile con le bandiere che partono?

A: «Questo, nel calcio di oggi, è più difficile. Si può chiudere sicuramente un rapporto in modo molto diverso, quello sì, ma quando ci sono due attori, secondo me, la ragione è sempre nel mezzo. Quando il dibattito coinvolge personaggi importanti, allora diventa ancora più difficile stabilire precisamente di chi sia la colpa. In questi casi, io però la metto sempre al 50%. I giocatori oggi hanno più potere contrattuale rispetto alle società, ma lo dice il mercato non è che lo dica io. Non è nemmeno che la Fiorentina subisca più di altre. E' la naturale conseguenza della situazione attuale del mercato. In effetti però a volte certe separazioni si potrebbero sviluppare in altro modo».


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