A Moena la squadra fa quadrato. E domani arriva Chiesa... ma non Bernardeschi
- Marco Innocenti
- 16 lug 2017
- Tempo di lettura: 2 min

Esattamente un anno fa fu proprio lui la sorpresa più bella del ritiro viola all'ombra delle Dolomiti. E domani Federico Chiesa dovrebbe arrivare in Val di Fassa per unirsi alla squadra e mettersi agli ordini di Stefano Pioli e del suo staff, unendosi a un gruppo che in questa prima settimana abbondante di ritiro ha messo in mostra una voglia di serenità incredibile, per provare a disegnare la strada giusta per riaprire un nuovo ciclo.

Inutile dire che uno dei principali artefici di questa ricerca della massima serenità è proprio Stefano Pioli, il cui primo lavoro è stato quello di provare a riportare tranquillità in tutto l'ambiente. Lunghi colloqui con ognuno dei giocatori, a cominciare da Davide Astori, ma anche Vecino, Tomovic e Tatarusanu, per diversi minuti e spesso anche strategicamente in bella vista, proprio davanti agli occhi dei giornalisti presenti a bordo campo, anche se ovviamente lontano da orecchie estranee. Usando un'espressione forse spesso abusata, si potrebbe dire che il nuovo allenatore ha quasi stretto un "Patto" con i senatori dello spogliatoio, spiegando la propria filosofia e chiedendo loro di fidarsi e di mettersi a sua disposizione. E il risultato si vede, anche dal punto di vista del clima che si respira qui a Moena intorno alla squadra, che ieri sera, ad esempio, era riunita in una nota pizzeria del paese per una cena di gruppo, con tanto di "Inno della Fiorentina" cantato a squarciagola da tutto il gruppo.

Come dire che qua, sotto le Dolomiti, i mugugni e la diffidenza che dominano a Firenze, non sembrano arrivare, o perlomeno non sembrano scalfire la voglia di serenità di un gruppo intento a ricrearsi, intorno ai nuovi arrivi ma soprattutto intorno alle partenze pesanti di questa prima fase del mercato. Il tutto sotto la guida di uno Stefano Pioli già entrato in empatia con i suoi ragazzi, ma anche di un Davide Astori finalmente assurto al ruolo di leader del gruppo, investito ufficialmente davanti a tutta la piazza moenese con la consegna della fascia di capitano, o da un Marco Sportiello scelto come portiere titolare e apparso oggi, in conferenza stampa, determinato come non mai. Senza dimenticare gente come Tomovic che, pur fra le critiche di parte della tifoseria, ha dimostrato coi fatti di tenere a questa maglia, o come Vecino, destinato con tutta probabilità a prendere le chiavi del centrocampo viola, insieme ad un Milan Badelj sempre meno in procinto di andarsene e sempre più indiziato di rinnovo a sorpresa.
Domani, come detto, arriverà Federico Chiesa, il gioiello forse più pregiato di questa Fiorentina 2.0, rinnovata dopo il mal digerito tiki-taka in salsa portoghese dell'ultimo anno e mezzo. Non arriverà invece, come sarebbe stato nelle previsioni, Federico Bernardeschi, ormai promesso sposo della nemica di sempre. A lui la società ha concesso l'ultima carezza, evitandogli l'arrivo a Moena dove i tifosi non gli avrebbero certo riservato un'accoglienza amorevole.
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