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Pioli: «Vecino? Non posso vivere di speranze. Io devo sempre trasmettere motivazione alla squadra»

  • Marco Innocenti
  • 19 lug 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Non vuole parlare della vicenda Vecino, Stefano Pioli, che si presenta in sala stampa subito dopo il fischio finale di Fiorentina - Trento, terza amichevole della squadra viola qui a Moena, finita 5-0 con reti di Babacar su rigore, dell'esordiente Zekhnini, di Hagi nel primo tempo e di Gori e Illanes nella ripresa.

DOMANDA: Mister, un suo giudizio sui due giovani esordienti, Zekhnini e Milenkovic?

PIOLI: «Sono ragazzi appena arrivati che però abbiamo seguito e valutato molto bene. Hanno del potenziale e questa è la cosa più importante. Arrivano da campionati molto diversi, devono ancora formarsi come calciatori e come uomini ma hanno delle qualità e ci si può lavorare e ben sperare per il nostro futuro».

D: Sulla vicenda Vecino, cosa può dirci?

P: «Non ho nulla da dire. Si sta allenando molto bene, come del resto stanno facendo tutti i suoi compagni e mi fermo qui. Sappiamo qual è la sua posizione, c'è una clausola poi io ripeto solo la solita cosa: sto allenando dei giocatori che si stanno impegnando tutti molto bene».

D: E su Kalinic? Ci riparlerà?

P: «Io non devo convincere nessuno, Nikola ha dato la sua piena disponibilità per allenarsi. Ha avuto un problema familiare abbastanza serio visto che non capita certo tutti i giorni di subire una rapina con la propria moglie in casa. So che arriva stasera ma da lui mi aspetto quello che mi aspetto da tutti gli altri miei giocatori. Poi il mercato è lungo, ci sono situazioni che ancora devono definirsi e che spero si definiscano al più presto. Stiamo però lavorando bene».

D: Hagi? Sta seguendo i suoi consigli di non toccare troppo il pallone?

P: «Io credo che si parta dallo stesso discorso di base che ho spiegato per Milenkovic e Zekhnini: l'importante è che siano ragazzi con del talento e poi bisogna non esaltarli troppo e non aspettarsi troppo fin da subito. Hagi ha talento ma vedremo quando saremo al completo. Prenderemo le decisioni migliori possibili per gli interessi della squadra e per quelli del ragazzo. Ma vale per Hagi come per ogni altro ragazzo che abbiamo qui».

D: Chiesa? Quali sono le sue prime impressioni?

P: «Federico ha portato subito entusiasmo. E' un ragazzo sempre sorridente, sereno e mi piace questo atteggiamento. Se lo facciamo con serietà e con buone qualità avremo risultati positivi. Lui è molto contento oltre che molto ben inserito. Ha fatto bene la passata stagione ma sa anche bene che i giovani in italia vengono spesso esaltati al loro primo anno ma che, al secondo anno, spesso vengono criticati. Vedo però un ragazzo giovane ma molto maturo e presente».

D: Giocare con gli esterni a piede invertito è un caso provato oggi o uno schema che pensa di utilizzare?

P: «Io non ho un mancino quindi in realtà non giochiamo con gli esterni a piedi invertiti. io voglio un squadra che non dia punti di riferimento agli avversari. Più possibilità ho di scelta e meglio è. Federico Chiesa è proprio uno di questi che può giocare indifferentemente a destra o a sinistra. Bene anche per la squadra per avere più imprevedibilità».

D: Conosce questo francese che la Fiorentina sembra abbia praticamente preso?

P: «Nominatemi un giocatore in Europa e io lo conosco. Ma io parlo solo dei giocatori della Fiorentina e non di giocatori che non sono ancora di questa squadra».

D: Sappiamo che su Vecino c'è una clausola ma all'inizio del ritiro lei sembrava avere stabilito un creato feeling con il giocatore: quanto è forte il rischio di perderlo?

P: «Non lo so e non voglio nemmeno vivere di speranze. Io devo per forza fare così se voglio trasmettere alla squadra le motivazioni che ho e che dobbiamo avere. Più le sfide sono complicate e più sono motivanti, però. Con Matias ho un buon rapporto ma come sto cercando di creare anche con tutti gli altri giocatori. Ovviamente mi piacerebbe molto allenarlo perché lo ritengo un giocatore importante e moderno, utile per ogni squadra».

D: Sabato arriverà un avversario più competitivo come il Bari ma arriveranno anche 500 tifosi dalla Fiesole: c'è qualcosa che vorrebbe dire loro?

P: «Io conosco bene la passione dei nostri tifosi e loro sanno benissimo che, al di là delle scelte della società, quello che conta è ciò che possiamo fare da qui in avanti. Dobbiamo ripartire e più siamo uniti e più siamo forti. I tifosi vogliono vedere i risultati sul campo, con una squadra generosa e combattiva, che dia tutto quello che ha. Io mi sento di garantire per la serietà dei miei giocatori, per la loro la volontà e per l'attaccamento che avremo per la maglia. Posso garantire che daremo tutto quello che avremo dentro. Queste due settimane sono state molto importanti per la preparazione, i carici di lavoro sono stati rispettati quindi verranno anche delle difficoltà che però serviranno a farci crescere, in modo da avvicinarci bene all'inizio del campionato, che sembra lontano ma non è poi così lontano.


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