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Si chiude il ritiro di Moena: i PIU' e i MENO all'ombra delle Dolomiti

  • Marco Innocenti
  • 22 lug 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Dopo due settimane di intenso lavoro, Stefano Pioli e la Fiorentina chiudono la prima fase della loro preparazione e lasciano Moena. Una squadra decimata nei primi giorni, poi l'arrivo dei primi big e, con essi, anche i primi gialli di mercato, fino ad arrivare all'epilogo inglorioso della telenovela Bernardeschi. Noi di FiorentinaSportNews abbiamo provato a trovare i più e i meno di questi 15 giorni di lavoro all'ombra delle Dolomiti.

Partiamo doverosamente dai "Più". Sicuramente i giovani con Meli in testa. Stefano Pioli li ha aggregati a questo ritiro un po' per scelta e un po' per necessità ma, alla fine, sono state di sicuro una delle note più liete. Con lui anche Baez, Gori, Schetino e uno degli ultimi arrivati, quel Milenkovic che in prospettiva potrebbe diventare un ottimo innesto per la difesa viola del futuro. Benino anche Hagi, che almeno in questo ritiro ha trovato minuti importanti da mettere nelle gambe, sebbene non abbia sempre convinto in quanto a concretezza.

Bene il reparto arretrato, anche se oggi, contro il primo vero avversario di spessore, la porta viola è stata bucata al primo tiro. Astori, con i nuovi gradi di capitano, è ovviamente il fulcro della retroguardia, con Hugo che sembra a tutti gli effetti il suo naturale compagno di reparto. Gaspar invece è sembrato ancora un po' imballato ed avulso dagli schemi di Pioli. Bene poi il ruolo di collante svolto da Giancarlo Antognoni, tornato dopo anni in ritiro con la squadra. All'Unico 10 saranno venuti i crampi alle mani, a forza di autografi, e al sorriso, a forza di selfie con i tifosi. Ma è anche vero che, senza di lui, quello di quest'anno sarebbe stato un ritiro certamente ancora più grigio.

Da annoverare fra i "più" poi anche la presenza dei tifosi, che oggi sono arrivati in buon numero a sostenere la squadra, senza rinunciare alla contestazione anti-Della Valle ma incitando la squadra come se la partita fosse già di quelle che contano. E poi lo striscione esposto dal Gruppo 1926 è, di fatto, una dichiarazione d'intenti vera e propria: alla squadra e al suo tecnico non mancherà mai l'appoggio della Curva Fiesole.

Ma il più grande e fulgido "più" è stato sicuramente lo stesso Stefano Pioli. In due settimane ha fatto di tutto per ridare entusiasmo ad un ambiente viola depresso dalle polemiche fiorentine e dalle contestazioni, oltre che ovviamente dalle partenze eccellenti in rapida successione. Lui ha parlato con tutti i suoi giocatori, uno ad uno, e con loro ha come stretto un patto di fiducia reciproca, riuscendo a portare nello spogliatoio quella serenità che è ingrediente irrinunciabile, specialmente quando si dovrà riaprire un ciclo, come sta provando a fare la sua Fiorentina. E lui, nell'ultima conferenza stampa del ritiro lo ha detto a chiare lettere: «Dovevamo aprire un nuovo ciclo. Le partenze ci sono state e ci saranno ancora, ma per molti giocatori non c'erano più le necessarie motivazioni».

Passiamo ora ai "Meno": il primo, il più grande, è senza dubbio quello rappresentato dalla telenovela intorno all'arrivo a Moena di Federico Bernardeschi. Prima due giorni di ferie aggiuntive, poi la farsa del certificato medico (per "gastroenterite acuta, per giunta!) ed infine l'annuncio dell'accordo con la sua nuova squadra. Una situazione gestita male, in primis proprio dall'entourage del giocatore. Una pantomima che, onestamente, potevano anche risparmiarci.

Altro grande "meno" quello intorno alla questione Kalinic. Prima arriva, poi se ne va per la rapina subita in casa dalla moglie, poi torna e subito riparte perla Croazia. In due settimane si sarà allenato si e no quattro giorni, passando più tempo in aereo che a Moena. Come detto e ripetuto da Pioli in questi giorni, se la sua situazione deve ancora chiarirsi, che lo si faccia in tempi brevi e poi si volti pagina. Sarà meglio per tutti.


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