Eysseric: «Possiamo arrivare fra le prime 5 ma, come si dice in Francia, "bisogna aspettare che
- Marco Innocenti
- 17 ago 2017
- Tempo di lettura: 5 min

Dopo quella di ieri di Jordan Veretout, oggi è stata la volta della presentazione ufficiale di Valentin Eysseric. Il trequartista francese, arrivato pochi giorni fa dal Nizza, ha risposto alle domande dei giornalisti presenti nella sala stampa, con al fianco (come al solito) Giancarlo Antognoni.
DOMANDA: E' stata una trattativa lunga, quella con il Nizza. C'è stato qualche intoppo?
EYSSERIC: «Sì, è stata davvero una trattativa lunga. C'è stato qualche problema con il Nizza, che voleva prima cautelarsi con l'arrivo di un altro giocatore al posto mio, poi alla fine hanno mantenuto la parola data. Io ormai volevo cambiare aria e alla fine mi hanno accontentato».
D: La numero 10 è sempre una maglia particolare. Ne hai parlato con qualcuno?
E: «E' stato il capitano a dirmi che l'avrei avuta io. Prima non lo sapevo».
D: Ieri, vedendo il Nizza contro il Napoli, ti è venuta un po' di voglia di essere lì a giocarti il preliminare di Champions?
E: «Ho seguito la gara e chiaramente qualsiasi giocatore sogna di giocare in Champions. Abbiamo lavorato tutto lo scorso anno con il nostro allenatore Favre per arrivarci, siamo stati primi per tanto tempo poi Monaco e Psg hanno giocato molto bene e alla fine siamo arrivati terzi. Avrei voluto scoprire la Champions ma la voglia di cambiare orizzonti, anche fuori dal mio confort, è stata più grande. La fiore mi voleva e quindi sono contento così».
D: Cosa ti aspetti di diverso fra il calcio francese e quello italiano?
E: «L’allenamento cambia molto perché le richieste sono diverse rispetto alla Ligue1. La fiore ha tante aspettative per quest'anno, facciamo molta più corsa e meno gioco col pallone. Mister Pioli ci chiede molta più profondità e gioco in avanti».
D: Hai qualche idolo?
E: «Direi Zidane, anche se quando ha giocato nella juve ero piccolo. Io però voglio creare la mia storia, senza guardare troppo al passato, anche se in Italia ci sono stati tanti grandi giocatori come Zidane, Del Piero o Totti».
D: Secondo te, il Nizza ha la possibilità di ribaltare il risultato nel ritorno contro il Napoli?
E: «Non spetta a me rispondere a questa domanda. Comunque è difficile vincere contro il Napoli, soprattutto dopo aver perso tanti giocatori importanti in estate. Prima bisogna guardare al campionato e poi pensare alla Champions».
D: In questo mercato sono arrivati in italia tanti calciatori francesi: il calcio francese cosa può dare e cosa può ottenete dal calcio italiano?
E: «Penso che se oggi ci sono molti francesi in Italia, vuol dire che se lo sono meritato. Si cerca sempre di crescere e a me fa piacere ma la cosa importante è giocare al meglio senza pensare che è un nuovo campionato o un nuovo ambiente».
D: Per Antognoni, dicevi che Eysseric è un vero numero 10: gli hai parlato dell'importanza di questa maglia a Firenze?
ANTOGNONI: «Della maglia ancora non gli ho parlato, ma penso che qualcuno glielo abbia detto. Con questo, non vogliamo far pesare su di lui questa responsabilità, anzi, voglio fargli i complimenti per aver scelto proprio questa maglia. Sono sicuro che la onorerà perché è un giocatore molto bravo. Il trequartista oggi non è più come ai miei tempi, che giocava quasi solo da metà campo in su. Oggi i giocatori sono un po’ più completi, sia dal punto di vista tecnico che fisico».
D: Hai parlato con Balotelli prima di venire e cosa ti ha detto?
E: «Non abbiamo parlato del campionato ma mi ha detto che la Fiorentina è una buona società, che mi farà crescere, ma più che altro mi prendeva in giro cantando sempre “Fiorentina, Fiorentina”».
D: La richiesta di Pioli è quella di non dare punti di riferimento in attacco, giocando dietro la prima punta?
E: «No, tatticamente è ovvio che cambia un po’. Il mio allenatore passato mi chiedeva cose diverse. Poi c’è anche un po' di barriera linguistica all’inizio. Ho solo bisogno di un po’ di tempo ma penso che Pioli sia un allenatore che lascia tanta libertà nei movimenti, specialmente in attacco. L'importante è che io giochi al meglio, senza perdere la mia identità».
D: Ti aveva cercato qualche altro club, oltre alla Fiorentina?
E: «Sì, ce ne sono stati ma me li tengo per me. Non c'erano stati veri concreti contatti ma adesso io sto benissimo con la Fiorentina».
D: Che idea ti sei fatto delle avversarie in campionato e dove metteresti la Fiorentina in questa ipotetica griglia d’arrivo?
E «Se sono venuto qua alla Fiorentina è perché penso che sia in grado di arrivare nelle Top5 ma ovviamente questo dipende solo da noi. Qui ci sono tanti giocatori nuovi e, come si dice, in Francia, "bisogna che la maionese monti". Serve ascoltare l’allenatore e lavorare bene tutti insieme».
D: Il tuo sogno, l’ha detto anche Antognoni, è quello di arrivare alla Nazionale maggiore del tuo paese. In Italia è quello di puntare alla qualificazione europea?
E: «Sono venuto in italia per arrivare più in alto possibile, non certo per fare la corsa sul 10° o 15° posto. Sarà difficile perché ci sono tante ottime squadre ma siamo anche noi una grande squadra e potremo arrivare in alto. L’ho già fatto col Nizza e sicuramente ci riusciremo anche qui se lavoreremo tutti insieme».
D: Come hai trovato il gruppo in questo momento della Fiorentina?
E: «Quando sono arrivato, la prima cosa che mi ha colpito, è che il capitano mi ha parlato anche se non parlavamo la stessa lingua e tutti sono stati subito molto accoglienti. Io qui sono lontano dalla mia famiglia ma il calcio ha un linguaggio universale. Io adesso devo solo pensare a giocare con l’istinto, senza farmi troppe domande sul piacere alla squadra o all’allenatore, anche se ovviamente lui va sempre ascoltato».
D: Il tuo ruolo è proprio quello di uomo dietro la punta o puoi giocare in altre zone del campo?
E: «Quello che voglio fare qui è giocare più gare possibili e di qualità, aiutando i miei compagni e la squadra. Non ho preferenze sulla posizione, Ho giocato spesso anche ai lati, l’allenatore, come ho già detto, ci lascia grande libertà nella scelta della posizione in campo quindi ci muoviamo tanto ed è una cosa positiva. Comunque posso giocare sia dietro la punta che ai lati».
D: Il rigore contro la Pistoiese te l’ha lasciato tirare Babacar o glielo hai chiesto tu perché avevi voglia di farti vedere davanti ai tuoi nuovi tifosi?
E: «Il mister al mattino mi ha chiesto se volevo tirare i rigori. Ne ho segnati tanti in carriera quindi ho detto ok. Quando c'è stato il fallo su Babacar, io gli ho detto che se era d’accordo lo potevo calciare io ed è andata bene. Poi anche lui ha avuto una chance più tardi».
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