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La presentazione di Benassi e Biraghi: le loro prime parole in viola

  • Marco Innocenti
  • 18 ago 2017
  • Tempo di lettura: 6 min

Continuano a ritmo serrato le conferenze stampa di presentazione dei tanti nuovi arrivati in casa viola. Oggi è la volta dei due italiani, Marco Benassi e Cristiano Biraghi, accompagnati in sala stampa da Giancarlo Antognoni e dal responsabile dell'ufficio stampa viola, Luca Di Francesco.

DOMANDA: Cosa vi ha spinto a venire a Firenze e quali possono essere gli obiettivi, sia vostri che di squadra?

BIRAGHI: «Per me è stata una chiamata quasi inaspettata perché arrivavo da una stagione nella quale il risultato di gruppo non era certo stato positivo, quindi sono molto felice che la società abbia puntato su di me e cercherò in tutte le maniere e con tute le mie qualità di ripagare la fiducia. Quello che non mancherà mai, di sicuro, sono la voglia e la determinazione di guadagnarmi il posto da titolare, giorno dopo giorno, ripagando la fiducia della società e cercando di regalare gioie ai nostri tifosi».

BENASSI: «Da parte mia, reputato da sempre la Fiorentina un vero top club, lo dicono anche i numeri degli ultimi anni. L'obiettivo sarà dare quello di riuscire a dare il massimo e dare il maggior contributo possibile per raggiungere gli obiettivo della squadra».

D: Il vostro ruolo? Specie su Benassi, in città, c'è un fitto parlare...

BIRAGHI: «Il mio ruolo è piuttosto semplice: sono un terzino, per dirla alla vecchia maniera, o un laterale sinistro, se vogliamo usare una terminologia un po' più in voga in questo periodo. La mia caratteristica principale è la corsa. La fase offensiva mi riesce meglio anche se, negli ultimi anni, sono diventato prima di tutto un difensore».

BENASSI: « Ho sempre giocato in un centrocampo a tre, come mezzala. Qua ho già parlato sia con il mister che con il direttore e mi hanno detto che avrò probabilmente una posizione più avanzata. Vedremo poi se sarà da esterno o da mediano. Io sono a disposizione per giocare in qualsiasi ruolo».

D: Ci puoi spiegare i motivi della tua partenza da Torino?

BENASSI: «La mia storia con il Toro è un po' lunga e cercherò di sintetizzarla al meglio. Io lo scorso anno fino a metà marzo le ho giocate quasi tutte da titolare, poi è arrivata anche la fascia da capitano. Dopo, nel finale di stagione, non ho quasi più giocato e a fine campionato sono andato a parlare col mister per capire la situazione. A fine campionato volevo andarmene perché non mi era proprio piaciuta la gestione della situazione ma dopo l’Europeo e dopo le vacanze, le cose sembravano essersi appianate e mi sono presentato in ritiro carico e motivato. Dopo circa venti giorni, però, sono stato ancora io ad andare dal tecnico a parlare per chiedergli spiegazioni e mi è stato detto che il mio impiego dipendeva più dagli altri che da me, nel senso che ero fra le seconde o addirittura le terze linee. Allora ho preso al balzo la chiamata della Fiorentina, che reputo una squadra un passo avanti. Non ho avuto dubbi».

D: Contento della considerazione di Ventura? Pensi di poterti giocare le tue carte in vista del Mondiale?

BENASSI: «E’ un'opportunità in più e sono sicuro che mi potrò giocare le mie carte».

D: Zeman ti ha detto qualcosa?

BIRAGHI: «Onestamente, non sono riuscito nemmeno a salutare mister Zeman di persona perché è stata davvero una trattativa lampo e subito sono partito per Firenze. Credo però che Zeman sia un vero grande maestro nel calcio, pochi mesi con lui mi hanno insegnato tanto e devo solo ringraziarlo perchè ha arricchito non solo il mio bagaglio tecnico-tattico ma anche quello fisico. Con lui si lavora parecchio e i risultati poi si vedono sul campo. Grazie a lui e al suo staff».

D: Eysseric ieri ha detto che vede una Fiorentina tra le top 5: conoscendo il campionato italiano come la pensate voi?

BENASSI: «Io di solito sono più cauto, perché i giudizi ad agosto sono sempre difficili. Posso dire che la squadra cresce giorno dopo giorno. Siamo tutti giocatori giovani ma dove potremo arrivare lo dirà solo il campo. Abbiamo tutti grande umiltà e voglia di lavorare e questo è importante per ciò che mi ha detto subito mister Pioli: che vuole creare un gruppo solido che possa superare anche i momenti di difficoltà».

D: Questa opportunità in Fiorentina è per te una sorta di rivincita per la stagione scorsa, avara di soddisfazioni?

BIRAGHI: «Quello scorso è stato di certo un anno travagliato, con molti problemi che non siamo riusciti a risolvere in tempo però credo che qualsiasi stagione, positiva o negativa, sia importante per la crescita di un giocatore giovane come sono io. C’è soprattutto voglia di ripagare la fiducia datami da questa società, che è una delle migliori in italia. Il mio obiettivo è prima di tutto quello».

BENASSI: «A livello di obiettivi è presto parlarne oggi. Siamo tanti nuovi ma credo che comunque piano piano miglioreremo e col tempo tireremo le somme e vedremo cosa ci sarà di giusto e cosa di sbagliato. Ho comunque una buona sensazione. Ci sono tanti giocatori forti e il gruppo si sta amalgamando. Dobbiamo solo crescere come ogni squadra importante ma ci porremo obiettivi giorno dopo giorno».

D: Tu hai giocato in Spagna: hai qualche riflessione su quanto avvenuto ieri a Barcellona? E poi, quanto è di stimolo quella chiamata nella Nazionale, pur sperimentale, di Ventura?

BIRAGHI: «Sicuramente quella di ieri è stata una sconfitta non solo per la Spagna ma per tutti noi. Conosco però la Spagna, conosco il popolo spagnolo, sono forti e si rialzeranno subito. Per quanto riguarda la Nazionale, è certamente un motivo di grande orgoglio. Ogni bambino che inizia a giocare a calcio sogna quella maglia. È stata una Nazionale sperimentale, è vero, ma per me è stato comunque bello poter esordire in azzurro. Ora farò il meglio per meritare la chiamata di Ventura».

D: Domenica torni a San Siro da avversario, dopo essere cresciuto nelle giovanili nerazzurre. Che effetto ti farà? E poi, dopo averlo visto all'opera nell'Europeo, che effetto ti ha fatto Chiesa in questi giorni?

BIRAGHI: «Su Chiesa penso che già lo scorso anno abbia fatto vedere cosa sa fare. Ora è uno di quelli che conosce meglio l’ambiente, abbiamo cambiato tanto ma so che lui ci darà una grande mano e farà il massimo per farci arrivare più in alto possibile. Sull’Inter, io ho sempre detto che sarò sempre grato ai colori nerazzurri, ho fatto il mio esordio in Serie A con quella maglia ma le cose vanno avanti e domenica la incontrerò da avversario e farò di tutto per il meglio della Fiorentina».

D: A Firenze nel tuo ruolo si sono succeduti Vargas, Alonso, Pasqual: a quale assomiglia di più?

BIRAGHI: «Sono tre grandi giocatori che hanno fatto molto bene qui a Firenze. Per me sarebbe importante arrivare al loro livello ma credo anche che ogni giocatore è diverso, ha il suo percorso, la sua storia e la sua carriera. Io con le mie caratteristiche cercherò di arrivare il più vicino possibile al loro livello».

D: Per Benassi, chi è stato il tuo idolo?

BENASSI: «Negli ultimi 10 anni ho seguito sempre Iniesta, uno dei più completi che ci siano, mi sono sempre ispirato a lui, anche per una certa affinità di ruolo».

D: Entrambi siete passati dal settore giovanile dell’Inter. Che partita vi aspettate domenica?

BENASSI: «Sarà una gara nella quale incontreremo delle difficoltà perché l'Inter si è molto rafforzata sul mercato, ha un grande allenatore e vorranno fare una stagione da protagonisti. Noi lavoriamo da tutta la settimana, studiandoli a fondo e abbiamo chiaro cosa dobbiamo fare. Per questo, non partiamo certo sconfitti, andremo là a fare la nostra partita per cercare di portare a casa il primo risultato positivo della stagione».

BIRAGHI: «L'Inter ha l'obiettivo di arrivare tra le prime 3 ma nel calcio si gioca in 11 contro 11 e ogni gara inizia dallo 0-0. Noi ci faremo trovare pronti e proveremo a metterli in grande difficoltà».

D: In cosa ti senti di dover ancora migliorare?

BENASSI: «Partendo dal presupposto che c’è sempre da migliorare su tutto, i due punti principali nei quali credo di dover ancora imparare di più sono la fase difensiva, perché tendo ad andare molto in avanti e a volte bisogna imparare a fermarsi e fare anche la fase difensiva, e poi la gestione della palla: il calcio è anche gestire un po’ di più il gioco. Questi i due aspetti dove penso di dover migliorare di più».

D: Cosa hai provato nelle poche ore di trattativa tra Fiorentina e Pescara?

BIRAGHI: «Non mi sembrava quasi vero. La Fiorentina per me è sempre stata un top club, poi io venivo da un'annata non tanto positiva e quindi sapere che la Fiorentina aveva scelto me mi ha fatto felicissimo ed è stato motivo di grande orgoglio. Un motivo in più per dimostrare e far vedere che tipo di giocatore sono e per ripagare questa fiducia al meglio delle mie possibilità».


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