Simeone: «Dateci tempo. Se cresciamo come gruppo, saremo più forti che individualmente»
- Marco Innocenti
- 21 ago 2017
- Tempo di lettura: 5 min

Mandato in archivio il netto 3-0 subito ieri sera in casa dell'Inter, la Fiorentina continua le presentazioni ufficiali dei suoi tanti nuovi arrivi ed oggi tocca a Giovanni Simeone, l'attaccante prelevato dal Genoa e chiamato a non far rimpiangere l'ormai quasi-ex Kalinic.
DOMANDA: Qui a Firenze c'è una straordinaria tradizione di argentini, come tuo padre sa benissimo: Bertoni, Passarella, Diaz, fino ad arrivare a Batistuta. Ti senti di scommettere su te stesso in quest'ottica?
SIMEONE: «Innanzitutto buongiorno a tutti. Penso che tutti gli argentini che sono passati per questa grande squadra sono diventati grandi giocatori, che hanno lasciato una traccia importante. So che devo andare piano piano, sono in questo calcio da un anno e devo ancora lavorare, devo avere tempo per conoscere meglio i miei nuovi compagni ma so che con la fiducia che mi è stata data, nei prossimi 5 anni, posso diventare grande come loro. Io ho fiducia in me, la società ha fiducia in me: serve solo lavorare e avere tempo».
D: Ieri sera, il fallo su di te era da rigore?
S: «Per me era rigore, ho sentito il contatto, mi hanno preso sul piede d'appoggio e sono caduto. Non è che volevo cadere, però queste sono cose degli arbitri. Questa nuova Var ha dimostrato che ha gli occhi degli arbitri, sono comunque cose di scelta degli arbitri e possono essere giuste o no».
D: Da argentino, Icardi è il nuovo Batistuta? E tu?
S: «Io voglio essere Giovanni Simeone. Batistuta è stato un grandissimo giocatore, Icardi è un grande giocatore e ha dimostrato anche ieri di esserlo e che si merita la Nazionale e la convocazione. So che devo lavorare per arrivare al loro livello. Mauro è un idolo, da anni è lì e mi piacerebbe diventare come lui e come Bati che qua è amato da tutti».

D: In cosa tu pensi di dover migliorare?
S: «Dal punto di vista individuale devo migliorare nel gioco spalle alla porta, devo migliorare nei controlli quando sono spalle alla porta e nel fare da sponda. In quello devo migliorare. Poi ci sono cose che faccio bene ma posso migliorare, come nella velocità e nell'attaccare lo spazio. Devo migliorare i miei movimenti fuori area, dentro l'area nell'anticipare la palla e nel lottare per cercare lo spazio. Ho tanto da migliorare, ho 22 anni e l'illusione di diventare grande qua e quello mi motiva».
D: La scorsa stagione 12 gol in campionato e 1 in Coppa Italia. Ti sei dato un obiettivo o il tuo sogno è quello di segnare il più possibile per puntare magari alla Nazionale?
S: «Sono due obiettivi diversi, uno personale e l'altro di squadra. Oggi come squadra è quello di arrivare il più lontano possibile per portare la Fiorentina nei primi posti. Personalmente ho fatto 12 gol e per me è una sfida cercare di arrivare superarmi. E' difficile, quando uno fa 12 gol il primo anno, ma mi piace darmi traguardi difficili».
D: Tu sei arrivato da pochi giorni, come mai questa lunga attesa? Avevi anche altre richieste e cosa ti ha fatto scegliere la Fiorentina?
S: «Sono cose che appartengono al mercato, una trattativa può essere di due giorni o di più. In quel senso, non mi posso mettere nel mezzo, dipende dalle due società che si devono mettere d'accordo e ci lavorano le persone che stanno dietro a me e che fanno la scelta più giusta, come quella che mi ha portato qui. Io lavoro per me e quando c'è l'opportunità scelgo tranquillo. Ho scelto la Fiorentina per la voglia di fare un balzo in avanti e di mettere la mia scala un po' più avanti. Nel Genoa stato molto bene un anno, avevamo fatto un bel gruppo e abbiamo fatto i primi sei mesi molto bene poi altri sei meno bene ma per me venire alla Fiorentina è stato un passo molto grande e anche una sfida molto grande per me perché è la dimostrazione di dove voglio arrivare».

D: Ieri sera, che impressioni hai avuto sulla tua prestazione e su quella della squadra?
S: «Sulla squadra, come si vede, siamo tutti giovani, con la voglia di crescere e di formare un buon gruppo. Siamo tutti nuovi. La partita di ieri è stata buona, nei primi minuti c'è stata un po' di confusione, loro messo tutto in quei primi minuti ma poi, quando abbiamo creato un paio di situazioni, abbiamo ricominciato a giocare come vogliamo noi. Quando sei sotto 2-0 però diventa difficile rimontare. Parlando di gruppo, siamo tutti nuovi e credo che abbiamo necessità di tempo per crescere come gruppo perché quando si crea bel gruppo siamo più forti che individualmente».
D: Tuo padre ti ha parlato di quando giocava qui vicino, a Pisa?
S: «Papà mi parla sempre bene dell'Italia, quando giocavo in Argentina voleva sempre che io arrivassi qua in Italia, poi quando ho avuto la possibilità di venire a Firenze lui è stato molto contento, mi ha detto che è una grande piazza, che qui c'era un grande come Bati e sarei felicissimo se un giorno io diventassi come lui, però io voglio lavorare per arrivarci».
D: Senti che il ruolo di punta centrale sola sia adatto a te o preferisci giocare con due attaccanti esterni vicino?
S: «Io mi devo abituare a quello che mi chiede il mister. Il giocatore che ha più scelte è quello che può giocare di più. L'anno scorso ho giocato come centrale ma anche con Pinilla. Posso abituarmi a quello che chiede la squadra».
D: Babacar: credi possiate giocare insieme?
S: «Si, Baba è un grandissimo giocatore, tecnicamente fortissimo, sa quando giocare palla e quando no. Ha molta esperienza in questo gruppo e so che farà bene per la squadra perché è un grande giocatore. Quando un attaccante tecnicamente fa bene e ha il gol, credo sia quello di cui ha bisogno la squadra, di un giocatore come lui. Lo conosco da poco ma mi piace come gioca».
D: Al Genoa, sei mesi molto buoni e poi sei di grande difficoltà: hai capito quali sono state le difficoltà, ci hai lavorato o pensi sia stata una cosa caratteriale?
S: «I primi sei mesi abbiamo fatto benissimo, avevamo una squadra con tantissimi giocatori in anchina e con dei titolari molto forti poi gli altri sei mesi c'è stato un po' di casino, l'infortunio di Perin, le partenze di Pavoletti e Rincon, tre giocatori importanti per la squadra. In quei sei mesi finali però ho imparato tantissimo, sono cresciuto come persona, ho imparato a soffrire come gruppo e a pensare che avremmo potuto anche andare in B. E' stato un momento molto difficile ma credo che sia quello il momento in cui si impara di più. E' facile quando vinci sempre, ma impari di più quando perdi».

D: La Fiorentina per te è un passaggio o un punto d'arrivo?
S: «Io penso di stare qua e di migliorare come giocatore, sia il tempo che sia. Non mi sono dato un tempo per sapere quando andrò via o quando sarò al massimo livello col gruppo, devo solo pensare a stare bene con questa squadra, poi quanto più starò qua, tanto più felice sarò io».
D: Con Pezzella siete molto amici, credi che possa far fare salto di qualità importante alla difesa? S: «Sì, Pezzella è un grandissimo giocatore. L'ho conosciuto tre anni fa, lui ha bisogno della fiducia che aveva anche al River ed è abituato a grandi club quindi qua sicuramente farà bene. Può portare tantissimo in questa squadra, ha gioco aereo, ha gol, è forte, veloce, ha tecnica e può fare molto bene qua».
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