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Pioli: «L'entusiasmo fa sempre bene, specie a una squadra giovane come la nostra»

  • Marco Innocenti
  • 15 set 2017
  • Tempo di lettura: 7 min

Conferenza stampa pre partita di Stefano Pioli che, dopo la sbornia di Verona, punta a confermare con il Bologna gli evidenti passi in avanti compiuti dalla sua squadra dopo le prime due sconfitte iniziali.

DOMANDA: Mister, un vecchio detto recita "Squadra che vince, non si cambia": vale anche per lei?

PIOLI: «I detti sono la saggezza dei popoli, però si pensa sempre a migliorare la squadra e, se possibile, io la osservo e poi provo a migliorarla. Quello che ho visto fino ad oggi è stato positivo, ci siamo allenati bene quindi siamo sulla strada giusta».

D: Qual è il pericolo maggiore nella gara di domani? Possono essere i due là davanti, Di Francesco e Verdi?

P: «I pericoli domani sono quelli abituali quando affronti un avversario nel nostro campionato, con le sue qualità, le sue caratteristiche e le sue motivazione. La partita di domenica scorsa ci ha lasciato le informazioni sulle quali insistere ma quello di domani è un altro avversario, che ha fatto una buona gara domenica. Noi però dobbiamo insistere sulle nostre qualità e sulla nostra voglia di mettere tutto sul campo. Sul fatto che anche il Bologna abbia giocatori offensivi pericolosi, è vero. Verdi e Di Francesco sono giocatori con qualità e velocità e quindi è altrettanto vero che ci vorrà attenzione».

D: Lei ha un passato importante al Bologna, ha vinto un campionato Allievi e ha vissuto stagioni da ricordare. Ci racconta un aneddoto? E poi, quanto conterebbe riuscire a dare continuità di risultati, anche in vista della sfida alla Juventus?

P: «Voi siete molto più bravi di me a frugare nel cassetto dei ricordi e a vedere nel mio passato. Il Bologna mi ha aiutato molto e Cinquini come diesse mi ha dato la grande possibilità di iniziare ad allenare. Lo scudetto vinto è stata una palestra importante per la mia crescita ma adesso conta solo il nostro presente, non il mio, ma quello della squadra e dell'ambiente. Riuscire a dare continuità alle prestazioni e ai risultati possiamo farlo solo con l'approccio necessario, quello che abbiamo avuto domenica scorsa e non quello delle prime due, con la voglia di stare nella gara per 95’, pronti e preparati a sfruttare qualche errore che certamente faranno anche i nostri avversari. Dal punto di vista mentale quindi serve essere squadra, continua e presente sul campo con convinzione e con molta forza».

D: Il Bologna dovrebbe aspettare la Fiorentina, un po' come ha fatto contro il Napoli: questo può essere un problema in più?

P: «E' difficile prevedere quale saranno l’atteggiamento e le strategie dei nostri avversari. Con il Napoli ha fatto così ma era un avversario che li aveva nettamente battuti l'anno scorso. Noi siamo preparati a tutto su noi stessi, poi qualsiasi scelta faranno i nostri avversari, ci concederanno qualche occasione. L'importante è che la squadra mantenga ordine, generosità e pulizia nelle giocate».

D: La Fiorentina è una squadra molto giovane: questa incostanza di risultati può aver creato anche incostanza nel gruppo o ha visto un gruppo stabile?

P: «Devo dire che ho visto grande maturità invece. Né depressione né preoccupazione dopo le due sconfitte ma nemmeno troppo euforia dopo la vittoria di Verona. Le vittorie però danno entusiasmo all’ambiente e anche a noi sessi ed è giusto, così com'è giusto cavalcare questo entusiasmo se viene inteso come voglia di rifare questo tipo di partite e rimettersi in discussione già dal giorno dopo. Ho visto buoni atteggiamenti, convinzione e questo ci serve per continuare il nostro cammino appena iniziato e che ci porrà ancora tante prove da superare».

D: Lei vive questa partita più di altre, quasi come una sorta di derby?

P: «Non la vivo più di altre gare. La vivo come una partita importante per noi, per la nostra classifica e per il momento che stiamo attraversando, di conoscenza e di crescita. Le emozioni personali passano in secondo piano quando devo preparare la partita».

D: Le condizioni di Saponara?

P: «Saponara ha fatto un'ottima settimana, la seconda che fa con la squadra ma gli manca ovviamente il ritmo. Domani giocherà con la Primavera, speriamo possa giocare almeno un’ora e spero così dalla prossima settimana che possa essere a completa disposizione».

D: Ieri Simeone ha detto “Adesso che mi sono sbloccato, mi sento più leggero”: può essere così spensierata anche la squadra?

P: «Io ascolto sempre con molta attenzione le dichiarazioni dei miei giocatori perchétrasmettono sempre qualcosa di importante e sono d’accordo con lui. Ben venga se si sente più leggero, noi aspettiamo solo questo».

D: E’ stata una settimana positiva: lei però si deve concentrare soprattutto su cosa non è andato per il verso giusto, anche quando si vince 5-0. Ci può dire cosa può non esserle piaciuto a Verona e su cosa ha lavorato?

P: «Il nostro lavoro è trarre da ogni gara delle indicazioni su cui lavorare. La nostra prima mezz’ora è stata di alto livello, anche perché i nostri avversari non hanno fatto tutto il necessario per crearci delle difficoltà e noi abbiamo approcciato bene la gara, ma si va oltre la gara di domenica. Noi abbiamo appena cominciato a stare insieme in campo e nello spogliatoio, quindi anche questa settimana è stata molto importante da questo punto di vista. Domani è un'altra gara, con altri avversari e altre difficoltà, quindi è un altro test. Il nostro lavoro è bellissimo, perché ci permette di migliorare durante la settimana, consapevoli di avere un esame alla fine di ogni settimana. E se sai di aver studiato bene, di essere preparato, allora l’esame devi affrontarlo convinto di poter far bene».

D: Senza l'Europa le gare saranno meno quest'anno: Hagi, Lo faso, Zekhnini e Milenkovic come vanno gestiti visto il poco spazio che troveranno? Ci parla, fa loro delle promesse...

P: «Promesse non si fanno mai anche perché nel calcio le gerarchie sono momentanee. Ogni allenatore ha in testa un 11 ma le cose cambiano velocemente, con infortuni e cambi tattici che possono arrivare sempre. Siamo effettivamente rimasti con qualche giocatore offensivo in più, con non solo ruoli doppi ma anche tripli. Anche domani, due ragazzi andranno in panchina ma loro devono sapere che le mie scelte non sono mai fatte per penalizzarli ma per crescere insieme e per lavorare con costanza al di là del minutaggio. Insieme possiamo crescere. Non devono abbattersi quando non toccherà a loro ma stringere i denti, ma anche questo fa parte della crescita di un giocatore e anche per loro sarà di crescita».

D: Cosa l’ha convinta di più in queste due settimane di lavoro, fra la sosta e oggi, e se c’è un giocatore, pensiamo a Benassi ad esempio, che si è meglio integrato?

P: «Nelle prestazioni in cui i risultati non sono arrivati, ci hanno penalizzato gli ultimi 20 metri, sia in fase d'attacco che in fase difensiva. Lì dobbiamo ancora migliorare: il resto delle prestazioni servono a capire se c'è un’idea di gioco ma i risultati arrivano in quelle due zone del campo e su quello dobbiamo insistere».

D: Pezzella: è convinto di aver trovato il compagno di Astori in mezzo alla difesa?

P: «A voi piace molto parlare dei singoli, a me invece molto meno. Io con loro parlo molto ma sempre nel mio ufficio, cioé sul campo. Se l'abbiamo preso, vuol dire che in lui abbiamo visto certe caratteristiche che a noi mancavano. Ha le caratteristiche giuste per essere un difensore da Fiorentina».

D: Prima ha detto che la squadra ha assorbito bene gli alti e bassi delle prime tre gare: quanto le serve aver già conosciuto Firenze per riuscire a tenere calmi i ragazzi? Perché, se dovessero venire buoni risultati, qui l’entusiasmo tornerebbe ad alti livelli con tutti i rischi per la squadra...

P: «Io non credo che questa sia una cosa negativa. E' più difficile lavorare quando l’ambiente è depresso. Lavorare in un ambiente negativo è difficile, specie per un gruppo giovane. Lavorare invece in un ambiente entusiasta non può che farci bene. Tanti miei colleghi dicono che non bisogna sognare. Io credo sia sbagliato: io da bambino sognavo di fare il calciatore e poi l’allenatore, non mi sono messo lì ad aspettare che il sogno si realizzasse da solo ma ho lavorato e questo mi ha permesso di provare ad essere ambizioso e ad arrivare al mio sogno. E' giusto anche per i miei giocatori sognare, perché ci aiuta ad essere ambiziosi».

D: Niente piedi ben saldi a terra, quindi?

P: «Certo, ma le nostre fortune o sfortune passeranno sempre dal nostro lavoro ma non vedo nulla di male nel prendere energie dall’entusiasmo che possiamo aver generato nell'ambiente. Domenica scorsa un mio giocatore mi ha detto che si era divertito. Noi siamo stati la squadra che ha corso più di tutte in Serie A, quindi vuol dire che possiamo divertirci lavorando come squadra. Adesso cerchiamo di prendere energia da un ambiente entusiasta. Questo però vuol dire sapere come fare ad ottenere il risultato. poi, se la squadra non si impegnerà, potrò dire che la squadra non ha tenuto i piedi per terra».

D: C’è quindi un po’ di ambizione? Molti dicono che ci sono 6 squadre che lotteranno per i primi 6 posti e, fra queste, quasi nessuno mette la Fiorentina.

P: «E io son d’accordo nel dire che ci sono 6 squadre più forti di noi ma questo non significa che alla fine arriveranno per forza queste sei nei primi sei posti. Dove possiamo arrivare, noi non lo sappiamo, non lo sapete nemmeno voi come non lo sa nessuno. Una squadra che lavora come fa la mia, con grande voglia, è giusto che sia ambiziosa, il che vuol dire scendere in campo ogni domenica con la voglia di vincere ogni gara».

D: Come stanno Eysseric e Luarini? E poi, l'amichevole con il Livorno si farà?

P: «Valentin si è ripreso dall'infortunio che lo ha penalizzato nelle due settimane di sosta ma sta meglio. Laurini invece non è in condizioni ottimali perché con sua ex squadra non ha lavorato con la giusta continuità. Sull'amichevole con il Livorno non ho notizie ufficiali ma, se potremo aiutare in qualche modo, ci faremo trovare pronti».


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