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L'EDITORIALE - La Fiorentina e il suo allenatore lottano per la maglia. E a noi questo piace dav

  • Marco Innocenti
  • 21 set 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Allora, fermi tutti, qui urge fare un po' di chiarezza. Ieri sera, quando Pioli ha mandato in campo Gaspar al posto di Laurini e, puntualmente, abbiamo preso gol al primo vero affondo juventino con il portoghese in colpevole ritardo su Mandzukic, tutti ci siamo posti una domanda: "Ma perché?". Poi, a questa stessa domanda, però, è anche stata data una risposta chiara e netta. Perché Laurini, all'intervallo, era rientrato negli spogliatoi accusando una contrattura al polpaccio. Gli è stato detto di provare per qualche minuto ma poi, vedendolo zoppicare, Pioli il suo staff hanno optato ovviamente per il cambio.

Sentire oggi tanti tifosi viola mettere in croce il tecnico per il cambio, onestamente, ci sembra un'offesa all'intelligenza. Crediamo che nessun allenatore sano di mente, se non costretto con la forza, avrebbe toccato la propria squadra dopo il primo tempo di ieri della Fiorentina. E allora perché avrebbe dovuto farlo Pioli? In queste ore abbiamo sentito parlare di arroganza dell'allenatore che avrebbe con quel cambio voluto fare il fenomeno. Abbiamo sentito fantasiose disquisizioni tattiche secondo le quali, con Gaspar, la corsia di sinistra della Juve avrebbe dovuto andare in crisi non riuscendo a contenere le straripanti ripartenze del portoghese. Abbiamo addirittura sentito che quel cambio, poi fatale, sarebbe stato fatto per poi far entrare anche Gil Dias e scardinare definitivamente il fortino Juve.

Crediamo però che, prima di accusare un tecnico preparato come Stefano Pioli, dopo due anni di "fenomeni" nei quali i centrocampisti si reinventavano difensori centrali, prima forse sarebbe meglio informarsi, partendo sempre dal presupposto che un allenatore non prende mai una decisione per peggiorare la prestazione della propria squadra, anche nei casi in cui la sua scelta è di stretta natura tattica. Figuriamoci quando invece è obbligata da un infortunio...

La seconda genialata che abbiamo sentito in queste ore di post-bruciore è che, contro la Juventus di ieri sera, una Fiorentina meno che mediocre avrebbe vinto 3-0 in carrozza. Ergo, l'aver perso 1-0 è la prova provata che questa squadra è mediocre, che chi l'ha allestita in estate è un imbecille, che chi l'allena è un incompetente borioso, che la proprietà è in malafede eccetera eccetera eccetera. A questi geni del pallone, però, sfugge una semplice considerazione: la scialba prestazione della Juve di ieri sera non è stata figlia della congiunzione astrale di Venere e Nettuno nei cieli di Torino sopra lo Stadium ma piuttosto di una gara attenta, accorta e di grande concentrazione da parte dei viola, che per tutto il primo tempo non hanno concesso nulla, sacrificando ovviamente qualcosa in fase d'attacco.

Non è un caso che lo stesso Pioli, nel commentare la gara a fine partita, abbia detto che secondo lui gli errori più gravi la sua Fiorentina li abbia commessi nella gestione della palla sulle ripartenze, con passaggi fuori misura e appoggi sbagliati che hanno precluso la possibilità di distendersi in contropiede e provare a far male alla difesa bianconera. Poi, che dopo il gol la squadra abbia accusato qualche minuto di sbandamento, rischiando il 2-0, purtroppo ci sta. L'espulsione di Badelj, poi, ha fatto quasi più male a loro che a noi, visto che da quel momento noi siamo pian piano usciti dal guscio e loro, invece, si sono sempre più rintanati.

In sette anni di trasferte allo Stadium, onestamente, non ci ricordiamo di una partita in cui la Juve abbia tirato al massimo 2 o 3 volte nella porta avversaria. Segno questo che la Fiorentina, ieri sera, ha giocato una gara da applaudire, che alla fine poteva essere premiata con un pareggio. Tutto il resto, secondo noi, sono solo travasi di bile di chi vuole a tutti i costi criticare.

Alla fine dello scorso campionato tutti invocavamo la rivoluzione, cantando "Andate a lavorare" ad una squadra evidentemente alla frutta, dopo prestazioni scandalose come Sassuolo, Palermo ed Empoli, tanto per provare a rinfrescare la memori ai più distratti. Li accusavamo, a ragion veduta s'intende, di scarsissimo impegno e di non sputare sangue per la maglia. Ebbene, quella rivoluzione c'è stata, è stata fatta tabula rasa ed ora ci si lamenta perché la squadra è stata troppo rinnovata. Eppure, anche ieri, abbiamo visto una squadra che gioca come un collettivo, distante anni luce da quanto visto contro l'Inter alla prima di campionato o anche nel primo tempo contro la Samp a Firenze sette giorni dopo. Da dopo la sosta, finalmente, possiamo chiamarci squadra e ieri sera ne abbiamo avuto la riprova, costringendo la Juventus dei sei scudetti di fila a difendersi nella propria metà campo dall'assalto finale di una Fiorentina che, in maniera evidente, ha dimostrato di star meglio fisicamente ed anche mentalmente rispetto agli avversari di turno.

Crediamo che chi lotta fino alla fine, vinca sempre. Indipendentemente dal risultato finale. E questa squadra, finalmente, lotta ed esce dal campo con la maglia sudata. Ed è quello che ci piace di Stefano Pioli e della sua nuova Fiorentina. Tutto il resto, son discorsi da bar.


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