Pioli: «Vittoria che ci voleva. La squadra comincia ad esserci ma dobbiamo pensare gara dopo gara»
- Marco Innocenti
- 3 dic 2017
- Tempo di lettura: 3 min

Si gode questa vittoria, Stefano Pioli, consapevole del suo valore dopo un mese di novembre non certo esaltante per la sua Fiorentina. Anche se in sala stampa il tecnico mette in mostra un equilibrio e una pacatezza quasi british.
«Quella di oggi era una partita molto importante - commenta Pioli - per dare un senso soprattutto al pareggio ottenuto domenica scorsa contro la Lazio. Serviva una buona prestazione e una vittoria. La squadra l'ha meritata, per come ha giocato, per la voglia che ha mostrato di fare la gara e di essere veloce e concreta. E' stato un buon risultato anche se non mi è piaciuto l'inizio del secondo tempo, quando siamo entrati in campo troppo leggeri e troppo superficiali. E questi sono errori che a volte puoi pagare a caro prezzo».
DOMANDA: Oggi è stato il giorno di una piccola svolta: è arrivata una conferma a livello di prestazioni e la Fiorentina è settima.
PIOLI: «Io cerco sempre di essere equilibrato. La squadra sta crescendo poi è chiaro che le vittorie ti danno sensazioni più positive ma la squadra se la sta giocando, tranne un paio di scivoloni contro Crotone e nel secondo tempo contro il Chievo dove non siamo riusciti a mettere in campo le nostre qualità e soprattutto le nostre idee. In tutte le altre gare invece la squadra ha mostrato un suo modo di stare in campo e di giocare le sue partite. Questo è un campionato molto difficile, a parte le prime 5 anzi è difficilissimo perché la differenza tra vincere o perdere sta in un equilibrio sottilissimo. C’è solo da continuare a giocare così, a lavorare così, per continuare a crescere e mettere in campo prestazioni sempre più convincenti e sempre al massimo perché l'avversario non ti concede un minimo di rilassamento».
D: I numeri di Simeone e Chiesa dicono rispettivamente 5 gol e 4 assist per il primo, 4 gol per il secondo: sono numeri che la soddisfano o vorrebbe di più da loro?
P: «Un giocatore che per 9 volte è stato decisivo, vuol dire che la sua gara per 9 volte è stata positiva. Poi per me non c’è solo quello ma anche il lavoro, la profondità, tanti atteggiamenti positivi, quindi per me i loro numeri sono positivi. Possono fare ancora di più e loro lo sanno e stanno lavorando per questo».
D: State veramente trovando un identità. E' questo che le fa più piacere per arrivare alla continuità?
P: «E’ quello che ho detto ai miei giocatori prima della gara: Iachini è appena arrivato sulla panchina del Sassuolo, noi sono 4 o 5 mesi che lavoriamo insieme. Dovevamo far vedere che fra noi e loro c’era una differenza nel modo di stare in campo e nell’identità di gioco. Credo si sia vista e quindi credo che la squadra cominci ad esserci, ma possiamo ancora migliorare. Mi piace la gestione che abbiamo della palla ma non quando è fine a sé stessa. Mi piace solo quando serve a verticalizzare e su questa strada potremo fare passi in avanti».
D: Cosa invece non le è piaciuto?
P: «Come ho detto, non mi è piaciuto l'inizio del secondo tempo, perché abbiamo smesso di giocare la palla veloce e di muoverci senza palla. Basta un episodio per cambiare la partita e complicarla. Il Sassuolo ha avuto in quel momento un paio di angoli e se prendi gol, ecco che la partita di colpo si complica tremendamente. Bisogna stare attenti e determinati e fedeli al tipo di squadra che vogliamo essere: intensi nel muovere con velocità la palla e rapidi nell'andare a recuperarla quando ce l’hanno gli avversari. Poi è chiaro che le partite si possono vincere e si possono perdere».
D: Quanto conta però il cinismo?
P: «E' un'arma eccezionale perché è impensabile, in una singola partita, di creare sempre 9 o 10 occasioni da gol. In Serie A possono essere 3 o 4 le palle utili che ti vengono concesse e più sei concreto e più punti fai».
D: Quanto può migliorare ancora questa squadra?
P: «Ad oggi, davvero ancora non lo so. Le prime 5 della classifica credo onestamente che faranno un campionato a parte ma per le altre ci sono tante possibilità. C'è Il Torino, il Bologna, la Samp, il Chievo e tante altre squadre che possono arrivare tra il 6° e 12°-13° posto. Io so che la mia squadra lavora molto bene e può crescere ancora tanto ma deve pensare solo giorno per giorno e tappa per tappa. Poi alla fine, in base ai risultati ottenuti, diremo se avremo dato il massimo o se invece si poteva fare qualcosa di più».
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