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Genova: una sconfitta figlia del dis-equilibrio ma che ha rinforzato le convinzioni tattiche di Piol

  • Marco Innocenti
  • 24 gen 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Che la sconfitta del "Ferraris" faccia riflettere, please. Più per come è maturata, specie nel secondo tempo, che per il punteggio in sé. Nella prima metà di gara, la Fiorentina ha retto abbastanza bene, almeno fino all'errore di German Pezzella che è costato l'1-0 blucerchiato. Da lì in poi la truppa viola si è sfaldata, allungata, disarticolata, mettendo in mostra gran parte di quelle lacune che invece, nelle gare prima della sosta, erano state tenute egregiamente a bada da... ecco, da cosa?

La risposta potrebbe essere molto più semplice di quello che sembri: dall'equilibrio tattico. Il ritorno forzato ad uno schema a due punte, con Simeone decentrato e Babacar a far da boa, con Chiesa costretto a lavorare a tutta fascia, più lontano quindi dalla porta avversaria, e con il solo Badelj a far legna in mezzo al campo, non ha dato nessuno dei frutti sperati dai tanti soloni del "se giocassimo a due punte, segneremmo valanghe di gol".

A questo, poi, c'è da aggiungere che l'assenza di Veretout ha pesato enormemente più di quanto sarebbe stato lecito attendersi. Il francese, uno degli acquisti più azzeccati del mercato estivo viola insieme proprio a German Pezzella, per il quale la giornataccia genovese non deve far dimenticare quanto di buono fatto fin qui, il francese - si diceva - è sicuramente uno di quei giocatori in grado di spostare gli equilibri in mezzo al campo, di coniugare una forza fisica esplosiva, un buon bagaglio tecnico e un'ottima visione di gioco e, per questo, senza di lui la possibilità della Fiorentina di attaccare l'area avversaria calano drammaticamente.

Tra una Fiorentina che tira verso la porta 15 o 20 volte nel corso di una sola partita e quella vista a "Marassi", sterile e passiva come un gatto morto in autostrada, non abbiamo certo dubbi: ridateci la prima, anche se all'appello manca effettivamente qualche gol in più. La speranza, almeno, è che i soloni di cui accennavamo poco fa si siano finalmente convinti che nel calcio 2+2 non sempre fa 4. A volte fa 5 ma altre volte fa 3. E quindi, se con Simeone davanti e Chiesa e Thereau al suo fianco non riesci a segnare, pur tirando 20 volte verso la porta, poi magari metti dentro Babacar e segni, non è affatto detto che mandando il Baba in campo dal primo minuto si segnino caterve di reti.

Il calcio è un gioco di squadra, soprattutto quello dei professionisti, e a fare la differenza è l'equilibrio tattico che un allenatore riesce a cucire addosso alla propria squadra, tenendo conto delle peculiarità dei giocatori a propria disposizione. Sentire oggi tanti tifosi accusare Pioli di aver sbagliato la formazione, onestamente, fa un po' sorridere: quale sarebbe stata l'alternativa, con Veretout e Thereau fuori causa? Perché le critiche vanno bene, ma sempre e solo se sono sensate e ragionate. E, per inciso, crediamo davvero che Babacar sia l'attaccante di cui la Fiorentina ha bisogno?


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