Viola rinviati a giudizio... anzi no: quando il giornalismo è tutta un'altra cosa
- Marco Innocenti
- 26 gen 2018
- Tempo di lettura: 2 min

"Il Fatto Quotidiano" ieri ha sommariamente rinviato a giudizio la Fiorentina per la vicenza legata al mancato accantonamento dell'eventuale risarcimento che la società viola potrebbe dover corrispondere dopo Calciopoli. Sulla ricostruzione fatta dal quotidiano, però, aleggiano numerose lacune.
Prima di tutto, il risarcimento non è stato ancora quantificato e, anzi, non è nemmeno certo che la Fiorentina debba effettivamente corrisponderlo, in quanto l'udienza (inizialmente fissata per il prossimo lunedì 29 gennaio) è stata rinviata al 7 marzo. Che i colleghi del "Fatto" si siano confusi, pensando frettolosamente ad un rinvio a giudizio quando invece si trattava soltanto di un rinvio... di data?
Altra inesattezza: ad essere rinviata a giudizio non sarebbe certo la Fiorentina ma bensì i suoi dirigenti e il collegio dei sindaci revisori, coloro cioé che hanno apposto la propria firma sul bilancio chiuso lo scorso 31 dicembre 2015.
Due basi di partenza errate, quindi, non solo una. Senza contare che proprio lo stesso giorno il Gup ha rigettato la richiesta della società Victoria 2000 srl, riconducibile a Gazzoni Frascara, di costituirsi parte civile nella vicenda, ritenendo inammissibile la richiesta di risarcimento da parte di tale soggetto. Come dire che, almeno il primo round del match, se lo sono aggiudicati i viola.
Permetteteci però una rapida considerazione. Fino a qualche tempo fa, specialmente quando ci si accostava ad un ramo del giornalismo difficile e tecnico come la cronaca giudiziaria, era buona norma informarsi, magari anche studiare, il diritto e soprattutto i Codici di Procedura, proprio per evitare non solo di prendere delle cantonate colossali ma, peggio, una querela per diffamazione, come quella che con tutta probabilità ora si beccheranno sia l'autore dell'articolo Paolo Ziliani che il direttore responsabile del "Fatto Quotidiano".
E quando le tue conoscenze di giornalista e quindi di "dilettante" del diritto non erano sufficienti, era buona norma chiamare l'amico avvocato e chiedere lumi. Non voglio nemmeno ripensare a quante volte ho chiesto delucidazioni all'amico penalista in quei mesi (pochi per fortuna) in cui la mia carriera mi ha portato ad occuparmi di cronaca giudiziaria in quel di Prato! Però, se i colleghi del "Fatto" avessero bisogno, credo che l'amico di allora eserciti ancora oggi. Se mai servisse il suo numero...
Comments