Corvino: «Abbiamo fatto quello che andava fatto, senza impoverire la rosa. Il clima difficile? Mai d
- Marco Innocenti
- 1 feb 2018
- Tempo di lettura: 8 min

E' un fiume in piena, Pantaleo Corvino, che alla fine della conferenza stampa di presentazione di Dabo e Falcinelli si ferma con i giornalisti presenti in sala stampa per fare il punto dopo la chiusura del mercato invernale. E il direttore generale della Fiorentina non perde nemmeno l'occasione per togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa.
DOMANDA: Veniamo subito al sodo e parliamo dei conti: anche stavolta dal mercato si registra un attivo intorno agli 8 milioni di euro. Questi, sommati a quelli di quest'estate, siccome c’è un clima teso tra la tifoseria, qualcuno dice che corrispondano a un impoverimento della squadra e del gruppo. Qual è la sua riflessione su quest'aspetto?
CORVINO: «E' una domanda che va allacciata ad una situazione più generale. Non posso essere così stretto nel darti una risposta. Nel generale, devo tenere conto anche di certi aspetti, quelli cioé di non aver pensato solo a quello che credono alcuni cioè che abbiamo impoverito al squadra. Credo che tutto quello che abbiamo fatto fino adesso non si figlio solo di questo mercato di gennaio ma di tutto quello che è stato fatto da quando sono arrivato dal primo giorno. Questo è il 12esimo anno a Firenze e una cosa me l’ha insegnata Firenze; sono il più longevo direttore della storia della Fiorentina e io ho imparato che Firenze mi ha sempre chiesto chiarezza: "Fate quello che devi fare ma ditelo con chiarezza perché se lo dite con chiarezza, noi saremo accanto a voi fino alla fine in ogni momento". Questo è il messaggio che mi viene trasferito dal mio tifoso e io, dal primo giorno, ho detto che c’erano da ripianare 38 milioni di euro di rosso che ho trovato, con un monte ingaggi di 75 milioni di euro su un’azienda che ne fattura 85 milioni. Erano tutte cose che siamo partiti a fare perché erano importanti per ripartire e ricomprare perché quando hai un’azienda con questi numeri non puoi permetterti di comprare perché sennò fallisce, in tute le aziende e anche nel calcio. ADV ha fatto pazzie per andare oltre la realtà ma poi ha dovuto prendere atto che adesso andava rimesso tutto a posto per fare un'azienda sana e ripartire. Questo è il messaggio, questo ho detto con chiarezza e questi erano gli obiettivi. Io con Carlos e tutta la mia squadra ci siamo sforzati a fare questo. Poi quando lavori ci sono cose che possono riuscire bene e cose che possono riuscire meno bene però se posso fare una mia considerazione personale devo dire che io mi sento veramente orgoglioso di quello che è stato fatto perché, con chiarezza, è stato detto cosa andava fatto e l'abbiamo fatto. Quei 40 milioni di buco non ci sono più, anzi c’è un’attivo che dal prossimo mercato ci potrà permettere di tornare a comprare. C’è una parte che di quello che abbiamo speso che è andata anche sugli investimento che la Fiorentina andrà a fare sulle strutture, parte che non è stata spesa per la prima squadra ma per gli investimenti del settore giovanile che negli ultimi anni ci hanno permesso di tornare a fare una finale giovanile. Investimenti come Vlahovic o Castrovilli o i tanti ragazzi che saranno i nostri calciatori nel futuro, in quanto intesi come investimenti. Soldi però che sono stati tolti dalla prima squadra e quando hai fatto tutto questo lavoro ti senti orgoglioso però poi ti senti anche deluso, ma non per gli altri ma perché io non sono stato bravo a comunicarlo, come invece lo sono stato nel portare a termine quest'operazione, nonostante la squadra l'anno scorso abbia sfiorato l’Europa e che quest'anno, fino alla gara col Milan di due o tre settimane fa eravamo a pochi punti dall’Europa. Ora sembriamo come cani e gatti e questa forse è la mia colpa: il non essere riuscito attraverso la comunicazione e i calciatori portati a dire bene che noi potevamo fare questo in quest’anno, gettando le basi per il futuro. Nonostante questo, quando eravamo in vantaggio col Milan, ho alzato gli occhi e sul tabellone ho visto che eravamo al sesto posto. E io mi devo sentire colpevole per aver portato Olivera, Sanchez o Cristoforo? Certo, ci sono anche giocatori più bravi di Sanchez o Olivera e tutti quelli che sono stati portati ma uno deve anche fare gli investimenti tenendo conto di quelli che sono gli obiettivi primari. Io penso che anche con questa campagna acquisti, con un Babacar sostituito con Falcinelli che ha fatto 13 gol lo scorso anno, non abbiamo impoverito la squadra tecnicamente ma ho dovuto tener conto che Babacar l’ho trovato in una situazione che non mi permetteva di tenerlo. Non ho mai trovando mai un allenatore che, dall'inizio dell'anno, mi abbia mai detto Babacar per me è il titolare, che mi giustificasse quindi il suo ingaggio. Oggi il monte ingaggi della Fiorentina è di 34 milioni di euro più 3 o 4 milioni di premi. Questo dovevamo ottenere ma non perché lo dovrà essere anche in futuro ma perché dovevamo passare da questa situazione. Tra quelli ceduti ci sono giocatori che non erano funzionali come Hagi, tenuto in considerazione dagli allenatori ma mai mi è stato detto che questi erano indispensabili alla causa. Crediamo di aver immesso due novità, senza impoverire la squadra».
D: Dopo Verona, lei ha parlato di un clima difficile in cui lavorare e in città se n'è parlato molto: la ferisce sentirsi dire che lei fa un mercato come se fosse ancora a Lecce? Vuole tornare sul concetto di clima difficile cui lavorare?
C: «La prima persona che ha detto che io lavoro come se fossi a Lecce è stato Mario Sconcerti che, credetemi, è una persona di cui ho un'idea come uno dei migliori giornalisti italiani. Lui è stato anche dirigente di calcio e sa che quando si è dirigenti bisogna lavorare per degli obiettivi. Se non stai dentro quegli obiettivi, rischi il fallimento per cui se io devo lavorare da Lecce per non far arrivare degli obiettivi che possono portare un’azienda al fallimento. La famiglia Della Valle vuole che la Fiorentina lavori in autofinanziamento e io debbo da dirigente attenermi a questo. Anche se questo poi mi costa il fare degli acquisti non da Fiorentina come nel passato. Anch’io quando ho avuto un po’ di fieno ho centrato 4 qualificazioni Champions, un terzo posto, una scarpa d’oro. Oggi è un momento in cui dire, benché Lecce per me sia stata una tappa importante con una squadra portata in Serie A, che quando c’è stato da spendere l’abbiamo fatto, con giocatori importanti e che oggi, per arrivare a certi obiettivi, va fatto anche con giocatori che non sono da Fiorentina. Io e Carlos però speriamo che questi possano far innamorare lo stesso i nostri tifosi. E poi per la stima che ho di Sconcerti, io penso che molti giudizi su di me a volte, essendo tifoso, siano dei consigli di comprare giocatori da Fiorentina. Ma io oggi non lo posso fare, andando in competizione con tanti club importanti che ci sono. Avete visto la lista dei 20 club più importanti che ci sono in Europa. Noi ci auguriamo che dopo aver messo a posto questa situazione, possiamo andare a comprare anche giocatori che sono da Fiorentina. Sul clima, poi, vi prego, non mi provocate. Io vi voglio bene anche se qualcuno di voi me ne vuole un po’ meno. Domenica sono venuto dagli spogliatoi per chiedere scusa a nome della società, a nome mio e dei ragazzi per la partita e me ne stavo andando. Poi mi sono state fatte due domande: la prima era se avevo parlato con i Della Valle e ho risposto che il nostro rammarico era anche quello della famiglia Della Valle. L'altra mi avete chiesto com’era possibile lavorare in queste condizioni. La domanda è stata fatta in questo modo, non l’ha detto Corvino. Basta andare a trovare la registrazione. Io mi sono solo permesso di dire che mi dispiace lavorare in questo clima difficile per noi, non perché Firenze o i tifosi o voi creino un clima difficile. Per me è difficile perché io stesso sono deluso perché se siamo a due punti dall’Europa e ci sentiamo intorno un clima in questo modo, non abbiamo soddisfatto nessuno nonostante avessimo detto che dovevamo ripartire sotto l'aspetto tecnico e finanziario. Ma se io non riesco a comunicare questo, la colpa è mia. Io non ho mai detto quella frase sui tifosi. Chi ha voluto intendere come io l’ho detta, l'ha fatto e l'ha scritto. C'è invece stato chi ha voluto farci sopra le trasmissioni, allora io non ci sto e la mia dignità la devo difendere».
D: La trasferta di domenica a Bologna cosa può far scattare?
C: «A Bologna ci sono stato un anno e mezzo e devo dire che non posso che avere un buon ricordo. Mi avevano chiamato per andare Serie A e ci siamo andati, poi per salvarsi il primo anno perché anche lì si rischiava il fallimento e alla 9a giornata, con la squadra al nono posto, sono andato da chi mi aveva portato e, da persona per bene, ho chiesto di interrompere il rapporto. Ci siamo capiti e abbiamo chiuso il rapporto. Con Diawara preso a 600mila euro ho fatto la più grande plusvalenza della storia del Bologna. Da allora, li ho incontrati 3 volte, 3 volte li abbiamo battuti e questa sarà la quarta. So che quello che ho appena detto farà in modo di farci trovare ancora più voglioso ma bisogna essere coerenti e spero che la nostra squadra dopo la butta gara di domenica, ritorni la squadra che ci ha dato emozioni a noi dirigenti dall’inizio della stagione, perché prendere tutti questi giocatori nuovi è stato un grande lavoro e una grande fatica. Questi ragazzi erano lì a pochi punti dall’Europa, ora invece, tornati dalle vacanze, dimostrano di non essere quella squadra che avevamo visto, che pur perdendo ci ha sempre messo l’anima e la passione tanto che i tifosi l'hanno applaudita anche quando si è perso».
D: Lei ha detto che finalmente c’è un attivo. Quindi dalla prossima estate si tornerà a comprare senza cedere giocatori. Ma com'è possibile se siamo in autofinanziamento e se parte degli introiti non vanno al settore tecnico. E poi, i Della Valle dissero che noi dobbiamo prendere esempio da squadre come Sampdoria e Atalanta: ma cosa Corvino deve imparare queste squadre, cosa i Della Valle devono imparare da queste squadre e cosa la Fiorentina deve imparare da queste squadre?
C: «Questa è una delle peggiori storture che sento da tempo sulla Fiorentina. Che la Fiorentina debba prendere esempio da Lazio, Udinese, Sampdoria, Atalanta, lo posso sentire dall'uomo della strada ma non da altri. Paragonate i punti che ha fatto la Fiorentina nell'era DV in campionato, con o senza Corvino, ai punti fatti dalla Lazio, dall’Udinese, dall’Atalanta nello stesso periodo: ci sono decine di punti, a volte anche 50, e io devo prendere a modello una squadra o un'altra solo perché loro hanno vinto una Coppa Italia e noi abbiamo perso in finale? L’Atalanta vende ma la Fiorentina ha preso 10 mln per Babacar, 40 per Bernardeschi, due prodotti del suo vivaio e noi dobbiamo prendere esempio da altri? Il mio presidente non avrà detto questo in funzione di quello che è uscito fuori. Credo che volesse dire quello che oggi è sotto la luce e cioè che, fino ad oggi, la famiglia Della Valle ha fatto cose fuori da quello che andava fatto. Intendeva dire che oggi, facendo le cose per bene, dovrò fare come altre squadre che a volte lottano per arrivare in Europa, altre volte no. Ma se tu dici che la Fiorentina deve prendere a modello queste società, io la storia della Fiorentina non la calpesto. Noi per la prima squadra abbiamo speso dai 55 ai 60 milioni, gli altri sono figli di un investimento per il settore giovanile, per le strutture che andremo a fare per il settore giovanile e per ripianare altre situazioni. Per questo, per certe situazioni sono orgoglioso, ma per altre sono deluso ma del mio lavoro, intendiamoci, per sentirmi come uno che ha sbagliato tutto. La colpa però è mia, non vostra».
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