L'attesa vissuta da qui: Fiorentina-Juve con gli occhi di un... tifoso in trasferta
- Daniele Nordio
- 8 feb 2018
- Tempo di lettura: 1 min

L'attesa sta per finire, la fibrillazione per la Partita sale. Certo, non è più la Sfida di qualche anno fa, quando la differenza tecnica non era così evidente. La disparità di potere c'è sempre stata e ci sarà. Fiorentina- Juventus non sarà mai una sfida scialba, banale.
Chi vi scrive non è di Firenze, non vive a Firenze: è un tifoso che è nato e risiede tra le nebbie e le bellezze della laguna veneta e l'alto Polesine. Una mosca viola in mezzo a tante mosche strisciate bianco/blu/rossonere, perché questo è il colore del tifo lontano dalle grandi città. Chi è lontano dai luoghi di aggregazione viola deve sopportare il sorrisetto dei compagni di classe, l'ironia dei colleghi di lavoro, gli sfottò degli amici al bar. Per questo la Partita è l'occasione di una redenzione morale.
La rivalità è meno accesa rispetto ai primi anni '80 o a qualche campionato degli anni '90, delle Sette Sorelle, quando per qualche stagione sul campo abbiamo potuto guardare negli occhi le nostre rivali e sentirci alla pari. Ora, per mille motivi, non si può, ma la Partita risveglia in noi qualcosa di adrenalico. Le emozioni del volo d'angelo dell'Unico Capitano, la mitraglia del Re Leone (la vostra, Tevez e Pogba, dove l'avete messa?), il sinistro chirurgico di Pepito possono tornare, devono rivivere.
Al Franchi o in qualsiasi altro posto, domani saremo con la sciarpa Viola al collo pronti a gioire per un tiro potente che s'insacca del nostro Federico (non quell'altro!) o per un guizzo decisivo del Cholito!
Superiamo qualsiasi dubbio per una notte e uniamoci in un solo grido: Alé Viola!
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