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Pioli: «Lucidi, attenti e determinati: servirà una partita di squadra»

  • Marco Innocenti
  • 8 feb 2018
  • Tempo di lettura: 7 min

Si avvicina la gara dell'anno per Firenze e per una Fiorentina che ha appena trovato la prima gioia di questo travagliato inizio di 2018. Il gap fra le due formazioni è enorme, quindi Stefano Pioli nella consueta conferenza stampa pre partita punta sulla voglia dei propri ragazzi e di tutto l'ambiente di mettere in campo la gara perfetta.

DOMANDA: All'andata la fiorentina fece la quasi la partita perfetta: in questa settimana, su quali concetti ha insistito?

P: «Sul fatto che dovremo giocare una partita da squadra, perché ci sarà da lavorare tanto perché affronteremo un avversario fortissimo che sembrerebbe non aver punti deboli almeno stando alle loro ultime prestazioni, agli ultimi risultati, per come giocano e per come affrontano le gare quindi ci sarà bisogno in tutte le situazioni di stare molto lucidi, molto attenti e determinati».

D: Sa già come sostituirà Laurini? Anzi, come sta prima di tutto?

P: «Laurini non credo che ce la faccia per domani, anzi non sarà convocato. Dovremo difendere da squadra molto bene e attaccare da squadra molto bene».

D: Attualmente il divario fra le squadre di vertice e quelle di centroclassifica è ampissimo. Quali armi si possono utilizzare per fermare una squadra come la Juventus?

P: «La Fiorentina deve pensare di mettere in campo la sua miglior prestazione possibile. Per avere la possibilità di fare risultato contro un avversario così forte dovremo essere dal punto di vista tecnico, dal punto di vista tattico, dal punto di vista fisico, dal punto di vista dello spirito di altissimo livello. Dovremo puntare sulle nostre capacità e sulle nostre caratteristiche, sapendo che ci sarà da lavorare tanto, tanto durante la gara».

D: Visto il gap tecnico e fisico con la Juve, pensa che la spinta dello stadio, della città e dei tifosi possa aiutarvi a colmarlo?

P: «Devono aiutarci ma su questo non ho dubbi, come non ho dubbi che dovremo cercare di andare anche oltre i nostri limiti ma questa è la partita per poterlo fare ed è la squadra vuole farlo. Andare oltre quelle che sono le nostre difficoltà e i nostri limiti perché sappiamo che è "la" partita quindi bisogna dare tutto quello che abbiamo. Addirittura, forse non basterà nemmeno quindi, quando pensiamo di non avere più energie, bisognerà trovarle perché c'è sempre un piccolo serbatoio a cui attingere e noi dovremo far leva anche su quello, attingere anche a quello».

D: Lei da ex giocatore della Fiorentina ha già giocato questa sfida: dirà qualcosa di particolare ai suoi giocatori per far accendere quella scintilla che lei conosce bene?

P: «Voi dite spesso che queste partite si preparano da sole ma non è del tutto vero. Credo però che tutti sappiano. Ho una squadra con molti stranieri ma lo sanno tutti, lo sentono tutti. Chi vive l'ambiente Fiorentina e vive la città sa che importanza ha questa gara. Io farò di tutto per motivare la squadra e per renderla più attenta e combattiva possibile ma credo non servirà un grande lavoro mio perché si sente tutto e la squadra sa cosa rappresenta questa partita».

D: Quanto le pesa, se le pesa, il non essere riuscito mai a batterla?

P: «Sì, purtroppo è così, quindi ogni occasione che mi si presenta davanti sono lì a provare a prenderla. Chiaro che sarebbe la soluzione migliore quella di domani e quindi siamo concentrati su quello».

D: Ci sarà, in mezzo a tanti grandi giocatori, anche Bernardeschi che lei non hai nemmeno visto per 5 minuti: l'ha deluso il suo comportamento quest'estate? Avrebbe voluto comunque provare a parlarci faccia a faccia?

P: «Io sono contento di allenare il Federico che è con noi e che ha avuto la volontà e la voglia di restare con noi. Poi, io rispetto le scelte degli altri. Io con Bernardeschi ho avuto una telefonata appena arrivato qua ma la situazione era troppo avanti e non si poteva fare diversamente».

D: Ieri Badelj ha detto che lei è un persuasore e che l’ha convinto a restare a Firenze. Qual è la cosa di cui hanno bisogno di più i suoi giocatori oggi? Qual è la frase più importante che si possa dire loro prima di una gara come questa che, teoricamente, è la più leggera perché se si perde con la Juve ci può stare in fondo?

P: «Invece secondo me è proprio il contrario: nel senso che noi non possiamo e non dobbiamo e non vogliamo pensare che sia una partita che si può anche perdere. E’ una partita che è possibile vincere, è già successo, anche contro una Juve anche più forte, quindi perché non può succedere di nuovo».

D: La Fiorentina deve attingere anche alla riserva e deve andare oltre la sua riserva ma c'è anche la possibilità che la Juve possa sbagliare: qual è la cosa che lei spera che loro possano sbagliare?

P: «Io son sicuro di una cosa: che loro non sbaglieranno l'atteggiamento, che non sbaglieranno l'approccio e che non penseranno alla prossima partita di Champions League, perché la forza della Juventus, al di là delle qualità dei giocatori e dell’allenatore che per me, insieme ad Ancelotti, è il migliore d'Italia e con gran differenza, è la mentalità dell'ambiente che non prende sotto gamba niente. Quindi noi non possiamo sperare che loro sbaglino qualcosa ma dobbiamo esser noi che fare qualcosa di più per provare ad andare a prenderli».

D: Rispetto all’andata, ci possiamo aspettare una gara un po' più coraggiosa in attacco?

P: «Cercheremo di offendere tutte le volte che ne avremo la possibilità. Comunque fa parte della nostra mentalità al di là dell’atteggiamento di prenderli alti o più bassi. Ma non siamo una squadra che gioca sulla difensiva o che fa partita passiva e di attesa. Non è quello che vogliamo fare e non è quello che faremo domani sera ma tenendo conto che domani avremo davanti un avversario che nelle ultime 15 partite ha subito solo un gol e che ha lasciato di media solo un’occasione ai propri avversari. Sicuramente la volontà e la mentalità è quella di fare la nostra partita, di farla con ritmo, con velocità e con intensità altrimenti non siamo noi stessi. Poi tutte le volte che ne avremo la possibilità dovremo provarci ma con coraggio, con convinzione, con forza perché sapremo che difficilmente creeremo 7/8 occasioni da gol e con rande concretezza dovremo cercare di sfruttare da ogni situazione di portare via anche solo un piccolo centimetro».

D: Thereau: cosa successo al giocatore? Ha accusato più di altri l’infortunio muscolare oppure rientra nella gestione di un calcia di una certa età?

P: «Credo che la situazione di Thereau rientri in un'annata in cui la condizione psicofisica non può essere da nessuno tenuta al 100% per tutto il campionato. Prima l'infortunio muscolare poi la frattura a una costola contro l'inter. E quando sei abituato a lavorare con intensità tutti i giorni poi dopo questa continuità non ce l'hai più, questo può crearti qualche problema ma sta meglio, sta migliorando rispetto a qualche giorno fa ed è pronto a dare il suo contributo».

D: I tifosi cosa le hanno detto in questi giorni? C'è un frase che le è rimasta particolarmente impressa?

P: «Non la frase ma lo sguardo col quale il tassista ieri si è raccomandato: mi ha veramente colpito. Io conosco questa gara, conosco quest'ambiente, come la si vive ma quello sguardo quasi commosso, quasi di supplica, è stata una cosa che mi è rimasta».

D: Ha già deciso gli 11 per domani sera? Difesa a 3 o a 4?

P: «Si , ho già deciso. La squadra lo saprà domattina. Voi continuate a parlare di numeri ma io ribadisco che non è così importante difendere e attaccare in 3 o in 4 ma è importante produrre e domani sarà importante lavorare di squadra. Quando la palla ce l’hanno i nostri avversari noi dobbiamo difendere e non ci saranno ruoli ma posizioni da prendere e spazi da occupare dove ci sono i nostri avversari. Quindi tutti a lavorare per attaccare e tutti a lavorare per difendere quando la palla ce l'avranno i nostri avversari».

D: Badelj: ha ammesso non questa non sia la sua migliore stagione. Passaggi sbagliati e qualche sbavatura.

P: «Sì, io credo che domenica lui abbia perso due palle a inizio gara che ci sono costate due ripartenze del Bologna ma io credo siano stati i compagni a non servirlo nel modo giusto. Lui è un giocatore importante, è il nostro metronomo, quello che ci dà i tempi di gioco e che ha l'abilità con un passaggio verticale di saltare la prima pressione avversaria. Più è preciso lui, più il nostro sviluppo di gioco è migliore, più situazioni offensive possiamo creare. E' un ottimo giocatore, che va supportato in certe situazioni e va messo in condizioni di cercare di lavorare con un po' più di spazio».

D: Avesse la possibilità di "far fuori" uno della Juve chi sceglieresti? Forse Mandzukich?

P: «Io non ci prendo mai, non telo dico, quindi se ti dico Tizio poi magari domani diventa decisivo Caio. Fino a un mese fa forse avrei detto anch'io quel nome lì, ma adesso con la condizione che ha il centravanti è dura ma noi non dobbiamo pensare o illuderci che sarà sufficiente per noi una giocata di un nostro singolo,dovrà essere la squadra, la squadra a esprimersi ad alti livelli».

D: Allegri ieri ha detto che questo Napoli al 99% è merito di Sarri: per lei quanto è importante Allegri per la Juve?

P: «Credo che dicendo prima che lui insieme ad Ancellotti è il miglior allenatore italiano, visto che in Italia ci sono ottimi allenatori, significa che Allegri sta facendo un grande lavoro, con gli ottimi giocatori che ha, con l'ottimo materiale che ha, ma è bravo perché è un bravo motivatore, ha elasticità, sa giocare in più modi, sa essere imprevedibile, ha giocatori che si muovono negli spazi con imprevedibilità. Sta vincendo in italia, sta cercando di vincere in Europa, cosa che a una squadra italiana non riesce da anni e sta facendo bene in tutti i campi dove gioca. E' un ottimo allenatore e la Juventus sta giocando bene sia per le qualità dei giocatori che per quelle dell’allenatore».


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