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Josip Ilicic, da bidone fischiato a grande rimpianto? Noi la vediamo così...

  • Marco Innocenti
  • 17 feb 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Che quella di domani per Josip Ilicic sia una partita sotto i riflettori, è fin troppo facile da prevedere. Il suo recente passato non proprio lineare con la maglia viola fanno dello sloveno il protagonista più atteso, anche perché la sua ultima doppietta in Europa League contro il Borussia ne ha riportato in auge le quotazioni, non tanto a Bergamo quanto piuttosto a Firenze, dov'è già partita l'operazione nostalgia.

Da criticato, fischiato ed etichettato come giocatore non decisivo, al ruolo di grande rimpianto per molti di quelli stessi tifosi che, fino alla scorsa stagione, ne sottolineavano l'indolenza spesso snervante, quasi ai limiti dell'intollerabile. In più di un'occasione, lo stesso Ilicic ha dichiarato di non capire cosa il pubblico viola volesse da lui: «Ero il capocannoniere ma mi dicevano che ero discontinuo. Cosa mi manca per la continuità? A saperlo...» ha detto alla stampa. Il talento cristallino non si discute ma sull'impegno e sulla dedizione - ce lo permetterà il signor Ilicic - crediamo che il pubblico di Firenze avesse ottime ragioni, in più di un'occasione, per farsi sentire.

La sua seconda giovinezza con la maglia dell'Atalanta è innegabile, ma è altrettanto innegabile che lui ormai avesse fatto il proprio tempo in riva all'Arno. Gran parte dei motivi però vanno ricercati probabilmente nel suo atteggiamento nei confronti del pubblico di Firenze. In un oceano di partite giocate a ritmi da bradipo, interrotte solo da qualche prestazione all'altezza, punteggiate però anche da atteggiamenti che non si possono certo dimenticare. Come quel voler zittire i propri tifosi che lo fischiavano dopo una sostituzione più che meritata contro il Napoli, nel novembre 2014. Un gesto evitabile, evitabilissimo, che non ha fatto altro che peggiorare un rapporto già deteriorato. E al momento del suo passaggio all'Atalanta, quest'estate, non ci è parso di vedere cortei di disperazione per le vie di Firenze.

Adesso, però, facciamoci tutti un gran favore: anziché rimpiangere giocatori che se ne sono andati, anzi, che hanno voluto andar via a tutti i costi, facciamo il tifo per chi la maglia viola l'ha scelta e la indossa oggi. Ne guadagneremmo tutti, statene certi.


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