Un punto utile sulla strada verso una rinnovata fiducia in noi stessi

E' una buona Fiorentina quella che torna da Bergamo con in tasca un punticino magari non particolarmente utile per la classifica ma prezioso per il morale dopo le due sberle prese nelle prime due uscite del 2018. La vittoria pur sofferta di Bologna, la bellissima prestazione contro la Juventus e questa buona prestazione contro una delle squadre più in palla del campionato, sembrano un buon viatico per riprendere il filo di un discorso interrotto prima della sosta.

Specialmente nel primo tempo, i viola danno la sensazione di poter anche mettere sotto i bergamaschi. Sfiorano il vantaggio con Simeone, poi lo trovano con la percussione di Badelj ma non riescono a completare l'opera, andando solo vicini al gol del raddoppio, che avrebbero anche ampiamente meritato. Poca Atalanta fino al 45', sicuramente a causa dell'ampio turnover fatto da Gasperini ma anche per merito di una buona Fiorentina, che copre molto bene il campo e chiude in ogni zona le ripartenze, spesso micidiali, del Papu Gomez e dei suoi compagni.

Peccato solo per quella disattenzione in difesa in occasione del gol del pareggio, proprio a un soffio dall'intervallo. Biraghi e Milenkovic marcano in maniera un po' troppo leggera un marcantonio come Petagna e arriva il gol dell'1-1. Nella ripresa, poi, la partita si fa più equilibrata. L'arbitro Maresca prende qualche abbaglio, distribuendo i cartellini gialli in maniera - diciamo così - "artistica". Ne fanno le spese Milan Badelj e Nikola Milenkovic. Il giovane difensore prima si becca un giallo assolutamente immeritato per un fallo inesistente su Gomez e poi rimedia il secondo (stavolta sacrosanto!) dopo appena un paio di minuti. Nel finale, l'inferiorità numerica non pesa più di tanto sulla Fiorentina che sfiora il gol da tre punti con Falcinelli, su un errata disimpegno atalantino.

Alla fine, quindi, un punto che non serve a molto in termini di classifica ma che, al contrario, serve moltissimo sulla strada della riconquista delle certezze perdute.