Kalinic, il Milan in cerca di acquirenti per pagare quanto dovuto alla Fiorentina
- Marco Innocenti
- 21 mar 2018
- Tempo di lettura: 3 min

E' bastato un articolo di Tuttosport a scatenare i tifosi viola: il Milan sarebbe alla ricerca di acquirenti per poter pagare il riscatto di Nikola Kalinic alla Fiorentina, secondo quanto stabilito dal contratto di cessione del giocatore firmato la scorsa estate. Da una parte ci sono quei tifosi (pochi, pochissimi per la verità) che dicono "vabbé, vorrà dire che se non ce lo pagano, ce lo riprendiamo". Dall'altra invece ci sono quei tifosi (tanti, anzi, la stragrande maggioranza!) che non hanno gradito per nulla la manfrina di luglio con quelle fughe improvvise dal ritiro di Moena e men che mai il finale di quella telenovela triste, con l'invio di certificati medici (era un po' una moda in quei giorni... vi ricordate?) per malanni psicologici poi magicamente scomparsi una volta seduto al tavolo con Fassone e Mirabelli per la firma del contratto davanti alle telecamere dello streaming rossonero.
A rendere ancor più credibile la notizia, poi, ce n'è un'altra: il tribunale del popolo di Shenzhen ha infatti dichiarato il fallimento della holding Jie Ande di proprietà di Yonghong Li, il discusso finanziere cinese divenuto lo scorso anno proprietario del Milan. La Jie Ande - scrive il Corriere della Sera - era già un anno fa uno scrigno vuoto, nel senso che risultava già insolvente verso diverse banche cinesi ma, all'epoca, nessuno se ne preoccupò. Adesso però c'è in ballo il pagamento dei 300 e passa milioni che Li dovrebbe restituire al fondo americano Elliott entro ottobre prossimo, restituzione che sembra davvero molto difficile alla luce di quanto sta emergendo circa la solidità finanziaria dello stesso Li e delle società che costituiscono il suo patrimonio.
La sola ancora di salvataggio che in questa ingarbugliata situazione sembra presentarsi a mister Li è data proprio dalla struttura dell'operazione Milan. Il fondo Elliott, infatti, a garanzia dei 330 milioni prestati a suo tempo per l'acquisto della società dalla Fininvest, aveva ricevuto l'intero pacchetto Milan: azioni, conti in banca, infrastrutture, perfino le divise dei giocatori si dice. Questo significa che un'azione contro Li da parte di Elliott non farebbe altro che intaccare il valore della stessa società Milan che è la garanzia del prestito.
Ma torniamo alla situazione di Nikola Kalinic. L'attaccante non ha avuto, fin da subito, un grande impatto con la tifoseria rossonera. Sebbene il suo arrivo sia stato accolto come uno dei colpi di un mercato che doveva rilanciare il ruolo del Milan in Italia e in Europa, le sue prestazioni sul campo non sono certo state all'altezza del prezzo pagato (anzi, non ancora pagato) per il suo cartellino. Fino ad arrivare all'attualità, con l'esclusione dagli undici titolari nella partita contro l'Arsenal e quella di domenica scorsa contro il Chievo. Pare infatti che in uno degli ultimi allenamenti a Milanello, durante la partitella, Gattuso abbia consegnato la pettorina dei titolari a Cutrone, relegando l'attaccante croato fra le riserve. Kalinic non avrebbe proferito verbo ma, per tutta risposta, avrebbe vistosamente abbassato i ritmi dell'allenamento, cosa questa "certificata" dai dati del gps che lo staff rossonero monitora durante ogni seduta. Gattuso l'ha subito notato e non ha gradito, spedendo così Kalinic in tribuna.
Al di là della situazione venutasi a creare fra l'attaccante e il nuovo tecnico milanista, però, resta in sospeso quel pagamento di qualcosa come venti milioni di euro che il club rossonero dovrà versare alla Fiorentina per il cartellino del giocatore e, visto che la situazione finanziaria non sembra proprio delle più rosee, pare che Fassone e Mirabelli abbiano perso parecchio di quel sorrisetto tronfio che ne aveva accompagnato la firma del contratto in diretta web, con quella battuta piuttosto infelice da parte dello stesso Mirabelli: «Segna o te ne ritorni là».
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