La voce dei tifosi: la parola a... Marco Baratti(stuta) di "Firenze nel Nord"
- Marco Innocenti
- 22 mar 2018
- Tempo di lettura: 4 min

Riprende, dopo una piccola ma doverosa pausa, la nostra rubrica "La Voce dei Tifosi" e anche l'ospite di quest'oggi non ha certo bisogno di grandi presentazioni. Si tratta di Marco Baratti, anche se tutti lo conoscono come Barattistuta, coordinatore dell'attivissimo gruppo "Firenze nel Nord" che raccoglie tanti tifosi viola sparsi un po' per tutto il nord Italia. Impossibile poi non riconoscerlo, con la sua camicia fruit-style, la cui sobrietà (non ce ne voglia...) è inversamente proporzionale alla scaramanzia. E? un po' la sua "uniforme d'ordinanza" negli stadi d'Italia e d'Europa, oltre che nella foto qui sopra, scattata all'Ezio Scida di Crotone e postata sul suo profilo Fb insieme ad una citazione che dice più di mille parole, tratta dalla canzone "Annarella", cantata da Giovanni Lindo Ferretti dei CCCP: "Lasciami qui. Lasciami stare. Lasciami così". Perché per chi non lo sapesse l'altra grande passione di Marco è, ovviamente, la buona musica.
Eccovi la nostra chiacchierata.
Marco, partiamo dal gruppo: come nasce l'idea degli "Alterati" prima e di "Firenze nel nord" poi? «Nasce dalla passione per la Fiorentina che ha colpito da pischelli me e mio fratello Giorgio. Ascoltavamo il regista Rai Paolo Beldi che faceva una trasmissione demenziale sullo stile di "Alto Gradimento" intitolata "C'è Pablo" in una delle prime radio private novaresi. Metteva sempre l'inno della Fiorentina e quell'inno deve averci dato un "inprinting". Poi abbiamo cominciato ad otto anni ad andare al mare nella nostra omonima Baratti, il golfo più bello del mondo. E ci siamo autoconvinti di avere origini etrusche. Nei giorni di pioggia si visitavano le città toscane. Vista Firenze rimanemmo folgorati anche dalle bandiere viola e dalla passione per la squadra. Quando iniziai a lavorare, cominciai ad organizzare prima i viola di Novara con "Resistenza Viola Novara", poi coi Piemontesi si cominciò ad organizzarsi in auto per le partite al nord ed entrammo come sezione "Piemonte" degli "Alterati Piombino", conosciuti casualmente a Baratti. Qualche anno dopo, si unirono a noi dei tifosi da stadio Lombardi e divenimmo "Alterati Piemonte e Lombardia", per poi cominciare a raggiungere Firenze in auto abbonandoci in Fiesole. Nell'anno triste della C2 passammo dalle auto ai minibus e si unirono a noi con orgoglio tifosi di tutte le regioni del nord quindi la denominazione passò ad "Alterati Firenze nel nord" per poi passare al definitivo "Firenze nel nord" a seguito dello scioglimento un paio di anni fa degli "Alterati", gruppo nato a Firenze nel '92. I nostri bus e la nostra presenza in tutti gli stadi d'Europa sono ormai una costante da ormai 25 anni». Ma cosa significa tifare viola in un nord Italia chiaramente strisciato? «Vuol dire essere orgogliosi di stare dalla parte del bene contro il male. Vuol dire difendere questa squadra che dà poche gioie scegliendola, perché io e molti di noi la Fiorentina l'abbiamo scelta, non siamo nati per caso a Firenze. Abbiamo scelto di vincere pochissimo e con grande difficoltà ma in maniera onesta e dignitosa. Poche vittorie ma vissute intensamente con enorme gioia». Passiamo invece al campo e a questa stagione, partendo dall'inizio e cioé dalla rivoluzione estiva: necessaria ma dolorosa, inutile, sbagliata... come la giudichi e perché? «Qui non siamo tutti d'accordo... ognuno nel gruppo si è fatto le proprie idee. C'è chi non ha apprezzato le cessioni importanti e chi le ha ritenute inevitabili. Sono arrivati parecchi giovani e con loro occorre pazienza. A me sembra di cogliere una migliore unità di squadra e di vedere lenti ma continui miglioramenti un po' in tutte le parti. C'è pero anche chi si è stufato di attendere e non vede di buon occhio proprietà e DS... qualcuno ha anche smesso di venire pur essendo abbonato». E il lavoro di mister Pioli in questi mesi? «Pioli mi sembra una brava persona e un discreto psicologo. Quello che sta facendo in questi giorni tragici e quasi miracoloso. A me piace anche se qualche critica dopo alcune sconfitte è arrivata da qualcuno del nostro gruppo. Io ho allenato in amatori e sono sempre restio a criticare allenatori di un livello nettamente superiore. Conosco le difficoltà che si riscontrano in quel ruolo». Chi ti ha sorpreso di più fra i nuovi arrivati e da chi invece ti saresti aspettato di più? «Pezzella, Milenkovic, Veretout, Victor Hugo, Laurini, Thereau, Biraghi mi sembra stiano facendo bene. Benassi, Gil Dias e Saponara (lo ritengo un nuovo acquisto visto che si è visto davvero poco) mi sembra stiano venendo fuori da un inizio stentato. Da Gaspar e Simeone mi aspettavo di più ma secondo me quest'ultimo e destinato a sbloccarsi nel finale di campionato». La tragedia di Davide Astori e la reazione della squadra e anche di tutta la piazza viola: che idea ti sei fatto, anche alla luce del "nuovo corso" dei rapporti con la proprietà? «Penso che la squadra stia giocando per il Capitano e che la tragedia che ha toccato tutti da vicino abbia riportato le parti a superare per un po' le divisioni. Secondo me sarebbe utile una maggiore presenza della proprietà per riaprire tra un po' quel dialogo che si era interrotto, perché quando remiamo tutti dalla stessa parte assistiamo a piccoli miracoli come quelli vissuti nelle ultime due partite di campionato. Io all'Europa ci credo ancora e lo dicevo ai miei anche prima di questo riavvicinamento al settimo posto. Sono un inguaribile ottimista ma la Fiorentina è il mio divertimento... perché dovrei guardare al bicchiere mezzo vuoto?»
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