Ciao Emiliano, cuore viola fuori dal gregge
- Daniele Nordio
- 29 mar 2018
- Tempo di lettura: 2 min

I giardini di Marzo si vestono di nuovi colori, cantava Battisti; questo Marzo 2018 ha colto due viole dal prato del mondo del calcio, da quello fiorentino: dopo l'improvvisa e angosciante morte di Davide Astori, ci saluta anche il grande Emiliano Mondonico, al termine di una lunga malattia, la Bestia come la chiamava lui, che ha combattuto per sette anni. Ci lascia un uomo che è stato sempre leale, di parola, controcorrente, fuori dagli schemi o meglio un uomo "fuori dal gregge" come amava definirsi.

Mondonico si è sempre dichiarato tifoso viola, tanto da essere stato per anni anche socio del Viola Club Settebello. Nella foto qui sopra, potete vederlo premiato proprio dal Club della Fiesole, tanti anni fa ormai. Coronò il sogno di allenare la squadra del suo cuore e portandola dalla serie B alla serie A nel 2004 dopo lo spareggio col Perugia, che entusiasmò l'intero popolo Viola! L'avventura con la Fiorentina poi si interruppe anzitempo, ma questo non rovinò mai l'amore intenso che legò il Mondo con il mondo viola. Il nome di Mondonico, come allenatore, si lega in maniera indissolubile ai colori granata del Torino, che portò alla finale di Uefa contro l'Ajax, e ai colori nerazzurri dell'Atalanta, che portò ad una semifinale di Coppa delle Coppe nonostante il sodalizio bergamasco fosse in serie B. Ci
furono prima e dopo tante panchine, tanti obiettivi raggiunti tra promozioni, salvezze, e
qualificazioni europee. Dal punto di vista tecnico Mondonico promosse sempre un calcio all'italiana, un calcio "pane e salame", anche qui sempre fuori dal coro, fuori dal sacchismo che aveva infervorato il mondo del calcio italiano a fine anni 80.
In un'intervista di un paio di anni fa rilasciata alla nostra Susanna Bonacci su come era nata la sua fede viola, rispose così: «Era l'anno dello scudetto con Virgili, perché lui era un po' il mio idolo, era il centravanti, in quel momento vedevamo la settimana Incom, prima del film al cinema, e c'erano le vittorie della Fiorentina, il primo scudetto. Quasi come per incanto, forse per colpa di una polo viola presa al mercatino, mi ritrovai tifoso della Fiorentina, perché non volevo esser come tutti gli altri che tifavano Inter, Milan, Juve. Dovevo essere diverso e questa polo viola mi fece pensare che era la mia squadra! Così è partito il mio affetto per la squadra Viola, che si è rinfrancato sempre più negli anni».
Ci mancherà la tua voce fuori dal coro, ci mancherai Emiliano, ci mancherai un Mondo.
Comments