La Voce dei Tifosi: la parola a... Alessandro Sisto del Viola Club New York
- Marco Innocenti
- 5 apr 2018
- Tempo di lettura: 3 min

Per la nostra ormai consueta rubrica "La Voce dei Tifosi", oggi voliamo oltre oceano per fare la conoscenza di Alessandro Sisto, presidente del Viola Club New York. Architetto trapiantato da anni nella Grande Mela, Alessandro non ha per questo rinunciato a seguire i colori viola nonostante i chilometri e le ore (di fuso orario) che separano lo stadio "Franchi" dalle streets di Manhattan.
Prima di tutto, raccontaci come nasce il vostro Viola Club New York, l'unico nella Grande Mela.
«Il Viola Club New York nasce nel 1990 ed in quasi 30 anni è l’unico viola club ufficiale della Grande Mela. Qualche anno fa c’è stato un fan club di Giuseppe Rossi ma non credo esista ancora. In questi anni abbiamo organizzato cene ed invitato ospiti da Firenze. Ricordo Riganò, lo stesso Rossi, ma in passato anche Ranieri con Batistuta. Purtroppo, non è facile portare giocatori qua ma ci piacerebbe molto e siamo sempre in cerca».
Passando a parlare di Fiorentina, come vedi quest'ultimo scorcio con le cinque vittorie di fila?
«sono molto orgoglioso di queste ultime vittorie soprattutto l’ultima con l’Udinese, non tanto per i risultati (si prende quello che ci danno) ma nel vedere un gruppo forte ed unito. Sono contento quando li vedo abbracciarsi dopo un gol, mi fa molto piacere vedere la “garra” di Simeone quando segna o anche quando non segna, non potevo sopportare tutti i “broncini” della gestione Sousa o Montella, uno tra tutti Kalinic. Quindi, tornando a quest’anno, sono davvero contento in quanto credo abbiamo una buona base per costruire qualcosa».
Pezzella, Vitor Hugo, Veretout, Dabo, Simeone, Falcinelli: come valuti la prima stagione in viola di alcuni dei nuovi arrivati dopo la rivoluzione estiva?
«Guarda, la squadra così giovane mi fa molto contento, la aspettavo da anni. Hugo sta facendo bene sostituendo il povero capitano con tutta la pressione emotiva che comporta, lo vedo un giocatore molto atletico. Dabo sta facendo vedere cose abbastanza buone, certo non parliamo di fenomeni ma di giocatori che si impegnano e lottano. Falcinelli ancora non credo sia venuto fuori, spero per lui riesca ad emergere ma non credo abbia la facilità al gol di Babacar, molto più uomo d'area. Concludendo con Veretout, credo sia la rivelazione dell’anno. Mi piace tantissimo e lo avevo visto già dal pre-campionato! Credo che anche Milenkovic abbia una bella personalità ed un ottimo fisico e sicuramente verrà fuori».
Otto gare da qui alla fine, quattro grandi da affrontare, Napoli e Lazio in casa al Franchi, Roma e poi il Milan a San Siro all'ultima di campionato: l'Europa è solo un miraggio o una possibilità concreta?
«Le ultime partite non sono facili ma credo che possiamo fare dei punti e toglierci ancora delle soddisfazioni. Se vogliamo l’Europa, questo è un momento importante: Lazio e Milan sono in forma, il Napoli lo vedo un po' in debito e la Roma forse paga la Champions. Vediamo, non mi aspetto molto ma di lottare a testa alta quello sì!».
Per concludere, ti chiedo un pensiero sulla tragica scomparsa di Davide Astori.
«Sulla perdita del Capitano non sto a dire tante cose. Ricordo che quando ho visto i messaggi degli amici credevo non fosse vero. A volte non ci credo ancora, magari vedo una foto online e mi sembra ancora li, magari infortunato, magari il prossimo anno lo vediamo in ritiro... Come presenza manca tanto, tantissimo. Era uno di quei giocatori magari non appariscenti ma che, quando sono fuori, te ne accorgi eccome. Durante la settimana della scomparsa sentivo varie radio e non ti nascondo che avevo gli occhi lucidi tutte le volte. Mi sono fatto tante domande in quei giorni ma non ho ancora risposte. Credo che questa cosa, noi tifosi viola che l’abbiamo vissuta, ce la porteremo dentro per sempre. Impressionante poi il silenzio del Franchi. Io l’ho vissuto di persona con Prandelli: ero in Fiesole da abbonato e non lo dimenticherò mai! Siamo una grande famiglia viola e questa cosa ci ha uniti ancora di più!».
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