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Pioli: «Roma squadra forte e motivata. Noi dovremo essere capaci di reggere i colpi»

  • Marco Innocenti
  • 6 apr 2018
  • Tempo di lettura: 9 min

Vigilia d'attesa in casa Fiorentina per questa sfida ad alta intensità contro la Roma. All'andata, una buona Fiorentina dovette cedere nella ripresa, pagando a caro prezzo un paio di errori "di leggerezza" ma, da allora, tanta acqua è passata sotto ai ponti e la Fiorentina di oggi è decisamente maturata, tanto da potersi approcciare all'esame giallorosso con un certo qual ottimismo. Ecco come Stefano Pioli, in conferenza stampa, ha analizzato l'impegno di domani all'Olimpico.

DOMANDA: All’andata grande primo tempo della Fiorentina, che avrebbe anche meritato il vantaggio, poi nel secondo tempo la maggior esperienza e fisicità della Roma ebbero il sopravvento. Un girone dopo e con il lavoro fatto in questi mesi, che Fiorentina si troverà davanti domani la Roma?

PIOLI: «Noi siamo in buone condizioni, questo è evidente anche per le nostre ultime prestazioni. Soprattutto per i nostri ultimi risultati. La partita dell'andata ci ha insegnato tanto. Affronteremo un avversario forte, che proverà ad essere aggressivo sulla nostra prima costruzione quindi sarà importantissimo avere una costruzione semplice e pulita, un avversario che crea tanto ma che potrebbe anche concedere qualche spazio per essere propositivi in attacco».

D: Simeone. Non un caso i due gol consecutivi, spende meno energie in varie zone del campo e punta più deciso verso la porta. Qual è stato il lavoro fatto su di lui per ritrovare questa presenza in area?

P: «Io credo invece che Simeone non debba cambiare il modo in cui sta lavorando perché queste sono le sue caratteristiche quindi il fatto che sia generoso, che aiuti molto, che sia il primo a cercare di aiutare la fase difensiva, su questo deve assolutamente insistere. E' stato bravo nelle ultime due partite a trovare la zampata giusta al momento giusto, che è quello che gli era mancato nelle gare precedenti ma non era mai venuta meno la prestazione e questo è importante. Sappiamo che per un attaccante il gol significa fiducia, significa convinzione, quindi di sicuro troveremo un Simeone ancora più rabbioso e motivato e credo che nel gol di Udine ci sia tanto delle caratteristiche di Giovanni. Un ottimo controllo ed è una situazione su cui sta lavorando tanto, ma poi c'era quella sua determinazione di vincere il rimpallo e di far gol che gli ha poi permesso di arrivarci. Queste sono le sue caratteristiche, con altre situazioni su cui deve migliorare ma è ragazzo che ha sempre messo tutto nel lavoro e sono sicuro che arriverà a dei miglioramenti».

D: Questa è una squadra con dei difetti, nata ad agosto, con 80 milioni di euro fra risparmi e guadagni, si sapeva che era imperfetta ma è una squadra che piace alla gente, ai tifosi. Però c’è una domanda: tu sei dato da tutti come l'allenatore della Fiorentina per altri due anni. Un allenatore come te, con una squadra così acerba, imperfetta e giovane, credi che sarà davvero possibile difenderla sul prossimo mercato? Perché io so che tu vorresti riaverla sostanzialmente uguale anche il prossimo anno…

P: «Se la squadra piace ai tifosi, allora piace assolutamente anche a me. Io in questo momento della mia carriera voglio allenare “per divertirmi”. Mi piace lavorare, con serietà e con serenità e con un gruppo che vuole andare oltre anche i propri limiti e questo è quello che stanno facendo i miei giocatori. Dobbiamo insistere. Poco tempo fa ho detto che avevo le idee abbastanza chiare sul futuro della nostra squadra, sul suo obiettivo cioè di cercare di trovare quei giocatori che potessero formare la base su cui costruire per il nostro futuro, una base da poter potenziare. Qualche dubbio ora ce l’ho perché qualche giocatore mi sta facendo cambiare idea ma io voglio allenare una squadra che metta entusiasmo nel lavoro, che metta al primo posto la voglia di dare il massimo e di migliorarsi, ed è quello che stiamo facendo ogni giorno e che faremo fino alla fine. Poi mi voglio divertire e adesso mi diverto perché stiamo vincendo ma voglio farlo con una squadra ambiziosa e noi dobbiamo provare a migliorare la posizione finale di quest’anno, che ancora non possiamo sapere quale sarà».

D: Domani ci sarà una Roma avvelenata dopo la gara contro il Barça: loro sono forti e incattiviti e a te mancano Chiesa e Badelj. Che squadra pensi di poter mettere insieme?

P: «Innanzitutto troveremo una squadra forte e motivata, che secondo me ha subito un risultato che non le ha reso giustizia, almeno per la gara che ha messo in campo. Ha creato, ha subito, ha pagato errori individuali ma la prestazione è stata di alto livello. Ci aspettiamo di trovare una squadra motivata, poi che giochino tutti quelli di mercoledì oppure le seconde scelte poco cambia, perché le seconde scelte della Roma sarebbero titolari in tante altre squadre di Serie A. A noi mancheranno determinate caratteristiche, non metto le mani avanti ma se c'era una gara in cui le caratteristiche di Federico sarebbero state importanti è proprio quella di domani perché la Roma ha un gioco molto aggressivo ma concede spazio alle spalle della sua linea offensiva e già nella gara d’andata Fede era stato molto pericoloso. Detto questo, schiererò una squadra con in campo altri giocatori, con altre caratteristiche e noi dovremo esser bravi ad esaltare queste altre caratteristiche. Ho la fortuna di avere giocatori che sono tutti pronti, chi è stato chiamato ultimamente si è sempre fatto trovare preparato mentalmente, fisicamente e tecnicamente ed è quello che mi aspetto anche domani».

D: Un nome al posto di chiesa? Eysseric, Dabo…

P: «Al posto di Federico giocheranno Eysseric, Falcinelli o Gil Dias. Dabo è in crescita, ha fatto sicuramente una buona gara, è cresciuto molto da quando arrivato ma ha ancora dei margini di miglioramento specie nelle situazioni di gioco, nelle letture ma vedo che è un processo che ha passato anche Veretout, anche Eysseric quindi significa un po’ che il campionato francese è diverso dal nostro, ma ha buone caratteristiche, le ha fatte vedere e vedremo domani se schierarlo dall’inizio».

D: In proiezione futura, visto che è adesso che si sta progettando la squadra del prossimo anno: tu ti aspetti dalla società, visto che hai gestito anche un momento molto difficile, un prolungamento di contratto? C'è stato qualche segnale in tal senso?

P: «Non c’è stato nessun segnale ma non è quello che sto cercando io, adesso non è una prorità nemmeno per me. Come detto già prima, ho già un contratto anche per il prossimo anno e non sono assolutamente attaccato al mio futuro in questo momento, se non per essere concentrato come devo esserlo io e i miei giocatori perché abbiamo l’occasione per finire ben questo campionato. Otto gare sono tante ma come siamo stati bravi a cambiare certi giudizi e ritrovare una buona classifica, otto gare possono anche invertire la tendenza. Quindi dobbiamo essere bravi. Io dalla società mi aspetto solo che ci sia una compattezza e un'unione d’idee, un progetto bello chiaro su cui insistere e poi che le mie indicazioni tecniche vengano sposate».

D: Trasferta difficile: di questa Fiorentina degli ultimi tempi, quale vorresti vedere domani?

P: «Credo che in trasferta abbiamo dimostrato grande personalità, siamo andati su campi difficili come Bergamo, Torino, Udine e abbiamo provato a fare la partita. Questo mi aspetto dalla squadra. Chiaro che non possiamo pensare di giocare tutta la partita nella metà campo della Roma che è più forte di noi e ci metterà in difficoltà ma mi aspetto una squadra che sappia reggere i colpi, che sappia essere aggressiva e propositiva e che provi a fare la partita nel limiti del possibile delle nostre capacità. Ma soprattutto che approcci la gara con la voglia di poterla vincere dall’inizio alla fine.

D: Domani, vista anche la stanchezza della Roma dopo la Champions, sarà una gara che interpreterete nella stessa maniera, con aggressività alta o invece con una maggior pazienza, magari gestendo il tempo, aspettando la ripresa per poi provare a colpire su una loro disattenzione?

P: «Io non faccio tanta differenza se prenderli alti o aspettarli, io faccio la differenza che la squadra deve fare una fase difensiva attiva, quindi aggredire l'avversario. Poi se lo riusciamo a fare alti, noi è quello che preferiamo, ma non credo che ci riusciremo sempre. La Roma ha giocato mercoledì ma non so quanti cambi farà il mio collega e credo che la Roma dal punto di vista fisico e mentale sarà al 100% e anch'io farò delle scelte per avere freschezza mentale e fisica e non credo che saranno tanti i miei giocatori che giocheranno tutte le tre gare consecutive. Poi alla fine le partite si possono cambiare nel primo tempo o nel secondo ma per come stiamo noi adesso, ma vale un po' per tutte le squadre, andare in vantaggio sotto il profilo mentale può essere sicuramente un fattore positivo, poi dopo le partite vanno giocate e affrontate. Noi abbiamo solo un modo di giocare che è quello di dare ritmo alla gara, giocando velocemente, inserendosi senza palla, e provando a essere aggressivi. Alti o bassi non fa differenza quando la palla ce l’hanno gli avversari. Anche perché più gli avversari sono bravi e più la tua fase difensiva deve essere aggressiva. Se lo riesci a fare alto, meglio ma se lo fai di qua è lo stesso: bisogna togliere tempo e spazio ai grandi giocatori che ha la Roma».

D: Ci sarà Thereau?

P: «Non ci sarà, comunque sta meglio. Potevo anche convocarlo ma a Torino ha avuto un fastidio muscolare a un polpaccio, quindi in una zona delicata. Come detto, avrei anche potuto convocarlo ma abbiamo preferito non farlo per farlo lavorare qui a pieno regime ed essere poi pronto dalla settimana prossima».

D: Su Sottil invece? Lo porta vista assenza di Thereau e Chiesa?

P: «Sottil lo porto perché ha dimostrato di avere delle qualità, ha velocità e tecnica. È un ragazzo che deve imparare a far fatica perché non si può fare solo la fase offensiva nel calcio moderno . Nella Primavera non c’è solo lui ma anche altri ragazzi interessanti e se ci sarà la possibilità già quest’anno li porteremo con noi altrimenti per la prossima stagione qualcuno di loro lo vedremo nella prossima preparazione».

D: Saponara: non giocava tante gare da titolare come le ultime da mesi, forse anni. Per i dati che avete voi, come sta reagendo anche nella gestione del recupero?

P: «Io credo che quando la testa è libera e positiva, si recuperano meglio anche le energie fisiche. Gli ho tolto uno spezzone anche della gara di martedì e l’ho visto bene e potrebbe essere disponibile per giocare anche domani».

D: La difesa, invece, domani sosterrà l'esame Dzeko, uno dei centravanti più forti del nostro calcio. Questa squadra, paradossalmente, senza Davide ha trovato un assetto splendido anche dietro. A che livello di crescita è questa difesa?

P: «All’andata fu giudicata troppo negativamente la prestazione di Birgahi. Noi quel giorno abbiamo preso gol perché è stata sbagliata la gestione, ci siamo fatti rubar palla due volte nella nostra metà campo e la Roma su questo aspetto insiste molto con le mezzali, con giocatori di gamba come Naingollan, Pellegrini e Strootman ed è quindi chiaro che se perdi la palla nella zona centrale, specie quando costruisci che devi aprire i terzini e anche i centrali, a quel punto poi Biraghi ha fatto la figura balorda perchè ha dovuto rincorrere ma non era stata sua la mancanza. La pulizia nella manovra e capire che spazi ti concedono gli avversari sarà molto importante per domani. Chiaro che se vengono tutti alti, forse ci sarà un po’ di spazio un po’ sopra la loro linea difensiva. Noi siamo cresciuti secondo me nella lettura di queste situazioni, degli spazi liberi e nella gestione della palla, ora utilizziamo anche un giocatore in più nella costruzione, anche per ovviare a quegli errori fatti in due partite consecutive contro Crotone e Roma che ci avevano poi complicato la partita sbagliando palloni nella gestione, nella prima costruzione perdendo palloni sanguinosi».

D: Con Zekhnini è rimasto deluso? E poi, che idea ha per colmare anche a lunga scadenza il gap fra spagnole e italiane evidenziato in Champions?

P: «Zekhnini ha buone qualità, carattere e una velocità impressionante, anche buone qualità tecniche ma ha fatto molta fatica all’inizio. Io credo molto anche perché ha fatto fatica a imparare la lingua quindi diventa difficile comunicare e far capire a un giocatore che non parla la tua lingua certi movimenti da fare sul campo. Poi è molto giovane e avevamo pensato anche a gennaio di mandarlo a giocare e a crescere per fargli trovare spazio, ma non poteva perché aveva già giocato una doppia competizione in Norvegia e in Italia. Adesso questa possibilità è importante per lui, per mettersi alla prova e per vedere i suoi miglioramenti, è cresciuto molto fisicamente e tatticamente e mi auguro che abbia modo di giocare con continuità. Sul gap fra italiane e spagnole, devo dire che le due gare contro Barça e Real, due top club a livello mondiale, hanno prodotto risultati un po' troppo pesanti sia per la Juve che per la Roma. Io non credo ci sia tutta questa differenza, anche se parliamo di due squadre in cui giocano i migliori giocatori al mondo. Qualche differenza c’è ma io vedo una crescita nel nostro calcio, anche in una squadra come l’Atalanta che in italia gioca per il quinti-sesto posto, che poteva eliminare il Borussia, in una Lazio che ha grandi possibilità di andare avanti in Europa League. Ci stiamo avvicinando ma con le grandi grandi ancora un po’ di differenza c’è».

D: Dabo recentemente in un'intervista ha detto che la Fiorentina più che una squadra è una famiglia: la chiave di ultimi successi sta anche nell’atteggiamento dei gregari?

P: «Credo che lo spirito, nel calcio come nello sport, faccia la differenza. E sono sempre convinto che le squadre che sanno superare le difficoltà nel corso di una gara, soprattutto a livello mentale, sono poi quelle che hanno maggiori possibilità di vincere e noi questo lo stiamo facendo anche grazie ai risultati. E' chiaro che più fai risultati, più sei convinto delle tue capacità, più sei convinto delle tue forse, della tua capacità di restare in partita per 95’ e il fatto di essere un gruppo positivo, che collabora tanto, che sta bene insieme e sta anche tanto insieme sicuramente aiuta. Anche uno dei miei principali obiettivi è quello di cercare di creare questo insieme di situazioni. Chiaro che qualche giocatore per strada lo perdi, ma le rose lunghe in questo caso non aiutano».


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