top of page

Il prossimo avversario: il Grifone

  • Daniele Nordio
  • 2 mag 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Domenica prossima, in quella che sarà l'ennesima sfida da non sbagliare per una Fiorentina che vuole tenere accesa la speranza del raggiungimento della zona Europa, la Viola farà visita a Marassi alle ore 15 al Genoa di Davide Ballardini, fresco di rinnovo fino al giugno 2019.

Il tecnico ravvenate ha compiuto un'ottima impresa: la salvezza raggiunta con un margine di tranquillità a tre giornate dalla fine è un risultato tecnico importante. Ballardini era subentrato alla tredicesima giornata a Juric che aveva collezionato 6 punti in 12 partite ed era penultimo in classifica.

La carriera dell'attuale tecnico rossoblu è sempre stata contraddistinta dalla praticità e concretezza del suo 3-5-2. Una disposizione che permette di coprire il campo in ampiezza, ma anche di fare densità in mezzo al campo. Non a caso i rossoblù hanno posto le basi della risalita in classifica sfruttando al massimo la fase difensiva: ben quattro le gare consecutive in cui Perin è rimasto imbattuto. Una fase di non possesso a cui partecipano effettivamente tutti gli uomini di movimento, togliendo qualcosa, logicamente, alla fase offensiva. Due le soluzioni affinché il Genoa torni ad essere pericoloso negli ultimi 20 metri: difendere in zone più alte del campo, in modo da alzare il baricentro della squadra e inserire- anche gradualmente- un giocatore di qualità come Giuseppe Rossi, che purtroppo anche col Grifone ha dovuto far fronte a qualche problemi fisico e non è risucito ad esprimersi al meglio.

Il 3-5-2 è il modulo di partenza adottato da Ballardini: situazione che non è statica, ma dinamicamente il 3-5-2 si trasforma in un 5-3-2 in fase di non possesso (con Laxalt, ora infortunato, e Rosi ad occupare le corsie di difesa). Le variazioni del modulo di base adottate dal tecnico ravennate sono state esclusivamente due, almeno per ampi porzioni di match, il 3-4-2-1 e il 3-4-1-2.

Una prima caratteristica che si può osservare guardando il Genoa è il differente compito che il tecnico chiede ai due esterni in entrambe le fasi di gioco. Se le punte si occupano di schermare il mediano rivale, l’interno sinistro (Bertolacci) si occupa del terzino destro quando il gioco viene allargato dalle sue parti. Tuttavia, quando gli avversari si appoggiano a sinistra, Rigoni rimane al centro mentre è l’esterno destro (Rosi, in questo caso) che si stacca per andare in aggressione sul terzino anche partendo da lontano.

In fase di non possesso, quindi, il Genoa ha prevalentemente le sembianze del 4-4-2 quando la palla è ancora lontana dalla propria trequarti. L’esterno destro – che sia Rosi o Lazovic – va a fare l’ala, mentre Laxalt (che però non dovrebbe essere in campo contro la Fiorentina a causa di un infortunio) rimane bloccato dietro, ricoprendo così la posizione di terzino. In attacco, le due punte sono Lapadula e il giovane portoghese Medeiros, scattante e sgusciante, che un po' alla volta ha sostituito l'esperto Pandev al fianco dell'ex milanista.


Kommentare


In evidenza
Più recenti
Ricerca per tags
Follow Us
  • Facebook Social Icon
  • Twitter Social Icon
  • Google+ Social Icon
  • Grey Facebook Icon
  • Grey Twitter Icon
  • Grey Instagram Icon

Facebook

Twitter

Instagram

Diventa amico...

Seguici...

Seguici...

© 2016 by Marco Innocenti. Proudly created with Wix.com

Per non perdere nemmeno una News 

RSS Feed
bottom of page