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Intervista esclusiva ad Alberto Malusci: «L'Europa? La meriterebbero tutti: squadra, tifosi e so

  • Marco Innocenti
  • 2 mag 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Per tutti a Firenze era il "Giovane Malusci". Cresciuto nel vivaio viola, Alberto veste la maglia della prima squadra per otto anni, dal 1988 al 1996, vincendo una Coppa Italia e vivendo sulla propria pelle il furto della finale Uefa del '90 contro la Juventus. Oggi, siamo andati a scambiare quattro chiacchiere con lui, per inquadrare il momento della Fiorentina e capire meglio quale possa essere il potenziale di questa squadra alla vigilia di un finale di stagione da vivere a tutto gas.

Partiamo dalla sfavillante vittoria col Napoli: che impressioni le ha lasciato?

«Credo - ci dice Alberto Malusci - che Pioli e la squadra, oltre che aver preparato molto bene la partita, siano entrati in campo con l'atteggiamento giusto: determinati e vogliosi di portare i tre punti a casa».

Dopo domenica, i 13 gol stagionali di Simeone l’hanno fatto da molti accostare a un grandissimo della storia viola come Gabriel Omar Batistuta: un paragone forse ancora troppo pesante per il Cholito. Che giudizio dà lei della stagione e delle potenzialità del giovane attaccante viola?

«L'accostamento lo lascerei perdere - taglia cortissimo Malusci - Primo perché non fa mai bene paragonare due calciatori che hanno caratteristiche diverse. Secondo perché poi la gente si aspetta di vedere Batistuta... Sono contento per i suoi 13 gol, che considero strameritati per la sua voglia e per la caparbietà di riuscire anche nei momenti difficili che ha avuto. È giovane ma con un grande potenziale e con margini di crescita importanti».

Da difensore, si aspettava un rendimento così elevato di giocatori come Pezzella, Vitor Hugo e soprattutto il giovane Milenkovic?

«Non li conoscevo... Li ho apprezzati tutti perché sono cresciuti molto, diventando giocatori di grande affidabilità. Con il giovanotto Milenkovic che ha un grande futuro, ha sicurezza e personalità. Vitor Hugo invece, dopo la prima partita con l'Inter, è stato spesso fuori, aspettando il suo momento e, quando è stato chiamato in causa, ha sempre fatto ottime prestazioni. Pezzella poi è stato una sicurezza già dalla sua prima presenza. Un vero e proprio leader».

Parlando di difesa, impossibile non parlare della tragedia di Davide Astori: lei che conosce bene le dinamiche di uno spogliatoio di Serie A, cosa può scattare in momenti come questi?

«A livello mentale è stato devastante - commenta Malusci - Una cosa indescrivibile anche per come è avvenuta questa tragedia. Credo che difficilmente loro possano dimenticare tutto questo. Penso che il lavoro più difficile infatti sia stato quello di Pioli, che in quei momenti si è trasformato in psicologo, in un fratello maggiore oltre che essere l'allenatore, dovendo lavorare sulla testa dei ragazzi e direi che lui è stato determinante. Gli faccio i miei complimenti perché non era per niente facile».

Lei conosce bene Stefano Pioli, avendo spesso giocato al suo fianco nella difesa viola. Come giudica il suo lavoro fin qui, partendo dalla diffidenza generale di quest’estate?

«È stato bravissimo nella gestione iniziale non avendo ancora la rosa completa, ha lavorato in silenzio e oggi si vede che la squadra è cresciuta ed ha una sua identità».

La corsa verso l’Europa League: quante chance per la Fiorentina?

«Non so le chance che possa avere - ammette Malusci - Io però ci credo e ho sempre sostenuto la squadra. Spero con tutto il cuore, dal sangue viola che ho, che possano riuscire a centrare questo traguardo. Se lo meriterebbero tutti, squadra, tifosi, società, per la splendida annata fino a qui svolta».


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