Tanto per rinfrescare la memoria, dopo le accuse di Carlo Alvino...
- marcinnocenti
- 3 mag 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Dopo le parole pronunciate nei giorni scorsi dai microfoni di Radio Kiss Kiss dal giornalista Carlo Alvino, ci è sembrato utile rinfrescare a qualcuno la memoria su quanto accaduto non molti anni fa (era il 3 maggio del 2014), a margine della finale di Coppa Italia fra la civilissima tifoseria napoletana e questa banda di teppisti che sarebbe la tifoseria viola.
Quanto raccontato da queste immagini, di certo non giustifica i cori beceri che si sarebbero levati dalle tribune del Franchi in occasione dell'ultima sfida di campionato ma vogliono soltanto far comprendere come, in questo scenario, non ci siano verginelle immacolate. In nessuna curva d'Italia. E ergersi a censori dell'altrui comportamento, a volte, è solo un esercizio di retorica stantia e del tutto fuori luogo.
Permetteteci poi di dire che ci aspettiamo, dal signor Alvino e da chi come lui ha gridato allo scandalo per i cori sentiti a Firenze, la stessa intransigenza quando, in qualche stadio d'Italia, si inneggerà all'Heysel o a Superga, alle alluvioni di Genova o di Firenze stessa, fino ad arrivare a quelli che, proprio in questi giorni, hanno augurato ai giocatori della Fiorentina di - citiamo - "fare la stessa fine di Astori". Oppure quando, sul settore ospiti dello stadio San Paolo, pioverà per l'ennesima volta di tutto sulle teste dei malcapitati tifosi (viola o di qualsiasi altro colore), financo escrementi e secchiate di urina. Perché vede, caro signor Alvino, la stupidità è un'erbaccia che non conosce latitudine né bandiera: cresce all'ombra del Vesuvio come sotto la cupola del Brunelleschi, ai piedi della Mole come dietro al Colosseo. E, negli stadi italiani, di vittime dalla veste candida non ce ne sono proprio!
Il filmato è piuttosto lungo ma è interessante per una sua caratteristica peculiare: è stato realizzato solo con immagini e audio provenienti da riprese di Polizia, Carabinieri e normali cittadini, senza nessun commento esterno e senza alcuna "lavorazione" giornalistica. E' insomma la cruda realtà, per com'è stata vissuta dai diretti protagonisti in quel giorno.
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