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Sentenza Uefa e possibili scenari: proviamo a fare chiarezza

  • Marco Innocenti
  • 28 giu 2018
  • Tempo di lettura: 6 min

E' dalle 17 di ieri, minuto più minuto meno, che fra i tifosi viola serpeggia un misto di gioia, cautela, sfiducia, fino ad arrivare alla rassegnazione pura e semplice di chi dice "Tanto vedrai che il Tas...". La sentenza della Uefa che tutti attendevamo da giorni con ansia crescente, inutile negarlo, non ha spazzato via i dubbi e le perplessità su un percorso che, va detto, prevede ancora un'ultima e decisiva tappa, la vera "Cima Coppi" di questo tour delle carte bollate: il ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna. Vediamo allora di schiarirci un po' le idee in vista di questi prossimi giorni di attesa.

GLI ANNI: UNO O DUE? Su questo punto la sentenza è stata da molto mal interpretata fin dall'inizio. Essa recita testualmente "Il club sarà escluso dalla prossima competizione UEFA per club a cui sarà qualificato nelle prossime due 2 stagioni (es.: una nella stagione 2018/19 o in quella 2019/20, in caso di qualificazione)". Vale a dire che il Milan verrà escluso dalla prima competizione Uefa alla quale si qualificherà nel prossimo biennio. Essendosi qualificato per l'Europa League 2018/19, quindi, sconterebbe la squalifica già dalla prossima edizione. Se si qualificherà in Europa anche nella prossima stagione, potrà prendere regolarmente parte alla relativa competizione europea. Una sanzione piuttosto attenuata per il club rossonero, che rischiava ben due anni di squalifica spalmati - per così dire - anche in tre o quattro stagioni. Come peraltro già successo ad altre squadre in passato.

NIENTE MULTA O SANZIONI ACCESSORIE. In ambienti rossoneri si temeva fortemente che, oltre alla squalifica dall'Europa League, arrivassero anche alcune sanzioni accessorie che, vista la situazione del club, avrebbero di certo avuto un effetto piuttosto forte. Prima fra tutte la multa, ipotizzata intorno ai 20-30 milioni di euro, ma anche altre sanzioni come lo stop al mercato in entrata o l'obbligo di un tetto-ingaggi da non sforare. Anche in questo caso, quindi, la Camera Giudicante della Uefa ha preferito scegliere una soluzione morbida, visto che in altre situazioni simili le sentenze sono state anche più dure per le squadre coinvolte. IN ATTESA DELLE MOTIVAZIONI. Come sempre accade, la Camera giudicante dell'Uefa non ha ancora reso pubbliche le motivazioni della propria sentenza, che comunque sono state già inviate al Milan. Questo, ovviamente, complica un po' l'interpretazione della pronuncia di ieri ma, leggendo con attenzione quelle poche righe, si può capire già qualcosa. Innanzitutto, la Uefa ha esplicitamente parlato della "violazione delle norme del fair play finanziario, in particolare per la violazione della regola del pareggio di bilancio (break-even rule)". E' un po' come dire - in sostanza - che in questi tre anni il Milan avrebbe "barato", mettendo in campo una squadra che per il bilancio dei rossoneri era "fuori scala". Nessun riferimento quindi alla solidità finanziaria del club né, tantomeno, a quella del suo proprietario Mister Li o alla sua situazione debitoria nei confronti di terzi. Ed è proprio per questo motivo, probabilmente, che la strategia difensiva rossonera di smarcare la propria posizione da quella del suo attuale proprietario, in realtà, non ha sortito grandi effetti.

RICORSO AL TAS: I TEMPI. Adesso si apre il secondo scenario, quello relativo al ricorso al Tas. Il Milan ha infatti 10 giorni di tempo per presentare il proprio ricorso al tribunale di Losanna che, a quel punto, dovrebbe giocoforza stringere i tempi della sua pronuncia vista l'incombenza della gara d'andata del turno preliminare, al quale dovrebbe - stando alla sentenza dell'Uefa - prendere parte la Fiorentina. Calendario alla mano, è ragionevole attendersi una risposta, quella definitiva stavolta, intorno alla metà di luglio. Appena una decina di giorni prima dell'esordio europeo.

I POSSIBILI SCENARI FUTURI: COSA PUO' DECIDERE IL TAS? Il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna sarà composto da tre giudici: uno scelto dal Milan, uno dalla Uefa e un terzo, il presidente, super partes. Questa commissione così composta potrà decidere senza alcun vincolo sulla questione. Potrebbe, ad esempio, ribaltare o confermare in pieno la sentenza dell'Uefa, ma potrebbe anche congelarla, rinviandone di fatto l'applicazione. Potrebbe anche decidere di impacchettare nuovamente la sentenza e rispedirla alla Uefa perché venga riformulata su nuove basi di giudizio. Potrebbe, per assurdo, anche ammettere il Milan alla prossima Europa League ponendo dei paletti economici da rispettare attraverso un settlement agreement, come già successo ad esempio anche ad altre squadre italiane in passato. Quello che si sa, al momento, è che il Milan presenterà ricorso urgente e che la pronuncia dovrebbe arrivare entro 15 giorni o forse meno.

MA QUALI REALI SPERANZE NUTRE IL MILAN? Già in questo primo grado di giudizio di fronte alla Camera Giudicante di Nyon, la strategia difensiva della società rossonera è stata quella di provare ad affrancarsi dalla nebulosa figura di Mister Li, proprietario del Milan con una solidità finanziaria tutta da dimostrare. Un po' come a dire "Noi siamo una cosa e lui un'altra. I nostri conti sono in regola, i suoi sono affar suo e non nostro". Una strategia, francamente, piuttosto debole, che infatti non ha per nulla convinto i giudici dell'Uefa. Le speranze dei rossoneri sono quindi tutte riposte nella possibilità che un nuovo socio/proprietario si faccia avanti, mettendo in un angolo lo scomodo Mister Li e dimostrando fin da subito la propria solidità economica, sia esso Commisso o Ricketts o chiunque altro. Fatto sta che i tempi sono piuttosto stretti ormai. Certo, presentarsi a Losanna con un nuovo proprietario, per la causa milanista potrebbe essere davvero un toccasana anche se, come detto prima, i dubbi dell'Uefa e la squalifica conseguente non derivano dalla posizione di Mister Li ma dalle violazioni al fairplay finanziario e al pareggio di bilancio. Va ricordato che, anni fa, il Malaga fu squalificato per un anno dalle Coppe e, pur presentandosi con un accordo che di fatto dirimeva le pendenze col fisco spagnolo, non trovò alcuna revisione della sentenza. In sostanza, si tratta di un vero quanto inconsueto braccio di ferro fra Mister Li, il quale vorrebbe restare al timone, e il club rossonero, che preferirebbe di gran lunga estrometterlo. Se Li dovesse far fronte al pagamento dell'aumento di capitale entro il 6 luglio prossimo, potrebbe a quel punto avere più tempo per guardarsi intorno alla ricerca di un compratore più vantaggioso rispetto a quelli presentatisi in queste settimane e, a quel punto, la situazione del Milan non cambierebbe di molto rispetto ad oggi. I legali rossoneri dovrebbero presentarsi di fronte al Tas dimostrando o che la sentenza dell'Uefa è del tutto sproporzionata rispetto ai fatti contestati (tesi che ad oggi appare piuttosto difficile da sostenere) oppure che sussistono prove a propria discolpa, sempre legate però al triennio preso in esame dall'Uefa, cioé quello 2014-2017. E' per questo che anche la possibilità di presentarsi a Losanna con un nuovo proprietario, potrebbe anche non servire affatto.

IN CONCLUSIONE... Non resta che attendere, insomma. Certo, il primo round è andato alla Fiorentina (o meglio, è stato perso dal Milan!) ma quello decisivo ovviamente sarà il secondo. Detto questo, spiace davvero rilevare che per molti tifosi viola anche la notizia della qualificazione ai preliminari di Europa League è vista come una disgrazia. Molti tifosi viola, più pessimisti che cauti, hanno già sentenziato che alla fine il Milan verrà riammesso (cosa possibile, per carità...), dividendosi fra quelli che rifiuterebbero una qualificazione per ripescaggio perché disonorevole, quelli che invece non vorrebbero l'Europa "perché tanto andremo solo a fare figure barbine, con una squadra così" ed infine quelli che "è tutto già scritto...". Partendo dal rispetto per le opinioni di tutti, ci permettiamo però di rilevare che, da tifosi, non si possa che gioire (con cautela, s'intende!) per la decisione dell'Uefa. Quindi, come scriveva il Manzoni "Adelante, cum iudicio" ma almeno godiamoci con soddisfazione quella che, al momento, è ancora solo una possibilità. Oggi un po' più concreta di ieri ma sempre è soltanto una possibilità. La posizione che però proprio non riusciamo a comprendere è quella di coloro i quali vedono l'eventuale ripescaggio come un'onta. La squalifica del Milan sancisce che la squadra rossonera avrebbe giocato - passateci il termine - "barando", nel senso che ha sforato ripetutamente i vincoli di bilancio imposti dall'Uefa. Ha quindi fatto mercato ed allestito squadre andando al di là delle proprie reali possibilità economiche. La Fiorentina e l'Atalanta non lo hanno fatto. Ecco perché un eventuale ripescaggio non sarebbe assolutamente un'onta.


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