Il Tas di Losanna: ma come opera davvero il Tribunale dello Sport?
- Marco Innocenti
- 30 giu 2018
- Tempo di lettura: 3 min

In questi primi giorni dopo la sentenza dell'Uefa che ha condannato il Milan all'esclusione dalle competizioni continentali, la tifoseria viola si è ritrovata ancora una volta spaccata fra coloro che hanno gioito (magari con un po' troppo fretta, ma come dar loro torto?), coloro che hanno tenuto un basso profilo per scaramanzia oppure per una sana cautela e quelli invece che hanno già scelto la strada del "pessimismo cosmico", dando per scontato che alla fine il Tas ribalterà l'intero impianto accusatorio dell'Uefa e riammetterà il Milan.
Premesso che qualsiasi scenario è possibile, le notizie circolate nelle ultime ore non hanno certo contribuito a fare chiarezza, anche perché in molti non conoscono realmente quelle che sono le procedure, i tempi e le dinamiche con le quali opera il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna. Cerchiamo allora di diradare un po' la nebbia, anche per capire meglio quelle che potrebbero essere le reali possibilità del Milan di vedersi annullare la penalizzazione.
VERDETTO INAPPELLABILE. La prima peculiarità è che il verdetto che uscirà dall'aula del Tas di Losanna non sarà in alcun modo appellabile, né dal Milan né da qualsiasi altro soggetto coinvolto. Il suo sarà insomma l'ultimo tassello della vicenda, comunque vada e qualunque sia l'esito.
TRE GIUDICI IN COMMISSIONE GIUDICANTE. La camera giudicante del Tas sarà composta da tre giudici: uno nominato dal Milan, uno dall'Uefa e un terzo, il presidente, dovrà essere del tutto super partes. Sarà quindi proprio quest'ultimo il vero e proprio ago della bilancia e sarà lui a decidere le sorti del ricorso rossonero.
SOLO PROVE DOCUMENTALI: QUINDI L'EVENTUALE CESSIONE... E' proprio su quest'aspetto che si concentrano le inesattezze maggiori circolate in queste ultime ore. Il Tas infatti, operando esattamente come la nostra Corte di Cassazione, non ammette l'immissione di nuove prove rispetto a quanto già presentato nell'ultimo grado di giudizio. Le uniche prove a disposizione dei giudici di Losanna, sulle quali quindi essi dovranno emettere il proprio giudizio, saranno quelle già presentate dal Milan di fronte alla Camera Giudicante dell'Uefa. Inoltre va ricordato che il Tas opera su strettissima base documentale e quindi l'ipotesi paventata da molti di un colpo di coda del Milan in caso di cessione del club a un soggetto più affidabile di mister Li sono da ritenersi quasi una sorta di terrorismo mediatico. L'eventuale passaggio della società a Commisso o a chiunque altro non potrebbe in alcun modo essere un dato da prendere in considerazione da parte del Tas, proprio per i motivi citati.
SI VALUTANO I BILANCI 2014/2017. Quello che in questo momento è in giudizio è la gestione patrimoniale del club nel triennio 2014/2017, gestione che è da ritenersi a tutti gli effetti conclusa, redatta insomma nero su bianco sui bilanci della società. I numeri sono quelli, quindi, e su quelli l'Uefa ha basato il proprio giudizio. Come potrebbe quindi il Milan riuscire a produrre una documentazione che ribalti la sentenza? Al massimo, la società rossonera potrebbe puntare a far apparire tale sentenza troppo penalizzante, ma anche quest'evenienza sembra difficile da sostenere visto che, in un primo momento, era apparsa come concreta anche la possibilità di sanzioni accessorie come multe di svariati milioni di euro, il blocco del mercato o l'imposizione di un tetto agli ingaggi. Tutte sanzioni che l'Uefa ha preferito non comminare, forse proprio per scongiurare il rischio di un "ammorbidimento" delle stesse da parte del Tas. I numeri riportati sui bilanci rossoneri, insomma, sono ormai quelli, con o senza Mister Li al timone.
I TEMPI STRETTISSIMI DEL GIUDIZIO. Il Milan avrà in tutto 10 giorni per presentare la propria memoria difensiva e, a quel punto, scatteranno i tempi del giudizio, con la sentenza che dovrebbe arrivare al massimo intorno al 19/20 di luglio. Appena in tempo per il preliminare di Europa League, insomma.
I PRECEDENTI. Al di là di qualunque considerazione, comunque, i precedenti non sono dalla parte del Milan. Non sono molti i ricorsi al Tas che, negli anni, hanno trovato accoglimento. Nella maggior parte dei casi il Tribunale di Losanna ha confermato le sentenze provenienti dai gradi precedenti. Stando sul calcio, nel 2014 i russi del Metallurg si videro respingere il ricorso contro la squalifica per due anni a causa di debiti scaduti ma, per contro, nel 2017 il ricorso del Partizan ebbe miglior fortuna, anche se in quel caso si parlava di ben tre anni di squalifica dalle Coppe Europee. Nel marzo del 2016, invece, il Galatasaray fu squalificato per il mancato rispetto del Settlement Agreement stipulato con l'Uefa e fu squalificato per due anni. Anche in quel caso, il Tas confermò la sentenza. Come detto, però, i ricorsi accolti dal Tas sono una minoranza: circa il 20 per cento dei casi totali, se si guarda solo al calcio.
Comments