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Lafont: «Io come Donnarumma? Lo ammiro ma non mi piacciono i paragoni»

  • Marco Innocenti
  • 10 lug 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

E' arrivato finalmente il giorno della presentazione ufficiale di Alban Lafont, il giovane portiere del Burkina Faso ma naturalizzato francese che la Fiorentina ha prelevato dal Tolosa, dove l'estremo difensore classe 99 è cresciuto calcisticamente negli ultimi 4 anni. Ha esordito in Ligue1 a 16 anni e ha vestito le maglie delle nazionali giovanili francesi.

DOMANDA: Qual è stato l'elemento decisivo che ti ha fatto scegliere Firenze?

LAFONT: «Buongiorno, la decisione di venire alla Fiorentina è arrivata perché è una squadra molto competitiva, grande club con grandi obiettivi, io sono sempre abituato a dare sempre il massimo».

D: Qual è il tuo idolo fra i portieri?

L: «Lloris tra i portieri francesi da cui pendo ispirazione, poi direi Buffon che è il più grande di tutti».

D: Tu sei venuto via dal Burkina Faso molto giovane. Che ricordi hai di allora? Giocavi al pallone per strada? Cosa ti ha lasciato dentro? E com'è stato l'impatto con l'Europa e la Francia? E poi, cosa provoca in un ragazzo della tua età vedere cosa succede nel mare fra l'Africa e l'Europa?

L: «Arrivato in Francia quando avevo 9 anni. Ero in Burkina Faso perché mio padre lavorava lì con mia madre. Sono tornato in Francia perché mio padre andato in pensione e tornato là. La questione immigrati è qualcosa di molto triste e se si può fare qualcosa per aiutarli, si cerca sempre di farla».

D: Tu giocavi attaccante poi sei diventato un portiere. Com'è arrivato questo cambiamento?

L: «E' vero, ho iniziato come attaccante ma ho sempre visto quello del portiere come un bellissimo ruolo. E' successo che in un weekend ho fatto un torneo con la mia vecchia squadra, mi hanno messo in porta e non sono più uscito».

D: Come vedi la Fiorentina come squadra?

L: «Il gruppo è fantastico, tutti mi hanno accolto benissimo e io cerco di adattarmi il più in fretta possibile».

D: Hai degli obiettivi personali e di squadra per i prossimi anni?

L: «L'obiettivo di squadra è quello di fare meglio dello scorso anno e quello personale è di aiutare la squadra a riuscirci».

D: Tanti francesi in maglia viola: qualcuno ti ha aiutato di più, parlandoti della Fiorentina in questi giorni?

L: «E' vero, c'è un bel gruppo di francesi, conosco Dabo da qualche anno e forse per questo è lui che mi ha aiutato più di altri ad adattarmi».

D: Hai già eletto un tuo tutor personale che ti aiuterà di più a inserirti e a imparare la lingua?

L: «In realtà tutti mi stanno aiutando, sto cercando di imparare la lingua il più in fretta possibile soprattutto perché nel ruolo in cui gioco mi servirà moltissimo».

D: La Fiorentina ha avuto il suo ultimo grande portiere che era un francese, Frey, che fra l'altro ha speso parole d'elogio per te: può essere un tuo modello?

L: «E' vero, ci ho parlato al telefono. E' stato un grande portiere, che ha fatto grandi cose soprattutto qui alla Fiorentina. Io spero di poter ripercorrere le sue tracce qui la maglia viola».

D: Quali sono i tuoi punti di forza e in cosa devi migliorare?

L: «Il mister è ambizioso e conta da subito su di me. E' duro ma è un bene per noi giocatori. Mi trovo molto bene con lui. Su cosa devo migliorare? Direi nella lingua perché per un portiere conta moltissimo».

D: In Italia ti hanno paragonato a Donnarumma: ci sta come paragone? E poi ti chiedo della rinuncia al campionato europeo con la Francia per essere pronto con la Fiorentina.

L: «Non lo conosco personalmente ma ovviamente l'ho visto giocare, ha grande potenziale e fa bene al Milan. Io però sono io e lui è lui, quindi non mi piacciono questi paragoni, Però ovviamente lo ammiro molto come portiere. Sull'Europeo, ero stato convocato però con la Federazione e la Fiorentina abbiamo deciso che era meglio restassi qui. Questo è un grande cambiamento per la mia carriera e tutti d'accordo abbiamo fatto questa scelta».

D: Alla tua età in Italia si gioca in Primavera e tu hai invece 100 gare da professionista alle spalle: ti senti più maturo dei tuoi coetanei?

L: «E' vero che ho già un bel po' di gare alle spalle in Ligue1 ma questo è un nuovo campionato ed è molto diverso. Starà a me riuscire ad adattarmi».

D: Il numero 40 che avevi in Francia aveva un motivo?

L: «Nessuna ragione particolare. Quando ho iniziato a giocare in Francia mi hanno dato quello, mi è piaciuto e l'ho tenuto».


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