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Il mercato preme e il tempo stringe ma l'ossatura c'è...

  • Marco Innocenti
  • 11 lug 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

A meno di un'ora dal fischio d'inizio della prima amichevole stagionale contro la seleziona Val di Fassa, proviamo a tirare un primo, parziale bilancio di questa primissima fase della stagione viola. A farla da padrone, inevitabilmente, sono le indiscrezioni di mercato, con il loro carico di sogni e di speranze, intrecciate com'è logico con la vicenda Europa League. Molti tifosi lamentano un grave ritardo della Fiorentina nell'allestimento della rosa, dicendo che anche quest'anno la squadra è ben lontana dall'essere pronta. Un po' le stesse critiche che venivano mosse anche lo scorso anno, insomma.

La differenza però è una e non è da poco. Lo scorso anno, la rosa viola che sbarcò o che avrebbe dovuto sbarcare a Moena con il nuovo allenatore Pioli era composta, in buona parte, da sicuri partenti: Vecino, Bernardeschi, Kalinic, tanto per fare solo i primi nomi che vengono in mente. Non proprio delle seconde linee, quindi. Quest'anno, a meno di clamorosi ribaltoni che ad oggi non sembrano profilarsi, la rosa arrivata sulle Dolomiti dovrebbe essere quella che comporrà lo scheletro della squadra del prossimo campionato. Con qualche doverosa aggiunta, è ovvio, ma i giovani come Gori o Sottil sembrano ben più che dei semplici aggregati per far numero, come accaduto invece lo scorso anno. I big, invece, hanno tutta la volontà di restare in viola, nonostante qualche sirena di mercato abbia risuonato nelle scorse settimane.

La questione portiere è stata risolta con un colpo che i migliori osservatori di mercato hanno etichettato fin dall'inizio come un'ottima operazione. La difesa sembra il reparto che, almeno nei suoi elementi titolari, sta meglio di tutti gli altri: Vitor Hugo, Pezzella, Milenkovic, Biraghi e Laurini sono un'ossatura fondamentale su cui poter contare senza problemi. A centrocampo serve qualcosa, sia per coprire la partenza di Badelj sia per poter dare respiro a Dabo e Veretout nel corso della stagione. Per l'attacco, con Simeone arrivato alla prova del nove dopo una prima stagione positiva con la maglia viola, servirebbe sicuramente un arrivo, possibilmente più incisivo di un Falcinelli qualsiasi. Con Gori e Sottil da mettere alla prova.

Forse non saremo al 70-80% chiesto a suo tempo da Stefano Pioli a Corvino ma non siamo poi così lontani. Tre o quattro innesti e la squadra, tutto sommato, potrebbe anche dirsi pronta. Quello che conta, però, è anche il tempismo di questi innesti.


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