Pjaca: «Voluto Firenze fin dal primo giorno. Il 10? Un onore. Darò tutto per meritarla»
- Marco Innocenti
- 9 ago 2018
- Tempo di lettura: 3 min

E' il giorno di Marko Pjaca, uno dei pezzi più pregiati ed attesi di questo mercato estivo viola. L'attaccante, arrivato in prestito dalla Juventus, ha già sostenuto qualche allenamento con Stefano Pioli e i suoi nuovi compagni, ed oggi viene presentato ufficialmente alla stampa. Prima però è Giancarlo Antognoni a voler dire due parole sulla polemica innescatasi a seguito della possibilità che proprio Pjaca, ex-juventino, indossi la maglia numero 10.
«Il numero 10 - ha detto il club manager viola - credo sia giusto che sia finito sulle sue spalle perché Marko è un giocatore che sicuramente farà divertire il pubblico fiorentino». Una vera e propria investitura, da parte di chi di numeri 10 se ne intende davvero. Una dichiarazione, la sua, che taglia sul nascere ogni altra polemica.
DOMANDA: Quella per portarti qua a Firenze è stata quasi una maratona: perché hai voluto fortemente la Fiorentina e puoi dirci se, magari ad un certo punto, hai mai pensato di accettare qualcosa di diverso?
PJACA: «Sì, è vero, è stato lungo ma dall'inizio ho sempre volevo venire qui e ora sono contento di essere qui e non vedo l'ora di iniziare a giocare».
D: Veniamo al tuo ruolo: alla Juve c'erano tanti campioni anche più affermati. Qui sei un po' la stella insieme a Chiesa. Come cambia il tuo ruolo visto che qui sei il primo della classe?
P: «E' una responsabilità, uno stimolo in più per far bene in allenamento e darò tutto per fare bene qua e per fare un bel risultato in questa stagione».
D: Il numero 10: qui a Firenze ha una storia particolare e Giancarlo ne è il massimo esempio. Quando hai deciso di prendere questo numero e se senti il peso che ha?
P: «Prima di tutto è un vero onore indossare questa maglia, sicuramente, ma è anche una responsabilità. Come ho già detto, darò tutto per far vedere a tutti che merito di indossarla».
D: Le tue condizioni fisiche quali sono? Che tempi ci vorranno per essere nelle condizione di giocare?
P: «Non sono sicuro per la forma, ma sono pronto e la forma verrà con le partite, non so se due, tre o quattro ma sono pronto».
D: Hai mostrato grandi qualità con la Nazionale e poi hai fatto il salto di qualità venendo qua in italia. Quali difficoltà hai avuto in una realtà importante come la Juventus?
P: «La tattica è la cosa più importante qua in Italia. Questa è la cosa che imparato qua in Italia, alla Juve in un anno e mezzo. Poi il calcio è calcio, non è molto diverso in Croazia o negli altri campionati. Penso di poter far bene».
D: Hai mai temuto che la trattativa potesse saltare?
P: «No. Speravo di venir qui dal primo giorno e adesso che sono qui sono contento ma non ci ho mai pensato».
D: Il tuo agente detto che sarai il primo ad esultare, ce lo conferi?
P: «Non lo so - dice sorridendo - Devo prima segnare poi vedremo...».
D: Hai un sogno da realizzare venendo qui a Firenze?
P: «No, voglio giocare, voglio aiutare la squadra a fare un bel campionato e questo è il mio primo obiettivo qui».
D: Hai parlato con Badelj di Firenze e come te l'ha descritta?
P: «Sì, Milan ma ha detto tutto il meglio della società, della squadra e dei tifosi e mi ha aiutato a decidere di venir qui».
D: Il fatto che la Juve abbia tenuto il controriscatto, vuol dire che non hai interrotto il rapporto. Questo ti fa piacere? E' stimolo in più?
P: «No, adesso sono un giocatore della Fiorentina e l'unica cosa che penso è fare un gran stagione con la Fiorentina. Poi cosa succede dopo, vediamo».
D: Mentre andava avanti la trattativa, hai mai pensato che poteva essere intrigante anche allenarsi e giocare con Ronaldo?
P: «Sicuramente, però io devo pensare nella mia carriera e non alla sua. Devo giocare, che è la cosa più importante per un giocatore».
D: C'è una persona, un allenatore o un compagno alla Juve, che porti maggiormente nel cuore? E poi, il mondiale ti ha reso un calciatore più maturo?
P: «Nella Juve direi Mandzukic, sicuramente lui è stata la persona più importante per me. Per quanto riguarda il mondiale, è una cosa incredibile. E' stata un'emozione unica e lo porterò sempre nel mio cuore».
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