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"Dall'altra parte". L'opinione di... Alessandro Orlandin de "Lo Spallino&quot

  • Daniele Nordio
  • 20 set 2018
  • Tempo di lettura: 4 min


Sabato alle ore 18 arriva al Franchi per la quinta giornata di Serie A la SPAL, che sta attraversando un momento veramente magico: un insieme di risultati, gioco, e non ultimo uno stadio rinnovato che lega la passione del popolo ferrarere con la propria squadra.

Per la nostra rubrica "Dall'altra parte. Una voce della tifoseria avversaria" abbiamo contattato Alessandro Orlandin, direttore de "Lo Spallino", che ringraziamo della gentile disponiblità.


La SPAL è a 9 punti dopo 4 partite, una classifica roboante! Dopo la salvezza dell'anno scorso al fotofinish, la Società SPAL mira a consolidarsi con un raggiungimento della permanenza in A più tranquilla, visto anche alcuni interessanti innesti in sede di mercato? Senz'altro l'obiettivo è quello. Permanenza in serie A con un po' meno d'ansia e la possibilità di mettere le basi per una militanza stabile a questo livello. Gli innesti di mercato sono stati mirati e hanno avuto come obiettivo il miglioramento di un organico che nel girone di ritorno aveva fatto 23 punti, si era dimostrato affiatato e nel complesso all'altezza delle aspettative. La cosa che più impressiona di questa squadra, almeno per il momento, è il livello di autostima: nell'avvio della scorsa stagione la SPAL appariva spesso incerta e poco compatta. Invece nelle prime partite di questo campionato ha dato prova di grande organizzazione, spensieratezza ed aggressività. L'anno scorso, a nostro parere, la SPAL, tra le squadre che lottarono per la salvezza, giocava il calcio migliore. Un'opinione sull'allenatore e "tifoso viola" Semplici? Semplici nella scorsa stagione voleva che la SPAL fosse ordinata, ma al tempo stesso in grado anche di proporre un gioco costruito col possesso palla come nell'anno della serie B. Ma non aveva fatto i conti con alcuni fattori come l'inesperienza, l'insicurezza e la fragilità di alcuni degli elementi a disposizione. Sicché la SPAL finiva spesso col giocare discrete partite, ma a raccogliere poco a causa di errori individuali o di sistema. Questo ovviamente era motivo di preoccupazione per il mister, abituato a curare molto la fase difensiva ed a registrare spesso buoni numeri in termini di saldo tra reti segnate e incassate. Per cui, assieme alla dirigenza, nel girone di ritorno ha inserito elementi di sostanza e personalità (Cionek, Kurtic, Everton Luiz) allo scopo di irrobustire la squadra e praticare un calcio più essenziale e orientato al risultato. I fatti gli hanno dato ragione e nella fase di pianificazione di questa stagione ha potuto modellare un organico più affine ai suoi concetti, grazie agli arrivi di giocatori tatticamente preziosi come Valdifiori, Missiroli e Petagna. Semplici poi ha una qualità notevole: quella di valorizzare al meglio i giocatori, inserendoli in sistemi funzionanti in grado di esaltarne le caratteristiche.

Basta dare uno sguardo alla squadra che condusse in testa tre quarti di campionato di serie B nel 2016-2017: alcuni dei protagonisti di quell'impresa non sono riusciti a confermarsi altrettanto bene altrove. Il posticipo contro l'Atalanta ha visto una bellissima vittoria. L'entusiasmo può essere un'arma a doppio taglio nei prossimi incontri? No, non credo. L'entusiasmo se è tale ha solo effetti positivi, a patto che non si trasformi in supponenza. La SPAL che vinse il campionato di serie B partì senza pretese e giornata dopo giornata si accorse di funzionare bene, pur continuando a essere un po' snobbata da avversari e addetti ai lavori. Questo dettaglio costituì una motivazione enorme. La chimica tra i giocatori e il grande sostegno popolare hanno fatto il resto, consegnando alla storia un risultato totalmente fuori da ogniprevisione. Quindi che la SPAL ora sia entusiasta è solo un bene per lei: le permette di giocare con la giusta spensieratezza in un momento della stagione in cui i punti pesano, ma non creano ancora particolari ansie di classifica. Cosa pensa di questa Fiorentina? Chi la intriga e teme di più tra i componenti della rosa viola? Ha l'aria di essere una squadra quantomeno in grado di ispirare simpatia e senso di vicinanza al proprio pubblico. Principalmente perché giovane, audace al punto giusto, con dei margini di miglioramento. Immagino tuttavia che faticherà a stare tra le prime otto perché la concorrenza è spietata e pagherà inevitabilmente un po' d'inesperienza. Ci sono elementi di grande qualità che farebbero bella figura anche in squadre più forti: penso a Chiesa, Simeone, Benassi, Veretout e probabilmente anche Pezzella. Fuori dall'ambito tecnico quello che mi lascia perplesso però è un altro aspetto. Ovvero come sia possibile, in una realtà così ricca di storia, con un pubblico così appassionato e un'identità così ben definita, che non si riesca a costruire un progetto fatto non solo di continuità d'organico (e di risultati), ma anche di senso di identificazione con la città e i suoi colori.

Firenze è ambiziosa e ha motivi validi per esserlo, l'anomimato non fa per lei, neanche a livello calcistico e sportivo in generale.

Il "nuovo" Mazza può essere l'uomo/fattore in più per la SPAL? In genere i giocatori dicono, con un certo sprezzo, che un tifoso non gli ha mai segnato un gol o lo ha mai dribblato. Se da un punto di vista pratico gli si può dare ragione, non si può mettere in dubbio che la spinta del pubblico possa avere un qualche tipo di impatto sulla psiche di ciascuno.

Con livelli di profondità differenti, ma c'è. A Ferrara il pubblico si fa sentire parecchio, è vicino al campo e soprattutto incita la squadra sempre e comunque al di là del risultato. Questo senso di fiducia senz'altro può aiutare i giocatori a sentirsi più motivati. Per cui credo che la SPAL conti molto sul fattore campo, anche per rinsaldare ulteriormente il bel rapporto che c'è tra la squadra e i suoisostenitori.


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